Made in italy: il ruolo fondamentale dell’agricoltura
I candidati di Forza Italia alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena Antonella Gramigna e Sen. Roberto Berardi: “Made in italy: il ruolo fondamentale dell’agricoltura”
” Il Made in Italy, nostro grande patrimonio da tutelare e preservare, supportare, comprende non solo i settori del manifatturiero, artigianato, industrie, e produzioni di autenticità territoriale come l’enogastronomia ma anche la valorizzazione del nostro territorio che possa fornire anche soluzioni in un periodo come quello che stiamo attraversando, avendo lungimiranza del futuro.
A tal proposito, si rende interessante la connessione tra pubblico e privato, con l’utilizzo di aree a verde, come i vivai, o aziende di produzione agricola, come fonti di energia rinnovabile.
L’insediamento di pannelli solari, come limitazione del terreno anzichè barriere o fossi di distanziamento dalla strada, potrebbero servire all’approvvigionamento energetico di un dato perimetro di area abitata con piccola spesa al confronto di queste odierne.
Una soluzione ipotizzabile in tali casi, e che dovrà essere oggetto di attenta analisi, è quella della costituzione del diritto di superficie sul fondo e sui lastrici solari di proprietà di tali soggetti in favore di un terzo soggetto che si occuperà della costruzione e d’installazione dell’impianto.
Energia Rinnovabile attraverso la costruzione di un «sistema», che permetta di arginare attraverso la sinergia di soggetti diversi ma integranti, ed integrati, il fabbisogno energetico e le spese correlate a molte imprese e famiglie del territorio.
Altro settore strategico è quello legato all’Agricoltura, un patrimonio che lega la enogastronomia italiana al primo posto ma ad oggi, il ostro Bel Paese si trova al quinto posto nel ranking dei Paesi europei esportatori di prodotti agroalimentari, scivolando in sesta posizione tra i 10 top exporter per incidenza delle esportazioni agroalimentari sul totale dell’export nazionale.
Tra le criticità che si vedono e costituiscono la base di questo ritardo, alcune sottolineate dalla ricerca (presentata al forum La Roadmap del futuro per il food&beverage) vi sono la sicuramente la dipendenza italiana da alcune materie prime agricole, come ad esempio i cereali, una imprenditoria media frammentata in tante piccole realtà, quindi più fragili economicamente rispetto ad altre catene più grandi, che oggi rappresenta il 92,8% del totale e genera solo il 13,2% dei ricavi globali, ma soprattutto ciò che mina fortemente il settore è il fenomeno dell’ Italian Sounding.
Come Forza Italia in UE tanto lo abbiamo contrastato grazie a presidente Antonio Tajani, perché indebolisce fortemente il posizionamento estero dei prodotti italiani, sostituendoli con copie di prodotti Made in Italy.
In alcuni Paesi la quota di referenze “Italian Sounding” nei punti vendita della grande distribuzione è scandalosa: in primis, il Giappone (70,9%), seguito a brevissima distanza dal Brasile (70,5%), mentre in Europa il dato maggiore è stato riscontrato in Germania (67,9%). A livello di prodotti, i più imitati sono ragù (61,4%), parmigiano (61,0%) e aceto balsamico (60,5%).
Sommando il valore dell’Italian Sounding dei prodotti alimentari monitorati, si stima un fatturato di 10,4 miliardi di euro, il 58% in più rispetto a quanto generano complessivamente gli stessi prodotti veramente italiani.
Partendo da questi risultati e correlandoli con il valore dell’export di riferimento a questi prodotti, si ottiene un moltiplicatore dell’ Italian Sounding pari a 1,58 che, applicato su larga scala internazionale, fa emergere come questo fenomeno da solo possa giungere a valere 79,2 miliardi di euro. Sommando, quindi, questa cifra al dato effettivo delle esportazioni, l’Italia (idealmente) andrebbe ad incassare dal commercio oltreconfine dei suoi prodotti agroalimentari, ben 129,3 miliardi di euro.
Ecco che la mancata difesa del Made in Italy alimentare, ma allargherei anche ad altri settori, porta a 79 miliardi di euro e più di mancato business. Quindi di mancata economia, lavoro, investimenti.
Ecco cosa occorre fare: bisogna sostenere le aziende, specie quelle medio piccole, con politiche attive, giuste e solidali al Made in, perchè altrimenti verremo fagocitati dal finto prodotto italiano che, a quanto pare, rende maggiormente.
Rinnoviamo la proposta di un ministero ad hoc, e di una politica che guardi verso questa direzione, per noi non procrastinabile.”
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena
Sen. Roberto Berardi, segretario Commissione Difesa, Commissario provinciale Forza Italia Grosseto e candidato al collegio plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena
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