Fabbri Nitti: Rapporto ISTAT sulle donne sconcertante, investire in cultura
Ieri, in occasione della giornata mondiale la violenza sulle donne, l’Istat ha pubblicato il report “Gli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza sessuale”, mostrandoci un paese regredito socialmente in maniera inquietante, grondante dei peggiori pregiudizi, molto vicino a quella deprecabile visione dell’estremismo islamico che tanto critichiamo e che riteniamo – evidentemente a torto – ad anni luce di distanza dalla nostra cultura.
Mi vorrei soffermare in particolare sui risultati del sondaggio riguardante i pregiudizi sulla violenza sessuale: per il 40% degli intervistati “le donne che non vogliono un rapporto sessuale riescono ad evitarlo”. Quasi un italiano su due ritiene che se una donna viene violentata, in fondo, lo voleva anche lei, altrimenti avrebbe trovato il sistema di evitarlo. D’altronde il 24% degli intervistati pensa che “le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire”, e il 15% che “se una donna subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto effetto di droghe è almeno in parte responsabile“. Ciliegina sulla torta, per il 6,2% “le donne serie non vengono violentate”.
Questo non è più un campanello d’allarme: questa è la triste constatazione che la frittata è fatta. Siamo tornati indietro di secoli, abbiamo scordato la nostra cultura e tutte le battaglie fatte per l’uguaglianza ed i diritti delle donne. Come possiamo reagire e cercare di raddrizzare il timone di questa nave che sta andando alla deriva, dritta verso gli scogli della più becera grettezza ed ignoranza? Propongo tre assi sui quali intervenire al più presto:
- Politico: dall’insorgere della crisi economica mondiale le pubbliche amministrazioni centrale e locale hanno tagliato selvaggiamente i fondi alla cultura e all’istruzione. A breve termine ci sono stati dei risparmi ingenti ma già nel medio termine si stanno vedendo i risultati: un paese senza cultura è un paese retrogrado, ignorante, in preda ad i suoi bassi istinti. Un Politico con la “P” maiuscola dovrebbe pensare al bene del proprio paese nel lungo termine, invece di raccogliere le briciole nell’immediato.
- Educativo: la scuola deve tornare a rivestire il suo ruolo, quello di educare. Siamo entrati da decenni in una spirale di semplificazione, di delegittimazione del ruolo degli insegnanti, di genitori che si lamentano per i troppi compiti, le punizioni o le insufficienze. Il risultato è quello di sentire dei diplomati fare dei ragionamenti degni di bambini delle elementari. Sono un padre e pretendo che mio figlio studi approfonditamente la storia, la costituzione, il pensiero dei grandi statisti e filosofi che ci hanno portato ad essere la grande civiltà che ci siamo scordati di essere; voglio una scuola che punisca e bocci chi non studia, che imponga agli studenti di leggere molti libri e che sforni cittadini evoluti e pronti alla vita da adulti.
- Sociale: se la scuola e le istituzioni sono importanti, il nucleo familiare è fondamentale nella formazione di una persona: diamo tutti il buon esempio ai nostri figli insegnandogli il rispetto delle donne. E se da una parte i padri dovranno rispettare le loro mogli e darsi da fare in casa per suddividersi i compiti, sottolineando la parità tra il papà e la mamma, dall’altra parte queste ultime si dovranno sforzare a smettere di trattare i figli da principini, di permettergli tutto, di fargli da schiave, di riempirgli la testa di frasi tipo “nessuna donna ti merita”. Perché alla fine ci crederanno e tratteranno le donne come esseri inferiori, e la cosa più triste è che sarà stata proprio una donna a inculcarglielo.
Ci aspetta una lunga battaglia, che purtroppo deve andare ben oltre le lodevoli iniziative di sensibilizzazione come le giornate mondiali di solidarietà. Se sapremo affrontarla insieme, uomini e donne, avremo ottime possibilità di vincerla. Senza mai abbassare la guardia.
Edoardo Fabbri Nitti
Responsabile Comunicazione web e social networks
Forza Italia Toscana

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