Gramigna: Hugo Boss, Made in Tuscany
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Hugo Boss, Made in Tuscany”
Un altro pezzo importante del nostro Made in Italy che lascia la Toscana, e mette a terra famiglie con l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. la MOTIVAZIONE? Non è affatto chiara. Parlo dell’azienda Hugo Boss.
-La produzione di prototipi di pelletteria per donna del noto brand, si legge in una nota, pare non soddisfi il mercato del Made in Italy-, ma non sembra plausibile, considerato il successo e l’interesse che riscuotono i prodotti toscani in tutto il mondo.
Si parla da tanto di rilancio di quelle imprese che” parlano italiano”, con qualità, stile ed eleganza, mettendole al centro della politica che guarda al rilancio, al supporto ed al contrasto alla contraffazione, ed oggi più che mai, esse stesse dovrebbero rivalutare le mutate condizioni di crescita, di marketing, e di nuove frontiere da affrontare con nuove condizioni economiche, promettenti prospettive di crescita e, non da ultimo, l’aiuto della maggiore decontribuzione sul costo del lavoro.
“Tutti aspetti che incrementeranno nel breve termine la produzione industriale. Auspico, quindi, che venga promosso un tavolo di confronto tra azienda, lavoratori e parti sociali così da raggiungere un accordo e ristabilire la piena operatività della fabbrica”, dichiara in una nota il sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini, unitamente al capogruppo in Regione Toscana, Marco Stella, che invita la Regione Toscana ad attivare subito il tavolo delle trattative con la Hugo Boss.
Il licenziamento collettivo per 22 lavoratori e la dismissione del sito di Scandicci, rappresenta l’ennesimo atto di svalutazione del lavoro, che in Toscana, segue altri che si sono avviati verso la strada di chiusure e licenziamenti collettivi.
Questa decisione, ad opera della società tedesca proprietaria del brand, se perseguita fino in fondo, rappresenterebbe un’altra sconfitta per il nostro territorio, e non solo un danno personale per i lavoratori. Perchè il valore del Made in Italy andrebbe scomparendo. È opportuno chiedersi la vera motivazione di questa scelta annunciata, per capirne la natura e poter porvi rimedio.
Mi unisco ai due esponenti istituzionali, Bergamini e Stella, nel chiedere con forza un dialogo ed attenzione da parte della Giunta regionale, convocando immediatamente la proprietà, e tentare il più possibile di trattare per tenere aperto il sito produttivo di Scandicci, anche attraverso bonus e sgravi fiscali da concordare con gli enti locali.
A nome di Forza Italia Toscana, che rappresento come Responsabile Dipartimento Made in Italy, desidero esprimere la mia forte solidarietà ai lavoratori, vittime ennesime di delocalizzazioni. E auspico venga fatta chiarezza sul perchè di questa scelta, che se fosse di natura inerente il mercati di riferimento che è cambiato e non più meritevole, non riguarderebbe i lavoratori che con impegno e serietà hanno sempre contribuito all’eccellenza dell’artigianalità, e che, quindi, non devono venire penalizzati.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
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