Gramigna: Made in Italy, servono azioni concrete
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “La riscossa del Made in Italy: servono azioni concrete”
Il Made in Italy è entrato nell’agenda politica, grazie a Forza Italia, all’inizio della scorsa legislatura, esattamente il 30 maggio 2018., con una proposta di legge per l’Istituzione del Ministero per la tutela, la promozione e il commercio internazionale dei prodotti italiani.
Ciò al fine di ricondurre le competenze per la promozione del Made in Italy e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in un’unica struttura ministeriale, la quale deve fare da catalizzatrice delle competenze sia di Dipartimenti, Direzioni che degli uffici alle dipendenze di altri Ministeri, le cui azioni incidono direttamente ed effettivamente sulle politiche di sostegno, di difesa e di promozione della produzione nazionale.
L’Italia è grande nel mondo per le sue tante eccellenze in tutti i campi e la istituzione di un Ministero apposito, per promuovere e valorizzare il nostro Made in Italy, che poi rappresenta la nostra stessa identità grazie a brand italiani famosi ovunque, che si contraddistinguono innanzitutto per la qualità e primeggiano in tutto il mondo, attraverso una vera e propria, unica cabina di regia può semplificare le azioni e fare in modo che tutto il ‘sistema Paese’ si possa muovere più efficacemente nella giusta direzione.
Le qualità e le unicità dei prodotti Made in Italy sono tra le più apprezzate dai consumatori di tutto il mondo. Degli 80mila consumatori provenienti da 27 Paesi interpellati da EY per la ricerca “Future Consumer Now”, l’80% ha risposto in modo affermativo alla domanda “compreresti italiano?”. Al Bel Paese viene solitamente associata una percezione di buon gusto e stile che in pochi possono vantare. Considerando per esempio il settore agroalimentare, la parola “cibo” evoca l’Italia nella mente di tre persone su quattro in giro per il pianeta.
Nell’attuale contesto di continua crescita del commercio internazionale di merci, questa potenziale forza dell’etichetta “Made in” è diventata più importante che mai. Secondo le stime di WPP, i marchi italiani hanno aumentato il loro valore del 14% nell’ultimo anno, raggiungendo quota 96,9 miliardi di dollari.
Il Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia nonchè il
potenziamento dei grandi eventi in Italia dovrebbero prevedere:
– voucher Temporary Export Manager: questi voucher consentono alle PMI di accedere ad un management specializzato nell’export a costi ridotti.
– formazione di Export Manager: formare fino a 2mila manager in co-finanziamento con le Regioni. Un export manager temporaneo sarà in grado di seguire singolarmente tra le 8 e le 9 aziende.
– roadshow per le PMI: iniziative di formazione sui territori e attivazione di un servizio dedicato alle aziende che vogliono consulenza per iniziare il loro business all’estero;
– piattaforma E-Commerce per le PMI: potenziamento degli strumenti a disposizione della digitalizzazione delle PMI per favorire l’accesso alle piattaforme digitali e sarà prestata un’attenzione strategica alla proprietà dei dati ed all’accesso al mercato digitale.
Inoltre 5 azioni specifiche verso l’ estero:
– Piano GDO: accordi con la grande distribuzione per inserire negli scaffali un maggior numero di prodotti del Made in Italy, in particolare marchi di qualità appartenenti ad aziende di piccole dimensioni;
– Piano speciale che intende creare nuove opportunità per le aziende italiane , che comprende la comunicazione funzionale, per la valorizzazione dei prodotti autentici, contro l’Italian sounding, che consentirà ai consumatori all’estero di riconoscere l’autenticità dei prodotti italiani contro le numerose imitazioni e contraffazioni;
– Risorse da destinare alla raccolta e sistematizzazione per settore/tipologia delle diverse realtà a marchio made in Italy, con possibile opportunità di investimento in Italia;
Inoltre, proseguimento nel contrasto al fenomeno dell’Italian sounding, vera e propria economia parallela che, sottraendo quote di mercato ai prodotti originali, provoca rilevanti danni alle aziende del nostro paese. “Pizza carbonara”, la “mortadela Siciliana” o la “sopressata” sono alcuni esempi di come le aziende estere utilizzino l’apprezzamento riposto dai consumatori verso denominazioni e immagini che evocano l’Italia per promuovere la commercializzazione di prodotti affatto riconducibili al nostro Paese. Un fenomeno di dimensioni economiche estremamente gravose per tutte le aziende italiane esportatrici, ostacolando la forza del brand Italia. Bisogna quindi lavorare per poter sfruttare a pieno l’immenso potenziale offerto dalla varietà e dalla qualità produttiva nostrana.
Occorre la Individuazione di un nuovo modello di Made in Italy che coniughi ambiente, economia circolare, sostenibilità economica delle filiere produttive, etica e connessione sociale con l’auspicio di un nuovo Rinascimento che non potrà che essere anche artigiano e non solo di grandi marchi.
Una minaccia concreta, di cui ho già accennato in precedenza, per il Made in Italy è rappresentata dalla possibilità di acquisizioni e delocalizzazione che impoveriscano o snaturino la produzione nostrana. Lo storico marchio italiano Pernigotti, viene spesso citato come esempio in tal senso, in quanto acquisito nel 2013 dalla multinazionale turca Toksöz Group, con tanto di annessa promessa a voler mantenere e potenziare l’attuale struttura.
E’ l’Unione Europea a dover svolgere un fondamentale ruolo di promozione e protezione dei prodotti degli Stati Membri attraverso il sostegno al credito per le imprese Made In che operano sui mercati esteri, con adeguata e puntuale campagna straordinaria di comunicazione a sostegno dei prodotti Made in Italy e un rafforzamento della presenza dei prodotti italiani nella grande distribuzione organizzata (GDO) sia dei mercati maturi (Stati Uniti, Germania, Giappone, ecc.) sia di mercati emergenti non interessati dall’emergenza Coronavirus.
A questi primi interventi, si devono affiancare azioni mirate all’accesso al credito, per le piccole e medie imprese, per divenire così strumento a supporto, a tutela di imprenditori, artigiani, autonomi e professionisti, nonché a salvaguardia dell’export e di tutti quei settori che costituiscono con le eccellenze del Made in Italy.
Chi è Made in Italy, deve poter ottenere credito e sgravi fiscali per poter investire nel potenziamento dei processi di internazionalizzazione e di export. Credo sia questo il percorso lungo il quale proseguire, per scongiurare una crisi che, in termini di impatto reputazionale, potrebbe generare: se il Made in Italy è qualità e bellezza, come ho già più volte sottolineato, è alla tutela del nostro stile di vita, dei nostri valori identificativi che dobbiamo puntare per determinare la ripresa economica di cui abbiamo bisogno.
L’idea, insomma, è quella di fare quello che all’Italia non è ancora riuscito, cioè dar vita a un «Sistema Paese», dove sia le istituzioni che le forze economiche debbano fare un grande e continuativo lavoro di squadra per promuovere e sostenere le imprese del made in Italy.
Come? Attraverso punti focali quali: comunicazione; formazione e informazione; e-commerce; sistema fieristico; promozione integrata; finanza agevolata.
Da un parte serve che l’imprenditoria italiana faccia un salto in avanti per emergere nei mercati mondiali, ma al loro fianco occorre una politica industriale strutturata, e non estemporanea- spot.
Il Made in italy può anche essere un concetto romantico, ma siamo in una era moderna dove è il Governo a dover sostenere le aziende , e quindi il Made in Italy, con incentivi alle aziende italiane per poter andare all’estero, investimenti per incentivare gli investitori ad arrivare in Italia e infine anche per attrarre turismo
Perchè nascondersi dietro l’idea romantica del Made in Italy non basta più. Serve agire concretamente a sostegno della nostra autenticità.
Oggi tutto ciò si può realizzare, grazie al Governo ed a un Ministero dedicato.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Gramigna: Comunicare il bello del Made in Italy nel mondo
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Comunicare il Made in Italy significa portare l’Italia “quella bella” nel mondo”
Il Made in Italy è il brand dei brand. Non c’è bisogno di spiegarne il motivo. Significa ” fatto bene”.
Comunicare il Made in Italy al di fuori dei confini nazionali vuol dire proporre, insieme alle aziende, un intero paese che è l’Italia, con tutto il patrimonio che lo contraddistingue e lo rende così appetibile nell’immaginario di chi non ci vive.
Per farlo davvero bene, essere italiani non è un accessorio di poco conto.
Se è vero che parole come “autenticità”, “spontaneità”, “calore” e “immediatezza” dovrebbero costituire l’agenda di ogni buon comunicatore del XXI secolo, è innegabile il gap tutt’oggi esistente tra la sensibilità consolidata da molte medie e grandi aziende italiane – ben consapevoli dell’importanza delle emozioni nella costruzione della reputazione del brand – e la effettiva risposta di penetrazione in diverse aree del mondo, che non riescono a comprendere appieno le potenzialità del valore Made in.
Sono convinta che il Made in Italy abbia una “potenza” ancora in gran parte inespressa, e che sia arrivato il momento adesso di capitalizzare al meglio questo nostro straordinario valore. Ma per farlo occorre sfruttare in maniera adeguata un valore, come tutti gli imprenditori sanno, ed è necessario conoscere bene questo valore.
Secondo alcune ricerche di mercato, il marchio Made in Italy è noto nel mondo quasi come due marchi super globali come Coca-Cola e Visa. Oltre a ciò, secondo uno studio della rivista Forbes, questo marchio è al settimo posto in termini di reputazione tra i consumatori di tutto il mondo
Una buona strategia di comunicazione ecco che diventa la leva, ed anche un fattore cruciale per il successo di un ambizioso programma di export. Non solo per far conoscere, ma anche per far apprezzare la propria unicità, far vivere la passione e i valori che stanno dietro ad ogni prodotto, costruire la percezione di un mondo senza rinnegare le radici, ma allo stesso tempo adattandosi al paese di arrivo.
La sensazione, infatti, è che spesso le nostre aziende Made in, da una parte, non riescano bene a comprendere i fattori di successo, dall’altra manchino da sempre politiche mirate ad una strategia comunicativa e di marketing .
Mancano investimenti e risorse. Mancava visione, che adesso grazie ad un Ministero ( finalmente) dedicato, esiste.
Se è vero che il Made in Italy non è solo un mito italiano, è vero anche che, in quanto fenomeno culturale e di consumo, esso è in continua evoluzione. Così come il suo successo è andato crescendo – e continua a crescere – all’estero, ma anche in patria la sua percezione non è sempre stata quella di oggi: l’amore per il Made in Italy non è nato con gli italiani.
E questo ha delle conseguenze importanti sia per chi lo produce che per chi lo comunica.
Il percepito interno del Made in Italy e della sua filiera è il frutto di un lavoro su due fronti: quello del marketing, che ha costruito conoscenza, reputazione e desiderabilità e quello dell’imprenditoria, che ha continuato a ricercare e produrre qualità, e i tanti produttori che ci hanno sempre creduto.
Ma siamo adesso in una nuova fase, in cui l’italianità si avvicinerà ad essere un semplice requisito d’ingresso e vinceremo o perderemo la competizione in base agli altri valori che avremo saputo mettere nei prodotti e comunicare.
Passeremo, cioè, dalla “qualità Made in Italy” al “Made in Italy di qualità”.
Come tutti i processi complessi, la pianificazione di una strategia di Marketing e la comunicazione di Brand richiedono competenze diversificate ed un Team integrato. Nell’ambito dell’ospitalità e del Made in Italy, la comunicazione è una delle prime sfide da dover fronteggiare nel migliore dei modi.
Comunicare il Made in Italy al di fuori dei confini nazionali vuol dire proporre, insieme all’azienda, un intero paese, con tutto il patrimonio che lo contraddistingue e lo rende così appetibile nell’immaginario di chi non ci vive. Per farlo davvero bene, essere italiani non è un accessorio di poco conto, come “educatori” del mercato che influenzano le preferenze e i desideri della clientela finale.
A lato, ma non in senso “marginale”, si trovano i social media, potentissimi mezzi di comunicazione, di dialogo e di coinvolgimento del pubblico. Social networks come Facebook, Twitter, Linkedin e blog hanno ormai una grande importanza.
Una recente ricerca pubblicata da HubSpot segnala, nel corso del 2011, un tasso di crescita del 50% nelle spese di marketing destinate all’Inbound Marketing (tipologia di marketing basata sulla pubblicazione di contenuti utili, via blog, social network e altri media al fine di portare gli utenti/clienti verso l’impresa). Inoltre, il 62% delle imprese intervistate considera i social media la fonte più importante di leads negli ultimi sei mesi del 2011.
Condizione necessaria per poter trarre il massimo da questi nuovi strumenti è la costanza e l’investimento di risorse soprattutto in termini di persone e di tempo. L’acquisizione di nuovi potenziali clienti è infatti direttamente proporzionale alla frequenza dei post e all’intensità dell’attività di blogging.
Se parliamo di Made in Italy e di come il marketing possa essere l’elemento chiave per promuoverlo, bisogna saper raccontare le persone, i luoghi, le storie e le tradizioni. Bisogna avere la capacità di suscitare emozioni attorno a sapori, profumi ed esperienze sensoriali. E per fare tutto questo, come vedremo, non bastano un prodotto e la sua qualità, l’eccellenza e la sua storia, ma occorre saper trasmettere tutto questo e, a volte, saperlo difendere.
Dal food alla moda, dall’arredamento al luxury, oggi il made in Italy racchiude decine di migliaia di produzioni capaci di generare un giro d’affari da decine di miliardi di euro all’anno. Eppure, non basta dire Made in Italy per garantire che sulle tavole arrivi davvero un prodotto Italiano o sugli scaffali un maglione confezionato nei nostri distretti dell’alta moda. Lo abbiamo visto con la lotta all’Italian Sounding, che abbiamo estenuamente combattuto. E vinto.
Oggi infatti è proprio il marketing il miglior alleato di chi deve canalizzare le vendite di prodotti caratterizzati da alti standard qualitativi. Non basta infatti l’eccellenza a determinare il successo. C’è la necessità di comunicare tutto questo, di farlo arrivare ai potenziali clienti raccontando cosa c’è dietro una produzione italiana. La sua storia, la tradizione di produzioni artigianali che affondano le loro radici nel passato, capace di rigenerarsi grazie a impegno, passione e altissime competenze.
E allora, per fare in modo che il Made in Italy sia realmente tutelato, che sia davvero un valore aggiunto, è necessario rappresentare coerentemente tutto quello che le produzioni italiane sono capaci di evocare. Deve creare emozioni.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Made in Italy, Gramigna: finalmente il Ministero
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “chiedevamo un Ministero ad hoc. Oggi esiste, lavoreremo per questo ambito importante”
“Made In Italy” e “Made in Tuscany” rappresentano certamente un punto cardinale per Forza Italia, che all’inizio della scorsa legislatura, ha presentato una proposta di legge per l’Istituzione del Ministero per la tutela, la promozione e il commercio internazionale dei prodotti italiani, e Dipartimenti regionali che potessero costruire quel tessuto connettivo indispensabile, per il rilancio delle nostre imprese e del lavoro.
Con un documento ufficiale a firma della Responsabile del Dipartimento in Toscana, Antonella Gramigna, la proposta venne ulteriormente sollecitata, sia al Presidente Tajani, quale diretto interlocutore UE, sia alla dirigenza nazionale.
Nel frattempo, a Bruxelles, grazie al Presidente Tajani, abbiamo lottato contro l’Italian sounding, contro la contraffazione dei prodotti, contro i marchi falsi, per l’autenticità della filiera corta, della genuinità degli alimenti, per una sovranità alimentare (oggi viene definita così) e noi la condividiamo fortemente. Perchè mangiare italiano deve essere nostro patrimonio. Non sottoposto a nessuna imposizione o intromissione estera di basso livello.
E’ proprio nell’ottica di ” Partito aperto” , di ascolto e proposta, di inclusione e partecipazione, che Gramigna ha pensato ad un progetto di inclusione delle diverse espressioni di ogni ambito che riguardi la cultura e la bellezza toscana, la sua artigianalità, e le PMI, con una squadra di persone , ognuna di riferimento territoriale, che sarà presentata a breve.
” Non c’è da inventare nulla , è tutto scritto sapientemente nel libro di Berlusconi “L’Italia che ho in mente”, in cui viene indicata la linea politica per Forza Italia e il futuro possibile per l’Italia! Un compito difficile e impegnativo che oggi più di ieri risulta essenziale per ridare alla nostra “gente”, che in molti casi non crede più nella politica e quindi non va più a votare, un appiglio per tornare a credere in qualcosa. Ed alle imprese di credere ancora nella forza di un Made in italy vincente.
In questi anni, anche molto difficili causa pandemia, ho realizzato incontri e tenuto conferenze on line con imprese, espressioni sia del nostro territorio, che di spicco all’estero, oltre ad imprenditori di successo come Alberto Milani (PiazzaItalia a New York) e Domenico Vacca, stilista con show room a New York e Roma, due grandi manager. Il grido di allarme, la richiesta di aiuto immediato alle imprese del “Made in Italy”, e sono tante quelle che rischiamo di perdere, oggi arriva anche dal costo energia, che fa da padrone. Adesso è tempo di agire, di tutelare il nostro grande valore !
La mia disponibilità prosegue, ancor più convinta dell’importanza di questo impegno, con la squadra di persone che ho scelto e con le quali mi rapporterò, oltre al collaborare se necessario, con il Ministero dedicato, tramite i nostri rappresentanti Istituzionali a cui solleciterò prima possibile un incontro per poter al meglio proseguire con questo importante percorso con progetti mirati alla valorizzazione del nostro grande bagaglio di bellezza e qualità targato Italia .”
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Made in Italy, Gramigna: visita alle cave di Carrara
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Il dipartimento regionale Made in Italy di Forza Italia visita le cave di Carrara”
“Visitare una cava è entrare nel cuore della terra, ed anche in quello di chi spende la propria vita da generazioni per questo importante settore, che dà lustro al nostro territorio. Un settore che ci onora delle più belle creazioni artistiche e artigianali”.
Così Antonella Gramigna, responsabile regionale di Forza Italia per il Made in Italy, commenta la giornata di visita a Carrara.
Ad accompagnarla Martina Alibani, che con lei collaborerà sul territorio, come responsabile provinciale Made in italy, nominata da Emanuele Ricciardi.
“I cavatori sono tutti coloro che lavorano in cava: da chi è titolare a chi lavora. Siamo tutti famiglia.” Così Fabiola Lazzareschi, durante la visita, ha illustrato colori e sfumature della vita in cava. Una vita non facile, tutta da conoscere e respirare per capire quanto è importante questo settore per la toscana.
Antonella Gramigna sottolinea come “L’arte del marmo e l’identità dello scultore sono patrimonio universale, da tutelare e garantire. Dirò di più: il nostro impegno, attraverso i nostri parlamentari, il coordinamento provinciale e di Carrara, sarà di portare a Roma la richiesta di un riconoscimento al “tipo” di arte artigianale di pregio, ad oggi non annoverata in alcun albo nazionale.
È stato un pomeriggio importante, un incontro informale e non politico, ma unicamente un primo contatto per me come responsabile, per proseguire poi con chi del territorio ne è responsabile, come Martina ed i coordinatori, perché proseguire nella conoscenza e nell’ascolto di tutte le categorie è la cosa più importante che la politica deve fare. Oggi più che mai.
Martina, che ha fatto una grande campagna elettorale e che si è spesa molto anche per questo settore, che ringrazio per aver accettato la nomina, avrà il compito di coordinare, collaborare a vari livelli, e proseguire il cammino intrapreso oggi, come spalla e interlocutrice del Dipartimento Forza Italia toscana Made in Italy, di cui ho la responsabilità regionale, raccordando le imprese, e tutte le realtà del suo territorio”.
Nella parole di Martina Alibani l’entusiasmo per un’avventura che sta per cominciare: “Ringrazio Antonella Gramigna per la fiducia. Cercherò di dare il mio contributo alla causa di Forza Italia e del dipartimento Made in Italy. Insieme ai coordinatori comunali di Forza Italia a Massa-Carrara e al provinciale, Emanuele Ricciardi, valorizzeremo il Made in Italy applicato ai vari settori: dal marmo agli stabilimenti balneari, dai prodotti enogastronomici alla cultura locale. Abbiamo un grande patrimonio che attende di essere valorizzato e lo faremo sia in Parlamento, sia al Governo“.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Giustizia, Baldini: un altro magistrato come Ministro?
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini: “Davvero abbiamo bisogno di un altro magistrato come Ministro della Giustizia?”
Premetto subito che non ho nulla contro il dottor Nordio. Egli esprime senza dubbio un’alta figura, sia tecnica che politica; rappresenta quella parte buona della magistratura, che ritengo sia la stragrande maggioranza. Quella che interpreta con serietà e compostezza l’alto ruolo istituzionale che riveste, che esercita il proprio potere di giudizio con l’alto senso di responsabilità che ne deriva. Quella che però, purtroppo, troppo spesso rimane silenziosa in disparte fino ad aver oltrepassato la soglia della pensione.
Molto più evidente nella propria esibizione, anche mediatica, è quella parte vivamente impegnata nella politica, sia quella giudiziaria, che quella intesa in senso lato. Questa si espone volentieri all’opinione pubblica, spesso presentandosi come elemento salvifico di ogni problema e come unico garante della sicurezza pubblica.
Una tendenza che, perniciosamente iniziata con la stagione di mani pulite, è poi proseguita sempre più intensamente con ampia ingerenza nella vita amministrativa del Paese. Una indebita intromissione che ha prodotto una pericolosissima interferenza nella politica nazionale fino a giungere ad una dannosa commistione fra potere giudiziario ed esecutivo.
Questo, insieme ad una serie di scivoloni, dove la magistratura ha pubblicamente mostrato il proprio lato peggiore, ha prodotto un crollo di popolarità.
Una intensa stagione caratterizzata da attriti e frizioni fra magistrati; da aspre battaglie interne agli stessi uffici; da maliziose manine che sembrano spostare, o addirittura sono accusate di aver fatto sparire atti e documenti; da pubbliche denunce, mai smentite, che svelano una indebita gestione correntizia delle carriere, estranea ad ogni logica meritocratica; da ombre che allungano veline agli organi di informazione o addirittura favoriscono la spettacolarizzazione delle operazioni di polizia giudiziaria, ha sollevato sdegno ed un diffuso senso di disapprovazione.
Tanto che perfino il misuratissimo Presidente Mattarella ha avvertito la necessità di rivolgere un richiamo alla categoria.
Ora, è certo che l’obbiettivo della magistratura non è la vittoria in una gara di gradimento. Ma è altrettanto inoppugnabile che l’aura di quasi onnipotenza che aveva raggiunto, ne esce gravemente compromessa.
In siffatto clima, ci si appresta, a seguito della chiara scelta degli italiani di affidarsi al governo della compagine di centrodestra, alla difficile scelta del guardasigilli.
Al di là dei sottili equilibri che necessariamente sottendono alla composizione della squadra di governo possiamo osservare che ci sono tanti profili potenzialmente all’altezza, soprattutto avvocati: da Delmastro delle Vedove per FdI, a Bongiorno per la Lega, fino l’uscente sottosegretario per la Giustizia Sisto e Bernini per FI.
E’ proprio necessario mandare un altro magistrato a via Arenula?
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana
Giustizia, Baldini: linee guida per il prossimo Ministero
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini dettaglia le linee guida per il prossimo Ministero
Nella rinnovata compagine parlamentare del centrodestra ci sono incontestabilmente profili di indubbio livello per quanto concerne il settore giustizia. Delmastro delle Vedove e Nordio per FdI, Bongiorno e Ostellari per la Lega, l’uscente sottosegretario Sisto e Bernini per FI. Le voci sui papabili al ruolo di guardasigilli si rincorrono in questi momenti post elettorali, coinvolgendo politici e non.
Perché, oggi come mai prima, il Ministero della Giustizia, oltre che essere giustamente ambito, risulta il perno di un più ampio progetto di rinnovamento di cui la nuova squadra di governo vorrà rendersi protagonista in ottemperanza ad un programma di certo ambizioso, ma sicuramente realizzabile.
I numeri ci sono e appaiono rassicuranti. Rassicuranti nel senso che appare giunto finalmente il momento per una riforma organica e strutturale. Cosa che si è rivelato materialmente impossibile da raggiungere con la riforma Cartabia che, concepita con le migliori intenzioni, ha scontato pesantemente la eterogenea maggioranza nella quale convivevano convinzioni opposte e difficilmente conciliabili.
Adesso, finalmente abbandonata la concezione giustizialista e carcerocentrica dei governi a trazione pentastellata, la direzione è quella tracciata dalle linee programmatiche della coalizione di centrodestra.
I punti cardine risultano essere:
1 portare a termine l’iter per la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante per recuperare la piena terzietà del giudice al fine del riequilibrio del processo accusatorio, stravolto e snaturato tanto da essere trasformato in un ibrido senza senso;
2 intervenire radicalmente sulla irragionevole durata del processo penale, realizzando un potenziamento delle piante organiche del personale amministrativo e dei magistrati, anche eliminando il fenomeno dei magistrati fuori ruolo distaccati presso l’esecutivo, ed in particolare presso il ministero della Giustizia, specialmente in nome del ripristino della separazione dei poteri; realizzando un potenziamento del ruolo filtro dell’udienza preliminare con previsione di incentivazione all’utilizzo dei riti alternativi al processo ordinario; recupero dell’istituto della prescrizione nell’ottica della doverosa rinuncia alla potestà punitiva dello Stato a seguito del decorso del tempo esorbitante i limiti del giusto processo;
3 reintroduzione del divieto d’appello contro le sentenze di assoluzione: la normativa nazionale ed internazionale garantisce il diritto del condannato, non certo del Pubblico Ministero, ad un secondo giudizio di merito;
4 rilancio della riforma dell’ordinamento penitenziario nella profonda e radicata consapevolezza dell’impossibilità di risoluzione dei problemi sociali attraverso la neutralizzazione dell’individuo mediante restrizione carceraria e, soprattutto, nella incrollabile convinzione della necessaria finalità rieducatrice della pena, costituzionalmente prevista, attraverso la valorizzazione delle forme alternative alla detenzione ed il potenziamento di percorsi di reinserimento.
FI si è da sempre fatta portatrice di una siffatta visione della Giustizia ed intende perseguire tali obbiettivi, di concerto con gli alleati. Anche questi si dichiarano d’accordo sulla linea costituzional-garantista, seppur con accenti più marcati per quanto alla cosiddetta “certezza della pena”; bersaglio necessario che non deve però sconfinare in eccessive rigidità.
E’ nostro compito operare al fine di disinnescare le possibili derive populiste che le spinte di una opinione pubblica emotiva possono generare. Le esigenze securitarie non possono e non devono esorbitare i limiti imposti non solo dalla Carta Costituzionale ma anche e soprattutto da generali principi di civltà giuridica.
Il popolo azzurro, per il tramite dei propri rappresentanti, si è costantemente mosso quale elemento equilibratore in grado di garantire concretezza e affidabilità coniugate con misura e visione di ampia prospettiva. Continuerà a interpretare responsabilmente il proprio ruolo cercando di condurre in porto anche questo progetto al fine di tutelare gli interessi della nazione e dei cittadini tutti. Con la piena consapevolezza del ruolo essenziale della Giustizia, inteso come tutela dei diritti, quale specchio della civilizzazione di un paese, quale elemento di spinta dell’economia generale, quale difesa della eguaglianza dei cittadini.
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana
Made in Italy, Gramigna: qualità attraverso nuove tecnologie
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena Antonella Gramigna: “Il marchio Made in Italy: qualità e stile senza tempo attraverso le nuove tecnologie #Madeinweb”
Il prestigio dell’Industria italiana, delle attività artigianali e enogastronomiche nel mondo è dovuto a una serie di prodotti di eccellenza ai quali vengono riconosciute alcune caratteristiche distintive, come l’alto livello qualitativo dei materiali/ prodotti utilizzati; lo stile raffinato; l’innovazione; la cura dei dettagli; l’attenzione alla produzione conservativa di storia e tradizioni; la capacità di durare nel tempo.
L’insieme di queste caratteristiche viene indicato con l’espressione Made in Italy, “prodotto in Italia”, segnalando così l’origine italiana di un prodotto destinato al mercato nazionale ed internazionale. Un vero e proprio marchio, riconosciuto, apprezzato e amato in tutto il mondo per le qualità e le unicità dei prodotti tra le più apprezzate dai consumatori di tutto il mondo.
Degli 80mila consumatori provenienti da 27 Paesi interpellati da EY per la ricerca “Future Consumer Now”, l’80% ha risposto in modo affermativo alla domanda “compreresti italiano?”. Al nostro Paese viene solitamente associata una percezione di buon gusto e stile che in pochi possono vantare. Considerando per esempio il settore agroalimentare, la parola “cibo” evoca l’Italia nella mente di tre persone su quattro in giro per il pianeta.
Nell’attuale contesto di continua crescita del commercio internazionale di merci, questa potenziale forza dell’etichetta “Made in” è diventata più importante che mai. Secondo le stime di WPP, i marchi italiani hanno aumentato il loro valore del 14% nell’ultimo anno, raggiungendo quota 96,9 miliardi di dollari. Ma, ad oggi, a qual’ è lo stato del Made in Italy?
Nelle classifiche che misurano la popolarità del marchio, l’Italia non rientra tra i primi Paesi. Ad esempio secondo il Made-In-Country-Index di Statista, che misura la forza del marchio nazionale e delle sue etichette nei diversi Paesi, l’Italia è settima. Ulteriore minaccia per il Made in Italy è rappresentata dalla possibilità di acquisizioni e delocalizzazione che impoveriscano o snaturino la produzione nostrana.
Il Capo terzo del Decreto Crescita, negli articoli 31 (marchi storici) e 32 (contrasto all’Italian sounding e incentivi al deposito di brevetti e marchi), è tutto dedicato alla «tutela del Made in Italy». Esso, infatti, istituisce il Registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale, a cui potranno essere iscritti i marchi d’impresa registrati da almeno cinquant’anni (o con l’uso continuativo dimostrabile per lo stesso periodo di tempo).
Se il titolare del marchio vuole chiudere o delocalizzare, dovrà notificare al ministero per lo sviluppo economico le ragioni e le azioni per trovare un nuovo acquirente. Con il marchio storico, viene creato anche un logo collegato che potrà essere usato dalle aziende iscritte per fini commerciali e promozionali.
Un credito d’imposta per la tutela legale dei prodotti italiani, fino a 30.000 euro, pari al 50% delle spese sostenute e uno per la partecipazione di PMI a fiere internazionali pari al 30% delle spese di affitto e allestimento degli spazi espositivi e le attività di comunicazione, fino a massimo di 60 mila euro, hanno implementato la possibilità di maggiore espansione per il Made in Italy sui mercati esteri.
Le politiche dell’Unione europea, in questi anni, grazie ad Antonio Tajani (Forza Italia) , che ha tanto sostenuto il marchio a firma ITALIANA, tendono alla tutela dei prodotti tipici e tradizionali provenienti dall’interno dei suoi confini. L’Italia in particolare gode di una maggiore protezione in tal senso rispetto agli altri Paesi europei, essendo il Paese con il maggior numero di prodotti agroalimentari a Denominazione d’Origine e a Indicazione Geografica riconosciuti dall’Unione europea; ben 295 prodotti tra Denominazione Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografiche Protette (IGP), Specialità Tradizionale Garantita (STG), e 523 vini tra DOP e IGP.
Le nuove politiche sembrano muoversi verso questa direzione corretta, proponendo incentivi fiscali e ulteriore protezione ai marchi storici italiani. Ma non basta. Serve un Ministero ad hoc, che contenga ogni settore di riferimento, concentrando energie e risorse per chi si merita la targa di Made in italy. Ed è questo il mio impegno per l’Italia, e specie per la Toscana, terra di grandi realtà Made in Italy, perche l’importanza economica del tema e delle nostre tradizioni devono andare a braccetto.
Da valorizzare, inoltre, il progetto “Made in Italy: eccellenze in digitale”, che si propone di avvicinare le imprese del Made in Italy alla rete e al suo grande potenziale economico e di export: far conoscere le eccellenze del nostro Paese in tutto il mondo attraverso una piattaforma digitale e valorizzare i giovani come promotori della transizione dell`economia italiana al digitale.
Il modello produttivo italiano è in grado di rispondere ad esigenze di grande qualità e forte personalizzazione e questo lo rende ideale per avere successo in internet. Grazie ad internet, infatti, si possono raggiungere clienti sparsi in tutto il mondo, con un grande potenziale per l`export: i prodotti di nicchia non sono più costretti in mercati di nicchia. Tuttavia, il Made in Italy è ancora poco presente sul web, solo il 34% delle PMI ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce.
Fino ad oggi la piccola e media impresa italiana è stata poco presente nel mondo web e sulle grandi piattaforme del commercio elettronico a livello nazionale e internazionale. E` quindi opportuno immaginare un sostegno di promozione e diffusione culturale attraverso strumenti innovativi che diano il giusto spazio alle storie di successo di tanti innovatori che hanno già dimostrato come questa strada sia percorribile.
Il web è un trampolino straordinario proprio verso il resto del mondo, e come dicono i dati di Google, vi si legge la voglia di Italia, della nostra bellezza, dei nostri prodotti. Lo ha ricordato in modo efficace Eric Schmidt: “in un mondo globalizzato, un prodotto di nicchia non ha più un mercato di nicchia. E questo anche grazie alla Rete, che può dare alla nostra economia, alla miriade di nicchie di eccellenza, una marcia in più, grazie alla sfida digitale.”
Oggi il requisito fondamentale che deve avere un prodotto commerciale Made in Italy è che sia stato progettato, ideato e disegnato in Italia, anche se industrialmente è prodotto altrove. Dobbiamo tornare alla produzione italiana, per maggiore occupazione, e qualità. Per far sì che ciò avvenga la politica deve obbligatoriamente ricondurre risorse e sostegno a coloro i quali garantiscono l’intera filiera italiana.
Questa è la nostra forza, da qui serve ripartire per dare davvero lustro al nostro Paese. Scritto con la P maiuscola, perchè l`Italia, non lo dobbiamo dimenticare, è forte quanto fa l`Italia, quando scommette sulle cose che la rendono unica: bellezza, qualità, paesaggio, tradizioni, coesione sociale, legame con i territori. E se lo fa con le nuove tecnologie, il web e gli strumenti che il presente ci offre non la batte nessuno.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena
Made in italy: il ruolo fondamentale dell’agricoltura
I candidati di Forza Italia alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena Antonella Gramigna e Sen. Roberto Berardi: “Made in italy: il ruolo fondamentale dell’agricoltura”
” Il Made in Italy, nostro grande patrimonio da tutelare e preservare, supportare, comprende non solo i settori del manifatturiero, artigianato, industrie, e produzioni di autenticità territoriale come l’enogastronomia ma anche la valorizzazione del nostro territorio che possa fornire anche soluzioni in un periodo come quello che stiamo attraversando, avendo lungimiranza del futuro.
A tal proposito, si rende interessante la connessione tra pubblico e privato, con l’utilizzo di aree a verde, come i vivai, o aziende di produzione agricola, come fonti di energia rinnovabile.
L’insediamento di pannelli solari, come limitazione del terreno anzichè barriere o fossi di distanziamento dalla strada, potrebbero servire all’approvvigionamento energetico di un dato perimetro di area abitata con piccola spesa al confronto di queste odierne.
Una soluzione ipotizzabile in tali casi, e che dovrà essere oggetto di attenta analisi, è quella della costituzione del diritto di superficie sul fondo e sui lastrici solari di proprietà di tali soggetti in favore di un terzo soggetto che si occuperà della costruzione e d’installazione dell’impianto.
Energia Rinnovabile attraverso la costruzione di un «sistema», che permetta di arginare attraverso la sinergia di soggetti diversi ma integranti, ed integrati, il fabbisogno energetico e le spese correlate a molte imprese e famiglie del territorio.
Altro settore strategico è quello legato all’Agricoltura, un patrimonio che lega la enogastronomia italiana al primo posto ma ad oggi, il ostro Bel Paese si trova al quinto posto nel ranking dei Paesi europei esportatori di prodotti agroalimentari, scivolando in sesta posizione tra i 10 top exporter per incidenza delle esportazioni agroalimentari sul totale dell’export nazionale.
Tra le criticità che si vedono e costituiscono la base di questo ritardo, alcune sottolineate dalla ricerca (presentata al forum La Roadmap del futuro per il food&beverage) vi sono la sicuramente la dipendenza italiana da alcune materie prime agricole, come ad esempio i cereali, una imprenditoria media frammentata in tante piccole realtà, quindi più fragili economicamente rispetto ad altre catene più grandi, che oggi rappresenta il 92,8% del totale e genera solo il 13,2% dei ricavi globali, ma soprattutto ciò che mina fortemente il settore è il fenomeno dell’ Italian Sounding.
Come Forza Italia in UE tanto lo abbiamo contrastato grazie a presidente Antonio Tajani, perché indebolisce fortemente il posizionamento estero dei prodotti italiani, sostituendoli con copie di prodotti Made in Italy.
In alcuni Paesi la quota di referenze “Italian Sounding” nei punti vendita della grande distribuzione è scandalosa: in primis, il Giappone (70,9%), seguito a brevissima distanza dal Brasile (70,5%), mentre in Europa il dato maggiore è stato riscontrato in Germania (67,9%). A livello di prodotti, i più imitati sono ragù (61,4%), parmigiano (61,0%) e aceto balsamico (60,5%).
Sommando il valore dell’Italian Sounding dei prodotti alimentari monitorati, si stima un fatturato di 10,4 miliardi di euro, il 58% in più rispetto a quanto generano complessivamente gli stessi prodotti veramente italiani.
Partendo da questi risultati e correlandoli con il valore dell’export di riferimento a questi prodotti, si ottiene un moltiplicatore dell’ Italian Sounding pari a 1,58 che, applicato su larga scala internazionale, fa emergere come questo fenomeno da solo possa giungere a valere 79,2 miliardi di euro. Sommando, quindi, questa cifra al dato effettivo delle esportazioni, l’Italia (idealmente) andrebbe ad incassare dal commercio oltreconfine dei suoi prodotti agroalimentari, ben 129,3 miliardi di euro.
Ecco che la mancata difesa del Made in Italy alimentare, ma allargherei anche ad altri settori, porta a 79 miliardi di euro e più di mancato business. Quindi di mancata economia, lavoro, investimenti.
Ecco cosa occorre fare: bisogna sostenere le aziende, specie quelle medio piccole, con politiche attive, giuste e solidali al Made in, perchè altrimenti verremo fagocitati dal finto prodotto italiano che, a quanto pare, rende maggiormente.
Rinnoviamo la proposta di un ministero ad hoc, e di una politica che guardi verso questa direzione, per noi non procrastinabile.”
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena
Sen. Roberto Berardi, segretario Commissione Difesa, Commissario provinciale Forza Italia Grosseto e candidato al collegio plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena
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Elezioni, Baldini: l’importanza della Giustizia
Elezioni, il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini: “l’importanza della Giustizia“
L’approssimarsi della tornata elettorale, destinata a dare un nuovo corso all’amministrazione della Nazione, rende impellente affrontare le questioni ancora, purtroppo, irrisolte riguardanti la giustizia. Addirittura nemmeno toccate dal centro sinistra, impegnato a tenere unita una improbabile coalizione troppo eterogenea, e quindi concentrata sul paventare l’ormai trito e vieto argomento del pericolo fascista. Ancor peggio, le posizioni, condizionate dal populismo panpenalista e carcerocentrico, del M5S.
Per chi non ne fosse ancora consapevole, la Giustizia, oltre che specchio della civiltà di un Paese, è un potente volano dell’economia. Quando la giustizia viene correttamente amministrata, con tempi giusti e rispetto dei principi costituzionali, offre una affidabilità che è garanzia necessaria per l’ordinario svolgimento di ogni attività. Inoltre favorisce l’attrattività di investimenti esteri e una più favorevole valutazione delle agenzie di rating.
Questo è.
Ma alcuni sembra non lo vogliano vedere!
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana
Caro bollette, Gramigna: salvare il Made in Italy
Caro bollette, la responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena Antonella Gramigna: “Il nostro meraviglioso Made in Italy rischia di sparire e sarebbe un grave danno per tutti”
“L’allarme è sotto gli occhi di tutti. Avremo un autunno duro e molto difficile, annunciano i media. Saranno implicate le famiglie ma soprattutto chi possiede attività che ha già visto aumenti cospicui di spesa gas e luce in bolletta. Attività costrette a chiudere, perché impossibilitate a onorare i così alti degli aumenti di questo periodo. C’è chi si è visto aumentare la bolletta per ben 5/7 volte in più.
Cosa occorre fare? Per affrontare e risolvere una crisi di tale portata occorre innanzitutto un provvedimento urgente, immediato: la proroga e il potenziamento di tutte le misure di contrasto ai rincari che spetta all’attuale governo; in tal senso ci impegniamo da vera forza europeista, a chiedere un recovery plan solo per l’energia.
Ma serve anche altro, di più medio lungo respiro per il futuro, cioè un vero cambio di strategia energetica: zero burocrazia per tutti gli impianti, accelerata fonti autoprodotte ma anche sostegni nel breve-medio periodo, dal governo e dalla Ue”, lo afferma Antonella Gramigna, responsabile Made in Italy di Forza Italia Toscana, candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena.
“L’appello di Confindustria Toscana è chiaro: “servono aiuti immediati ma anche strategie per il Futuro”. Le aziende stanno chiudendo, le ricadute saranno epocali. Ecco che da una parte serve il contrasto ai rincari, dall’altra il potenziamento delle fonti autoprodotte, possibile solo con un Governo di Centro destra, viste le dichiarazioni della sinistra, quella del No.
Tutto ciò in linea con quanto prescritto dall’Europa, anche nel REPowerEU: zero burocrazia per gli impianti e sblocco completo delle rinnovabili ma anche nucleare di nuova generazione su cui l’Italia è all’avanguardia, come dimostra la ricerca al bacino del Brasimone, stralcio del Pitesai per incentivare trivellazioni e, ancora, rinnovo ed estensione degli incentivi all’efficientamento energetico per non disperdere energia a casa e sul posto del lavoro.
Oggi questo “È” il tema dei temi- prosegue Gramigna – Bisogna intervenire con celerità, perché la crisi dei prezzi è destinata a durare e ai ricatti della Russia seguiranno gli effetti della speculazione. Lo vediamo ogni giorno ai distributori di benzina, quanto incidono i rincari sui trasporti? E sulle famiglie che usano l’auto per recarsi al lavoro, o per svago? E appena arriverà il freddo, che faremo? Dobbiamo cambiare strategia ora, dando risposte concrete, per salvaguardare il tessuto produttivo e sociale. Il nostro meraviglioso Made in italy rischia di sparire e sarebbe un grave danno per tutti “, conclude Gramigna
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena
Scuola: programma per un Governo di Centrodestra
La responsabile del Dipartimento Scuola di Forza Italia Toscana Rita Pieri, insieme alla Responsabile Dipartimento Università Elisa Amato: ““PER L’ITALIA”, accordo quadro di programma per un Governo di Centrodestra.“
“PER L’ITALIA”, accordo quadro di programma per un Governo di Centrodestra.
Programma serio, innovativo, realizzabile; tutti temi decisivi per il futuro del nostro Paese e in grado di dare risposte concrete anche alle nuove emergenze.
Argomenti che vanno dalla politica estera al lavoro fino al fisco e alla sicurezza senza tralasciare aspetti fondamentali per la crescita del paese come il sostegno alla famiglia e alla natalità (Punto 5) e Scuola, Università e Ricerca (Punto 14 ).
Per questo ultimo punto è importante evidenziare come la scuola ha la necessità di ritrovare la sua forza e la sua priorità nella dimensione educativa e formativa necessaria per i nostri giovani. Rinnovamento della scuola che deve partire dalle esigenze formative e che punti alla valorizzazione delle loro predisposizioni e non ad una impostazione uguale per tutti che porterebbe ad aumentare la dispersione(scuola che accolga tutti e valorizzi ogni individualità puntando sulla centralità del rapporto docente-studente).
Se deve esserci un cambiamento questo deve passare necessariamente attraverso la scuola che deve formare e istruire davvero: i giovani sono il nostro futuro ed è necessario investire su loro facendoli sentire importanti.
Forza Italia da sempre si è impegnata per raggiungere tali obiettivi attraverso anche il lavoro incessante e puntuale della nostra Responsabile Nazionale Onorevole Valentina Aprea.
Anche il nostro Presidente Berlusconi interviene rilanciando il Liceo breve, ovvero un ciclo di studio di 4 anni e le lauree brevi. Un tema fondamentale per garantire ai nostri ragazzi la possibilità di affacciarsi al mondo del lavoro quanto prima possibile. La riforma degli Ordinamenti Scolastici ed Accademici in tal senso è da sempre uno dei principali obiettivi di Forza Italia ed è stata già presentata una Proposta di Legge che va in questa direzione e che prenderà vita con il prossimo governo.
Alla luce di tutto ciò, FI si impegnerà a :
- Rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico
- Piano per l’eliminazione del precariato del personale docente e investimento nella formazione e aggiornamento dei docenti
- Ammodernamento, messa in sicurezza, nuove realizzazioni di edilizia scolastica e residenze universitarie
- Valorizzazione e promozione delle scuole tecniche professionali volte all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro
- Allineamento ai parametri europei degli investimenti nella ricerca
- Incentivare i corsi universitari per le professioni STEM
- Maggiore sostegno agli studenti meritevoli e incapienti
- Riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola
- Favorire il rientro degli italiani altamente specializzati attualmente all’estero.
Inoltre, senza dimenticare l’importanza dell’incremento degli organici del Personale ATA per tutti gli ordini e gradi di scuola particolarmente per gli effetti derivanti dai processi di razionalizzazione e comprensivizzazione. Altro elemento importante sarà garantire dignità salariale a tutto il personale scolastico e in particolare ai docenti( i docenti italiani sono fra quelli meno pagati in Europa!!!).
Rita Pieri, Responsabile Dipartimento Scuola e Formazione Forza Italia Toscana
Elisa Amato Responsabile Dipartimento Università e Formazione Professionale Forza Italia Toscana
Puccinelli: sanità toscana in difficoltà
il Responsabile Dipartimento Sanità provinciale di Pisa di Forza Italia Marco Puccinelli: “sanità toscana in difficoltà”
Prendo spunto dalla slide del consigliere regionale di Forza Italia Marco Stella, per mettere alla luce le difficoltà di questa amministrazione regionale, per quello che riguarda la sanità. Per anni, durante il ventennio dell’assessore alla sanità e poi Governatore Rossi, abbiamo assistito ad un impoverimento delle risorse investite nel comparto sanitario con la riduzione degli ospedali periferici, riduzione dei posti letto in quelli rimasti, una riduzione del personale sanitario, dai medici agli infermieri e al personale oss (operatori sanitari).
Purtroppo la sinfonia con la nuova giunta del governatore Giani, non è cambiata: abbiamo assistito ad una difficoltà organizzativa durante tutta la fase della pandemia con il tracciamento dei positivi, per non parlare delle prime vaccinazioni anti covid, con quelle incresciose piattaforme di prenotazione.
Purtroppo le magagne di questa amministrazione non si sono fermate all’emergenza del covid, abbiamo più volte assistito alla mancanza di copertura dei turni notturni delle guardie medica delle zone periferiche nel nostro territorio, durante tutto il periodo estivo. Alcuni colleghi di Medicina generale si sono adoperati, oltre il loro orario di lavoro, coprendo orari dalle 20 alle 23, in modo da evitare un ulteriore carico il pronto soccorso più vicino.
Siamo arrivati al periodo delle agognate ferie e la mancanza dei giovani Colleghi, che una volta facevano a gara per sostituire i medici di famiglia, sono eclissati, non ci sono disponibilità, vuoi perchè impegnati in specializzazioni, vuoi perchè arruolati nelle UCA (ex USCA), vuoi per la mancanza del progetto universitario con il numero chiuso alla facoltà di medicina e chirurgia. Ebbene ci siamo organizzati con i Colleghi che lavorano nello stesso comune e ci sostituiamo a vicenda, naturalmente con gravi difficoltà organizzative e logistiche. Assistiamo veramente ad un fallimento della medicina territoriale, se penso ai medici che lavorano da soli, senza forme associative che non possono addirittura ammalarsi perchè non riescono a trovare un sostituto.
Occorre quindi rivedere tutto il sistema della medicina territoriale, ampliare l’associazionismo tra i vari medici di medicina generale, con le varie forme, case della salute, case di comunità, che possano dare una risposta ai cittadini, ma soprattutto agevolare il lavoro di questi professionisti. E’ importante a mio avviso, in questo momento storico agevolare il professionista, non deve essere oberato dalla “burocrazia”, con nuove regole sulle prescrizioni dei farmaci, che fanno altro che aumentare il tempo trascorso sul computer, togliendo minuti preziosi allo svolgimento dell’arte medica, ascoltare,visitare e fare la diagnosi della patologia del paziente.
Occorre sicuramente rivedere e aumentare il numero degli iscritti alla facoltà di medicina e chirurgia, (se si pensa che nel 2021 i posti disponibili erano 15 mila circa, su tutto il territorio nazionale), pensare a programmi di formazione per i medici iscritti al corso di MMG di eseguire in modo più assiduo il tirocinio pratico, affiancando il medico titolare durante l’orario ambulatoriale e visite domiciliari e pure durante le ore notturne nei presidi di guardia medica.
Marco Puccinelli, Responsabile Dipartimento Sanità provinciale di Pisa – Forza Italia
Scuola, Amato: Calenda vuole azzerare la formazione tecnica
Scuola, la responsabile del Dipartimento Università e formazione professionale di Forza Italia Toscana Elisa Amato: “Calenda vuole azzerare la Formazione Tecnico-Professionale”
Il Segretario di Azione, Carlo Calenda, per quanto riguarda il settore scuola, propone che: “Tutti i ragazzi di qualunque condizione sociale devono fare il Liceo. Gli studi professionali e tecnici devono essere rinviati a dopo”.
Semplicemente aberrante e pone in evidenza come lo stesso non ha né conoscenze né competenze in merito.
Forse non sa che gli studenti scelgono il prosieguo degli studi dopo un percorso orientativo lasciando a loro stessi e alle loro famiglie la libera scelta.
Tutti gli istituti scolastici mettono i ragazzi in grado di avere le competenze necessarie per affrontare il loro percorso di vita e non può essere una forza politica a decidere per loro.
Inoltre, tale proposta offende tutti i dirigenti scolastici, i docenti e gli studenti che frequentano istituti diversi.
Azzerare la formazione professionale apporterebbe un aumento della dispersione scolastica e annullerebbe l’istruzione e la Formazione Professionale delle Regioni.
Il successo formativo si raggiunge esclusivamente con una pluralità di percorsi che consentano di raggiungere pari dignità educativa e culturale.
Come Forza Italia continueremo a portare avanti le idee alle quali crediamo fermamente per i giovani e per il sistema.
Come afferma anche nostra Deputata Valentina Aprea ,Responsabile Nazionale del Dipartimento Istruzione, da sempre siamo impegnati a realizzare anche in Italia un vero Vet System (Vocational Education and Training) per garantire attraverso le qualifiche e i diplomi professionali di 1,2,3 livello figure professionali molto richieste dal mondo del lavoro che attualmente la Scuola non prepara. In tal modo si afferma un’alternanza formativa autentica tra mondo della scuola e delle imprese non solo nell’età evolutiva ma in tutte le fasi della vita.
Elisa Amato, Coordinatore comunale Forza Italia Livorno
Coordinatore Dipartimento Università e Formazione Professionale FI Regione Toscana
Gramigna: Pistoia investe nel Made in Italy
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “una Pistoia che crede ed investe sulla qualità data dal nostro Made in Italy-Tuscany”
Oggi, più che mai, con una globalizzazione che ha reso la qualità dei prodotti assai inferiore, si deve intervenire con forza, e maggiore identità, perchè si possano vedere le nostre capacità in prima linea, nel nostro territorio, con meno ingerenze di mercati di basso livello, e riqualificazione dei mercati in generale.
La dequalificazione dell’offerta merceologica ha reso più povera anche l’attrattiva del mercato bisettimanale, oggi di bassa qualità. Ciò non avvicina certo l’interesse di chi crede ancora nella moda come immagine e qualità italiana.
“Tante sono state le sollecitazioni pervenute dal settore commerciale del centro storico, e non solo, anche da attività produttive di livello, in questi ultimi anni “ dice la responsabile dipartimento regionale FI Made In Italy Antonella Gramigna “ le richieste riguardano la riqualificazione delle aree pedonali, una maggiore qualità merceologica e di recupero di quella artigianalità che contraddistingue il Made In, anche nelle periferie. Su questo tema sono spesso intervenuta, anche presentando tramite il mio gruppo consiliare politico di riferimento, una mozione in tal senso, approvata come in altri comuni toscani, all’unanimità”.
Durante la recente campagna elettorale, proprio in tal senso, è stato organizzato dalla candidata FI-UDC lista “Sempre più Pistoia”, Avv. Eleonora Scarpelli, un incontro proprio su questo tema assieme ad una rappresentanza dei commercianti del centro, ed a Antonella Gramigna, che segue da vicino le istanze di questo importante settore.
Il Sindaco Tomasi, oltre ad aver inserito alcune proposte della suddetta mozione approvata nel programma dei prossimi cinque anni, ha accolto alcune sollecitazioni ed idee dai presenti, ed espresso la volontà di azioni concrete per riportare in centro e nelle periferie qualità, per preservare il Made In italy, patrimonio da tutelare, ed anche per maggiore attrattiva turistica ed investimenti economici nella nostra città.
“Nel programma del Sindaco Tomasi, e di ciò ringrazio, è compresa la parte che riguarda proprio alcuni propositi della mozione approvata: recupero delle botteghe artigiane, di un mercato di qualità, e di fiere dedicate esattamente alla bellezza del nostro patrimonio culturale e manifatturiero, nonché tutta la enogastronomia di cui siamo qualitativamente capaci.”
Anche l’avv. Eleonora Scarpelli assicura che il suo impegno ( anche da non eletta) proseguirà : “ Sarò al fianco della responsabile dipartimento Antonella Gramigna, ed assieme con il Sindaco, con l’assessore di riferimento, ed con i nostri neoeletti consiglieri comunali, per promuovere proposte in tal senso, perché Pistoia possa venire vissuta in primis dai cittadini come luogo di grande valore artigianale, e di bellezza ”.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Gramigna: Il Made in Italy al 4 posto
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Il Made in Italy al 4 posto. Fa passi avanti, ma serve altro. Cosa? Crederci ( politicamente) di più”
Il Made in italy, un valore imprescindibile, che necessita di sostegno e soprattutto di promozione. Cosa si fa per questo? Molto poco.
Una recente ricerca di The European House-Ambrosetti evidenzia che, nonostante gli sforzi e il tanto sbandierare questa nostra grandissima qualità, non riusciamo a difendere all’estero la specificità, e quindi il business, del made in Italy alimentare.
Le vendite all’estero di prodotti ottenuti dalla filiera agroalimentare , dobbiamo darne merito, e lo dobbiamo ai tanti nostri imprenditori capaci, hanno registrato nel 2021 un giro d’affari alto, 50,1 miliardi di euro, mai stato così, segnando una crescita media nell’ultimo decennio del 5,5% e chiudendo la stagione con un saldo positivo di 3,3 miliardi di euro.
Ma pur brindando a questo risultato, e pur facendo la differenza di altri paesi, avendo un ricco paniere di proposte enogastronomiche, da nord a sud, il nostro Bel Paese si trova al quinto posto nel ranking dei Paesi europei esportatori di prodotti agroalimentari, scivolando in sesta posizione tra i 10 top exporter per incidenza delle esportazioni agroalimentari sul totale dell’export nazionale.
Tra le criticità che si vedono e costituiscono la base di questo ritardo, alcune sottolineate dalla ricerca (presentata al forum La Roadmap del futuro per il food&beverage) vi sono la sicuramente la dipendenza del nostro Paese da alcune materie prime agricole, come ad esempio i cereali, una imprenditoria media frammentata in tante piccole realtà, quindi più fragili economicamente rispetto ad altre catene più grandi, che oggi rappresenta il 92,8% del totale e genera solo il 13,2% dei ricavi globali, ma soprattutto ciò che mina fortemente il settore è il fenomeno dell’ Italian Sounding.
Come Forza Italia in UE tanto lo abbiamo contrastato grazie ad Antonio Tajani, di cui ho già parlato in precedenza, perché indebolisce fortemente il posizionamento estero dei prodotti italiani, sostituendoli con copie di prodotti Made in Italy.
In alcuni Paesi la quota di referenze “Italian Sounding” nei punti vendita della grande distribuzione è scandalosa: in primis, il Giappone (70,9%), seguito a brevissima distanza dal Brasile (70,5%), mentre in Europa il dato maggiore è stato riscontrato in Germania (67,9%). A livello di prodotti, i più imitati sono ragù (61,4%), parmigiano (61,0%) e aceto balsamico (60,5%).
Sommando il valore dell’Italian Sounding dei prodotti alimentari monitorati, si stima un fatturato di 10,4 miliardi di euro, il 58% in più rispetto a quanto generano complessivamente gli stessi prodotti veramente italiani.
Partendo da questi risultati e correlandoli con il valore dell’export di riferimento a questi prodotti, si ottiene un moltiplicatore dell’ Italian Sounding pari a 1,58 che, applicato su larga scala internazionale, fa emergere come questo fenomeno da solo possa giungere a valere 79,2 miliardi di euro. Sommando, quindi, questa cifra al dato effettivo delle esportazioni, l’Italia (idealmente) andrebbe ad incassare dal commercio oltreconfine dei suoi prodotti agroalimentari, ben 129,3 miliardi di euro.
Ecco che la mancata difesa del Made in Italy alimentare, ma allargherei anche ad altri settori, porta a 79 miliardi di euro e più di mancato business. Quindi di mancata economia, lavoro, investimenti.
Quanto ancora ci vorrà per comprendere il valore di questo nostro settore? Quanto ancora per porre sotto la lente l’importanza della promozione Made In come valore culturale ed economico? Le varie proposte fatte ad oggi sono risultate poco ascoltate, bisogna sostenere le aziende, specie quelle medio piccole, con politiche attive, giuste e solidali al Made in, perchè altrimenti verremo fagocitati dal finto prodotto italiano che, a quanto pare, rende maggiormente.
Rinnovo la proposta di un ministero ad hoc, e di una politica che guardi verso questa direzione, per noi non procastinabile.
Non è più tempo di errori, adesso servono fatti concreti.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Gramigna: Grillo e gli insetti nei piatti dei bambini
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Insetti, larve e locuste nei piatti dei nostri bambini? No grazie”
La Dieta Mediterranea, tanto importante proprio perchè bilanciata, oltre ad essere patrimonio immateriale dell’UNESCO, fa parte della nostra antica cultura italiana.
Il Made in Italy riguarda anche la nostra dieta mediterranea, che è un insieme di principi e modelli che mettono a sistema tradizioni, innovazione, ecologia integrale e sviluppo sostenibile, e si fonda oltre ai principi di buona salute, nel rispetto per il territorio e la biodiversità, garantendo la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura del nostro Paese.
La premessa per denuncia forte contro la “ricetta” di Beppe Grillo: “Usiamo gli insetti nei menù delle mense scolastiche”.
E’ sul blog del fondatore del Movimento 5 stelle che si parla di un progetto già avviato nel Regno Unito, quello di introdurre locuste, larve e grilli nell’alimentazione dei bambini delle elementari.
“Insetti che rappresentano un’alternativa alle proteine tradizionali presenti nella carne e nella soia, che fanno anche bene al pianeta, perchè questa intriduzione nella nostra dieta potrebbe contribuire a ridurre i 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno dalla produzione e dal consumo di prodotti a base di carne” sottolinea il grillino, di nome e di fatto.
Lidea è quella di ” compattare” in un prodotto chiamato VeXo, combinazione di grilli, larve, locuste, cavallette, bachi da seta, vermi della farina, mescolati a proteine vegetali da mettere nel piatto degli scolari, tra i 5 e gli 11 anni, che frequentano le scuole primarie.
Obiettivo della ricerca: scoprire come si pongono i bambini nei confronti delle questioni ambientali e se queste influiscono sulla loro maniera di mangiare.
“Ma veramente- come afferma l’On. Raffaele Nevi, Dipartimento Agricoltura- questa follia di Beppe Grillo, potrebbe venir inserita anche nelle nostre scuole?”
Grillo, così facendo, vanifica gli sforzi che da sempre Forza Italia sta facendo per tutelare la salute umana, ed allo stesso tempo, salvaguardare la fliera importante dei nostri prodotti italiani.
Autentici, di qualità, di bontà.
Il Made in Italy alimentare, enogastronomico, è una vera eccellenza riconosciuta ovunque nel mondo, e come tale va sostenuta e protetta. Ed anche promosa, attraverso un sistema di filiera istiutuzionale che possa sostenerla nelle sedi decisionali.
Un Osservatorio, il riconoscimento di un marchio, che dia l’indicazione di provenienza, regole precise nonchè sostegni e promozione alla PMI del settore Made in Italy, sono i primi passi verso la trasparenza e l’autenticità di prodotti della nostra terra, e di contrasto alla manipolazione, proposta che da tempo ho trasmesso a chi di competenza, oggi più che mai occorre.
L’Italia è ricca di alimenti, di bontà e genuinità, non occorre andare a pescare larve, insetti o locuste, per metterli nei piatti dei nostri bambini, basta solo educarli alla sana dieta mediterranea, fatta di cose semplici ed autentiche.
Ancora una volta la follia grillina per affondare l’Italia e le peculiarità, le sue bellezze.
Ancora una volta la minaccia alle nostre imprese, di alto valore.
La nostra eccellenza italiana non si tocca!
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana