Gramigna: crisi del lavoro o dell’impegno lavorativo?
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “crisi del lavoro o dell’impegno lavorativo? Il reddito di Cittadinanza va cambiato in sostegno serio e che serva da passaggio verso il mondo del lavoro”
Crisi del mondo del lavoro o crisi dell’impegno lavorativo? Interroghiamoci su questo, senza paraocchi, perchè se da una parte si scende in piazza, e giustamente, per rivendicare il diritto ad una occupazione che sia degna e dia stabilità, dall’altra ci sono settori, come la ristorazione, il turismo, i pubblici esercizi che non trovano personale intenzionato ad impegnarsi. Giovani e meno, che rinunciano ad una assunzione, per non perdere il sussidio.
Colpevole il reddito di cittadinanza? In molti casi si. A rischio di sembrare impopolare, ritengo che questo sussidio a pioggia ( perchè così è) abbia creato danni non pochi.
Certamente, esistono famiglie, e fasce di persone che ne hanno tutto il diritto, e che con questa misura si sono sentiti un pò sollevati, ma non tutti ne avevano diritto, e comunque non con questa modalità. Diciamolo. Senza pura.
Serve un welfare inclusivo, che sia accanto a chi ha bisogno, ma anche un welfare attento e coraggioso, scrupoloso e indirizzato verso le fragilità sociali, come giusto. A causa dei ” furbetti” sono proprio queste fasce di popolazione a subirne le conseguenze con meno aiuti.
Il reddito di Cittadinanza va cambiato in sostegno serio e che serva da passaggio verso il mondo del lavoro, con formazione e successivo inserimento.
Nei primi tre anni di Reddito e Pensione di Cittadinanza la somma erogata si aggira a quasi 20 miliardi di euro a 2 milioni di nuclei per un totale di 4,65 milioni di persone. Ma non è servito come misura per l’avvio al lavoro. Tutt’oggi la gran parte degli “aventi diritto” risultano ancora in carico.
L’ennesima controprova che la misura è utile per contrastare la povertà ma inefficace nel combattere la disoccupazione arriva dall’analisi longitudinale dei beneficiari del Reddito di cittadinanza che ha evidenziato in percentuale che su 100 soggetti beneficiari del Rdc, quelli “teoricamente occupabili” sono poco meno di 60.
Di questi: 15 non sono mai stati occupati, 25 lo sono stati in passato, e meno di 20 sono ready to work ovvero hanno una posizione contributiva recente, in molti casi con NASpI e part-time. In sintesi i beneficiari del reddito sono in gran parte lontani dal mercato del lavoro.
La guardia di Finanza di Vicenza, tanto per dirne una, ha scoperto 21 presunti casi di illecita percezione di Reddito di cittadinanza, con il recupero di 205.000 euro indebitamente percepiti. (Come li recuperi? Impossibile) Ecco che arriva l’ennesima dimostrazione, se ve ne fosse ancora bisogno, che il RdC, così com’è, non funziona, si presta a troppe falle nelle quali si insinuano furbetti, e in troppi casi non va a chi ne ha davvero bisogno.
Cosa serve quindi? Una misura diversa, che vada verso CHI assume. Da sempre cavallo di battaglia di Forza Italia.
Sgravi fiscali, meno tasse, più incentivi e formazione. Formazione seria.
Ritengo sia urgente una profonda revisione di questo istituto, dedicando questo sussidio a chi vive davvero sotto la soglia di povertà, e destinando il cospicuo resto a disposizione delle imprese per finanziare assunzioni di lavoratori.
Assumere è una via decisamente molto più virtuosa di un reddito di cittadinanza fine a se stesso, come abbiamo visto, per aiutare chi cerca volonterosamente un lavoro dignitoso per vivere e mantenere sé e la sua famiglia.
Questo rilancerebbe di gran lunga il mercato del lavoro e permetterebbe a tante imprese del Made in Italy di non fuggire.
Un cambio che va fatto presto, subito, senza indugi.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
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