Made in Italy, Gramigna: qualità attraverso nuove tecnologie
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena Antonella Gramigna: “Il marchio Made in Italy: qualità e stile senza tempo attraverso le nuove tecnologie #Madeinweb”
Il prestigio dell’Industria italiana, delle attività artigianali e enogastronomiche nel mondo è dovuto a una serie di prodotti di eccellenza ai quali vengono riconosciute alcune caratteristiche distintive, come l’alto livello qualitativo dei materiali/ prodotti utilizzati; lo stile raffinato; l’innovazione; la cura dei dettagli; l’attenzione alla produzione conservativa di storia e tradizioni; la capacità di durare nel tempo.
L’insieme di queste caratteristiche viene indicato con l’espressione Made in Italy, “prodotto in Italia”, segnalando così l’origine italiana di un prodotto destinato al mercato nazionale ed internazionale. Un vero e proprio marchio, riconosciuto, apprezzato e amato in tutto il mondo per le qualità e le unicità dei prodotti tra le più apprezzate dai consumatori di tutto il mondo.
Degli 80mila consumatori provenienti da 27 Paesi interpellati da EY per la ricerca “Future Consumer Now”, l’80% ha risposto in modo affermativo alla domanda “compreresti italiano?”. Al nostro Paese viene solitamente associata una percezione di buon gusto e stile che in pochi possono vantare. Considerando per esempio il settore agroalimentare, la parola “cibo” evoca l’Italia nella mente di tre persone su quattro in giro per il pianeta.
Nell’attuale contesto di continua crescita del commercio internazionale di merci, questa potenziale forza dell’etichetta “Made in” è diventata più importante che mai. Secondo le stime di WPP, i marchi italiani hanno aumentato il loro valore del 14% nell’ultimo anno, raggiungendo quota 96,9 miliardi di dollari. Ma, ad oggi, a qual’ è lo stato del Made in Italy?
Nelle classifiche che misurano la popolarità del marchio, l’Italia non rientra tra i primi Paesi. Ad esempio secondo il Made-In-Country-Index di Statista, che misura la forza del marchio nazionale e delle sue etichette nei diversi Paesi, l’Italia è settima. Ulteriore minaccia per il Made in Italy è rappresentata dalla possibilità di acquisizioni e delocalizzazione che impoveriscano o snaturino la produzione nostrana.
Il Capo terzo del Decreto Crescita, negli articoli 31 (marchi storici) e 32 (contrasto all’Italian sounding e incentivi al deposito di brevetti e marchi), è tutto dedicato alla «tutela del Made in Italy». Esso, infatti, istituisce il Registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale, a cui potranno essere iscritti i marchi d’impresa registrati da almeno cinquant’anni (o con l’uso continuativo dimostrabile per lo stesso periodo di tempo).
Se il titolare del marchio vuole chiudere o delocalizzare, dovrà notificare al ministero per lo sviluppo economico le ragioni e le azioni per trovare un nuovo acquirente. Con il marchio storico, viene creato anche un logo collegato che potrà essere usato dalle aziende iscritte per fini commerciali e promozionali.
Un credito d’imposta per la tutela legale dei prodotti italiani, fino a 30.000 euro, pari al 50% delle spese sostenute e uno per la partecipazione di PMI a fiere internazionali pari al 30% delle spese di affitto e allestimento degli spazi espositivi e le attività di comunicazione, fino a massimo di 60 mila euro, hanno implementato la possibilità di maggiore espansione per il Made in Italy sui mercati esteri.
Le politiche dell’Unione europea, in questi anni, grazie ad Antonio Tajani (Forza Italia) , che ha tanto sostenuto il marchio a firma ITALIANA, tendono alla tutela dei prodotti tipici e tradizionali provenienti dall’interno dei suoi confini. L’Italia in particolare gode di una maggiore protezione in tal senso rispetto agli altri Paesi europei, essendo il Paese con il maggior numero di prodotti agroalimentari a Denominazione d’Origine e a Indicazione Geografica riconosciuti dall’Unione europea; ben 295 prodotti tra Denominazione Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografiche Protette (IGP), Specialità Tradizionale Garantita (STG), e 523 vini tra DOP e IGP.
Le nuove politiche sembrano muoversi verso questa direzione corretta, proponendo incentivi fiscali e ulteriore protezione ai marchi storici italiani. Ma non basta. Serve un Ministero ad hoc, che contenga ogni settore di riferimento, concentrando energie e risorse per chi si merita la targa di Made in italy. Ed è questo il mio impegno per l’Italia, e specie per la Toscana, terra di grandi realtà Made in Italy, perche l’importanza economica del tema e delle nostre tradizioni devono andare a braccetto.
Da valorizzare, inoltre, il progetto “Made in Italy: eccellenze in digitale”, che si propone di avvicinare le imprese del Made in Italy alla rete e al suo grande potenziale economico e di export: far conoscere le eccellenze del nostro Paese in tutto il mondo attraverso una piattaforma digitale e valorizzare i giovani come promotori della transizione dell`economia italiana al digitale.
Il modello produttivo italiano è in grado di rispondere ad esigenze di grande qualità e forte personalizzazione e questo lo rende ideale per avere successo in internet. Grazie ad internet, infatti, si possono raggiungere clienti sparsi in tutto il mondo, con un grande potenziale per l`export: i prodotti di nicchia non sono più costretti in mercati di nicchia. Tuttavia, il Made in Italy è ancora poco presente sul web, solo il 34% delle PMI ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce.
Fino ad oggi la piccola e media impresa italiana è stata poco presente nel mondo web e sulle grandi piattaforme del commercio elettronico a livello nazionale e internazionale. E` quindi opportuno immaginare un sostegno di promozione e diffusione culturale attraverso strumenti innovativi che diano il giusto spazio alle storie di successo di tanti innovatori che hanno già dimostrato come questa strada sia percorribile.
Il web è un trampolino straordinario proprio verso il resto del mondo, e come dicono i dati di Google, vi si legge la voglia di Italia, della nostra bellezza, dei nostri prodotti. Lo ha ricordato in modo efficace Eric Schmidt: “in un mondo globalizzato, un prodotto di nicchia non ha più un mercato di nicchia. E questo anche grazie alla Rete, che può dare alla nostra economia, alla miriade di nicchie di eccellenza, una marcia in più, grazie alla sfida digitale.”
Oggi il requisito fondamentale che deve avere un prodotto commerciale Made in Italy è che sia stato progettato, ideato e disegnato in Italia, anche se industrialmente è prodotto altrove. Dobbiamo tornare alla produzione italiana, per maggiore occupazione, e qualità. Per far sì che ciò avvenga la politica deve obbligatoriamente ricondurre risorse e sostegno a coloro i quali garantiscono l’intera filiera italiana.
Questa è la nostra forza, da qui serve ripartire per dare davvero lustro al nostro Paese. Scritto con la P maiuscola, perchè l`Italia, non lo dobbiamo dimenticare, è forte quanto fa l`Italia, quando scommette sulle cose che la rendono unica: bellezza, qualità, paesaggio, tradizioni, coesione sociale, legame con i territori. E se lo fa con le nuove tecnologie, il web e gli strumenti che il presente ci offre non la batte nessuno.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana e candidata alla Camera nel collegio Plurinominale Livorno, Arezzo, Grosseto e Siena
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