Gramigna: Io voto No perché…
La responsabile del Dipartimento Attività Produttive di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Io voto No perché…“
Non è il taglio dei parlamentari, figlio di una certo populismo, che inneggia alla politica del risparmio ma, allo stesso tempo, la vuole meno rappresentata, quindi una politica che renderà il governo più debole e maggiormente delegato ai pochi soggetti che saranno eletti.
Un po’ di chiarezza: il numero degli eletti è basato su un rapporto di rappresentanza dei cittadini.
In base alla nostra costituzione, il parlamento è sovrano, perché eletto dal popolo sovrano.
Sono troppi i parlamentari? Sono rappresentanza dei nostri territori. Dei cittadini che vivono quei territori e che riferiscono agli stessi le criticità da risolvere.
Quelli che hanno riscosso stima e fiducia. Non sono stati capaci? Si cambiano.
Le verifiche debbono esser fatte, ci mancherebbe. Ma non è così che si potrà migliorare il sistema.
Pensare di eliminare esponenti politici di stretto riferimento di cittadini (di qualunque forza politica siano) riducendo così la possibilità di migliorarne le condizioni e di fatto ridurre fortemente la possibilità di portare le istanze nei luoghi deputati attraverso, appunto, chi quei luoghi ben li conosce, significa togliere la democrazia e la libertà.
Ahimè, conti alla mano il risparmio teorico è veramente risibile, ammesso ( ma lo si è ben visto) e non concesso, che poi non si continui a delegare decisioni ai comitati tecnici chiamati dai governi perché incapaci di decidere.
Votare No significa dare scacco matto alle derive populiste di questi anni, di una politica Zero, che ha basato ogni voto sul mal di pancia della gente.
Al contrario del precedente referendum costituzionale, totalmente diverso, e che meritava ampio SI, perché davvero riformista nel senso vero del termine. Perché abolire il Bicameralismo perfetto, che perfetto lo è solo per chi siede in Senato, un tempo necessario ma oggi del tutto inutile, è stata una occasione preziosa, persa.
Alla domanda cosa si deve votare , rispondo che bisogna votare No.
Come già detto, e chi mi segue già sa, non appartengo a coloro i quali considerano la nostra Costituzione intoccabile, né tantomeno a quelli che ci raccontano di una possibile deriva autoritaria ogni qual volta si tenti di proporne riforme.
Vorrei davvero si tornasse a parlare del superamento del bicameralismo perfetto, di semplificazione del”sistema” istituzionale, di meno sprechi sia nella gestione che nelle figure di riferimento nelle sedi istituzionali, sia nelle amministrazioni centrali e, locali. Quello si, sarebbe davvero risparmio. Non questo.
Nel 2016 ho perorato fortemente la causa del Sì, perchè al di là di chi l’aveva promossa, era giusta. E non me ne pento, lo rifarei seduta stante.
Abbiamo perso una grande occasione a causa di errori compiuti, per miopia politica. E per rivendicazioni di chi, oggi, inneggia al taglio dei costi.
Mi chiedo, e vi chiedo: perchè all’epoca votarono No?
Oggi non c’è proposta di una riforma, c’è solo un taglio del numero. Se “dovesse” vincere il Sì, avremmo 600 parlamentari. Saranno più efficaci? No. saranno identici ad oggi e con le medesime funzioni. In pratica, tutto continuerebbecome prima, ma nel peggior modo possibile.
Perchè non è certo questo il risparmio in termini di riduzione dei costi della politica. C’è un pericolo, però. Ed è la partecipazione al voto, che sarà presumibilmente bassissima.
Le ragioni sono diverse: poco interesse sul tema, che verrà particolarmente sentito dai populisti, istigati, ed illusi di aver fatto una grande parte nella storia quando ne decreteranno la perdita di democrazia, il rialzo dei positivi che allarmano, la dissaffezione politica in aumento da parte degli elettori.
Essendo un referendum senza Quorum, vale a dire senza soglia di minimo votanti,significa che quei pochi votanti decideranno per tutti.
E’ così, legittimo, ma politicamente dannoso per il Paese.
Tagliare il numero dei parlamentari, senza prima aver pensato assieme a tutte ( tutte) le forze politiche un nuovo assetto, un quadro organico di riforma costituzionale, è solo uno slogan, non è politica, è esattamemte anti-politica.
Adesso più che mai serve un parlamento forte e capace di legiferare, invece assistiamo costantemente ad una débacle di livello culturale dei soggetti politici e dei partiti, assieme, e contemporaneamente, al rafforzamento di altri poteri, più sordi ma presenti.
Il taglio dei parlamentari è figlio diretto della politica anti-casta, che vuole sostanzialmente ridurre la classe dirigente all’essere subordinata ad altri soggetti che vogliono tenere in pugno le decisioni per il Paese.
Se vuoi eliminare una “CASTA” non ne riduci il numero, perché così facendo non la colpisci, anzi la rendi più esclusiva e potente.
Se hai dei PARTITI e riduci le loro poltrone, di fatto stai dando più potere contrattuale ai partiti rispetto agli eletti.
Se hai degli ELETTORI e riduci il numero dei loro rappresentanti al Parlamento, hai tolto ad essi il potere di scelta, e la democrazia agli elettori.
Se davvero si vuol metter mano alla morale dei costi, si pensi a ridurre prebende, rimborsi e privilegi dei parlamrentari, NON il NUMERO.
Quello che voglio dire, è che riducendo il numero dei parlamentari, si riduce anche la possibilità di far parte della compagnine di governo, per molti che non potranno permettersi campagne elettorali costose.
Il Parlamento, ai tempi del Re di Savoia, era composto solo da nobili e benestanti perché i parlamentari non venivano pagati.
Chi potrà permettersi di fare politica? Solo chi possiede ricchezza.
Ultima cosa: questa iniziativa giacobina del M5S, dopo aver rimangiato ogni promessa e patto con i propri elettori (vedi alleanza Pd- secondo mandato ecc…) e fatto l’esatto contrario praticamente di tutte le proprie “battaglie politiche” per le quali ha raggiunto vette di consenso notevoli, oggi si gioca la sua ultima “CARTA”, di cui si vanta esserne l’autore supremo.
Non essere tu a destinare all’Italia un destino di ritorno alla dittatura ” bianca”!
Io voto No. Fallo anche tu.
Antonella Gramigna, responsabile Dipartimento Attività Produttive Forza Italia Toscana

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