Presentato emendamento per ridurre gli affitti commerciali
Emendamento al Senato del Commissario regionale di Forza Italia Toscana Sen. Massimo Mallegni: “Cedolare secca del 10% dal 2021 e fino al 2023 a chi fa uno sconto di almeno il 40% sul canone. Aiutiamo commercianti e affittuari”
“Una boccata di ossigeno per le attività commerciali e gli affittuari” motiva così Massimo Mallegni, Senatore di Forza Italia e Commissario Regionale, il suo emendamento proposto al Dl Ristori nel quale chiede l’introduzione di una cedolare secca del 10% per i titolari di fondi strumentali.
“La misura – spiega Mallegni – si attiva in caso di riduzione dell’affitto concordata tra le parti di almeno il 40% e dura dal 2021 al 2023. È una proposta concreta per favorire commercianti ed esercenti, che così possono lavorare senza l’aggravio di un affitto oneroso e non più sostenibile, e gli stessi affittuari, colpiti di rimando dalla crisi delle attività”.
La cedolare secca proposta dal Senatore di Forza Italia prevede alcuni scaglioni di progressività che permettono “di adattarsi alle differenti situazioni a seconda di quanto venga contrattata la riduzione dell’affitto. Nel caso in cui la riduzione si superiore al 40% la cedolare cala fino al 5%”.
Coordinamento regionale di Forza Italia Toscana
EMENDAMENTO
Art.8
MALLEGNI, PICHETTO FRATIN
Dopo l’articolo, aggiungere il seguente:
«Art.8 bis.
1. A decorrere dall’anno 2021 e fino al periodo d’imposta 2023, il canone di locazione relativo ai contratti aventi ad oggetto immobili ad uso strumentale e le relative pertinenze locate congiuntamente, può essere assoggettato, in base alla decisione del locatore, ad un’imposta, operata nella forma della cedolare secca qualora si stabilisca, in accordo tra le parti una riduzione del canone di affitto di almeno il 40 per cento.
2. La cedolare secca di cui al comma 1 sostituisce anche le imposte di registro e di bollo sulla risoluzione e sulle proroghe del contratto di locazione. Sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti la cedolare secca si applica in ragione di un’aliquota del 10 per cento. La cedolare secca può essere applicata anche ai contratti di locazione per i quali non sussiste l’obbligo di registrazione.
3. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità di esercizio dell’opzione di cui al comma 1, nonché di versamento in acconto della cedolare secca dovuta e del versamento a saldo della medesima cedolare, nonché – tenendo conto dei parametri dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) – le modalità per un applicazione progressiva fino ad un minimo del 5 per cento in relazione ad una riduzione del canone di affitto superiore al 40 per cento.
4. Agli oneri derivanti dal presente articolo valutati in 2,5 miliardi di euro per l’anno 2021, 600 milioni di euro per l’anno 2022,2,133 miliardi di euro per l’anno 2023, 1,781 miliardi di euro per l’anno 2024, 2,3 miliardi di euro per l’anno 2025, 2,3 miliardi di euro per l’anno 2026, 300 milioni di euro per l’anno 2027 e 228 milioni per l’anno 2028 si provvede mediante il comma 5.
5. All’articolo 1, comma 41, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, sostituire le parole: “3 per cento”, con le seguenti: “12 per cento”.»
Motivazione
Il presente emendamento mira ad introdurre misure premiali per coloro che decidono, in accordo con le parti di applicare uno sconto sull’affitto dei beni immobili strumentali di almeno il 40%.
A tal fine si prevede che a partire dal 2021 e fino al periodo di imposta 2023 possa essere applicata una cedolare secca del 10 per cento.
Con provvedimento dell’Agenzia delle entrate possono essere adottate modalità per un’applicazione progressiva della cedolare fino al 5 per cento qualora le parti convengano una riduzione del canone di affitto superiore al 40 per cento.
Relazione Tecnica
Partendo dal costo per cedolare secca del 21% su immobili max. 600 mq (prevista per i contratti sottoscritti nel 2019) si arriva a stimare, seguendo l’andamento ipotizzato all’origine, un onere pari a circa 2,5 mld di euro per il primo anno, un recupero di circa 200 mln per il secondo anno, onere di 1,4 mld per gli anni dal terzo al sesto (compreso), recupero di 600 mln per il settimo anno. A tale stima si devono aggiungere ulteriori 800 mln di euro per il secondo e terzo anno per effetto di nuovi contratti per i successivi anni 2022 e 2023 e conseguenti variazioni per gli anni successivi in proporzione a quanto sopra.
Quindi in totale:
anno 2021: – 2,5 mld di euro (onere)
anno 2022: + 200mln – 800 mln = – 600 mln di euro (onere)
anno 2023: – 1,4 mld + 67 mln – 800 mln = – 2,133 mld di euro (onere)
anno 2024: -1,4 mld + 67 mln – 448 mln = – 1,781 mld di euro (onere)
anno 2025: -1,4 mld – 448mln – 448 mln = – 2,3 mld (onere)
anno 2026: – 2,3 mld (onere)
anno 2027: + 600 mln – 448 – 448 = – 300 mln (onere)
anno 2028: + 200 mln – 448 = – 228 mln (onere)
anno 2029: + 200 mln (> gettito)
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