La porcata del Decreto Genova
Il “Dl Genova”, in cronico ritardo e più volte sollecitato dal gruppo di Forza Italia in parlamento, dovrebbe riguardare la ricostruzione del ponte Morandi e gli aiuti agli sfollati. E invece contiene non una, ma due polpette avvelenate che riguardano delle azioni intollerabili e totalmente estranee alla questione, infilate lì nella speranza che nessuno le leggesse e che nessuno votasse contro questo provvedimento così urgente e vitale: la sanatoria per le case abusive di Ischia e l’aumento della soglia degli idrocarburi consentiti nelle coltivazioni dei campi italiani. Ma andiamo con ordine.
La tragedia del Ponte Morandi e le prime reazioni
La mattina del 14 agosto 2018 un ampio tratto di 150 metri, nella parte centrale del ponte, crolla causando 43 vittime tra coloro che transitavano in quel momento e gli operai che lavoravano nella zona ecologica sottostante, e 566 sfollati. All’inizio i ministri del governo giallo-verde (forse per un colpo di sole) si improvvisano giustizieri annunciando la revoca della concessione alla società autostrade senza nessuna base giuridica per farlo: il risultato è una perdita secca in borsa della società (coinvolgendo tutti i piccoli risparmiatori) ed una serie di pernacchie dalla società stessa, che anzi minaccia di procedere per vie legali. Mentre qualsiasi governo chiederebbe alla concessionaria di ricostruire il ponte di corsa e a sue spese, la soluzione brillante partorita dai nostri eroi è quella di decidere di escludere la società dalla ricostruzione, sbandierandola sui social networks come una mossa geniale (pagando quindi la ricostruzione con soldi pubblici).
In attesa del Decreto
Ad ottobre inoltrato ancora non vi era traccia di un decreto che avrebbe dovuto essere emanato con la massima urgenza, con buona pace degli sfollati e dei genovesi che hanno perso un’arteria fondamentale per la circolazione della città. All’improvviso (si fa per dire), viene annunciato verso il 20 ottobre il famoso Dl Genova. Evviva! Anche no.
Le porcate del Dl Genova
innanzitutto la società Autostrade ricompare tra le ditte che lavoreranno alla ricostruzione (ma non c’era il veto di Di Maio e Toninelli? E’ caduto, forse dal ponte), ma questo è il meno. Le porcate inquietanti sono due. La prima è la sanatoria per tutte le domande di condono per le case abusive costruite ad Ischia dal 1985 ad oggi (vorrei sapere cosa c’entra Ischia con il ponte di Genova): il colpo di genio è che le case abusive danneggiate dal sisma si potranno ricostruire anche con contributi pubblici – cioè si ricostruiranno case abusive con i nostri soldi. Mi torna in mente il ministro del lavoro Di Maio (non mi abituerò mai) quando dichiarava l’anno scorso che se avesse fatto un condono per Ischia si sarebbe iscritto al Pd, chissà se ha presentato la richiesta. La seconda porcata è una norma che consente di sversare i fanghi contaminati dagli idrocarburi direttamente nei campi coltivati (aumentando la soglia consentita del 2000%). La motivazione è che non sapevano cosa farsene dei rifiuti stoccati quest’estate (giuro, non scherzo, neanche fossero la banda dei casalesi).
Conclusioni
Il governo giallo-verde, oltre a ritardare per incompetenza ed impreparazione un decreto urgentissimo, lo usa per nasconderci dentro delle norme vergognose che condonano case abusive e autorizzano lo sversamento di idrocarburi nelle coltivazioni dei campi di tutto il paese. Questa vergogna deve finire. I cittadini stanno aprendo gli occhi.
Ps: gustatevi il video di Crozza, ne vale la pena…
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