Una nuova Europa: politica, difesa, economia
Una nuova Europa: politica, difesa, economia. Le proposte di Forza Italia per la riforma della Governance economica europea
Il conflitto in Ucraina mette a rischio la sicurezza dei cittadini europei. Al momento non è possibile prevederne la durata né le conseguenze economiche.
Questo dimostra come l’idea, lanciata prima degli altri dal Presidente Berlusconi, di una politica estera e di difesa comune, con la creazione di un esercito comune europeo, in sinergia con la NATO, sia assolutamente attuale.
Lo shock energetico che imprese e famiglie affrontano da mesi è destinato a durare nel tempo. A pandemia ancora in corso, questa guerra implica una revisione delle priorità e delle politiche europee.
Prima del conflitto, in Italia, il caro bollette pesava per 22 miliardi di euro a trimestre. Oggi, le stime approssimative parlano di almeno 35 miliardi a trimestre, 105 miliardi da qui a fine anno. Le sanzioni penalizzano chi le subisce, ma anche chi le infligge. L’Italia esporta in Russia per 9,8 miliardi di euro.
Secondo le prime stime di Confartigianato, le sanzioni contro la Russia ci costeranno 3,5 miliardi: più colpiti moda (-1,3 miliardi), agroalimentare (- 1 miliardo), arredamento (- 500 milioni), vino (- 350 milioni) e turismo. Il prezzo maggiore sarà pagato dalle piccole e medie imprese dei distretti Made in, che esportano, in Russia, beni per 2,2 miliardi di merci. La crescita rischia di tornare sotto l’1%.
L’inflazione Ue vola al massimo livello degli ultimi due decenni, +5,8% a febbraio. Non è destinata a scendere per via del costante aumento dei prezzi dell’energia, delle derrate alimentari e, più in generale, di tutto l’ampio spettro delle materie prime.
Dobbiamo prepararci a un’economia di nuovo a rischio recessione e pensare a stimolare la domanda interna dell’Unione Europea. Più che fare leva sui debiti pubblici, che in molti Stati membri hanno superato il 100%, serve fare leva su un Nuovo Fondo UE.
- Nuovo Fondo per la costruzione della Casa Comune
Il meccanismo che ha consentito di finanziare il Recovery Plan/Next Generation Ue tramite l’emissione comune di titoli di debito va istituzionalizzato, reso permanente e ingrandito fino ad almeno tre volte Next Generation Ue per finanziare:
a) difesa comune;
b) politica industriale ed energetica comune;
c) politica migratorie comuni;
d) fondi di sostegno alle imprese per i maggiori oneri derivanti dalle sanzioni;
e) infrastrutture per la transizione ecologica e per lo stoccaggio di materie prime.
Il Consiglio europeo dovrebbe mettere al prossimo ordine del giorno la creazione di questo Fondo, con mandato alla Commissione di emettere i necessari titoli di debito pubblico Ue. Queste emissioni porterebbero a un importante mercato obbligazionario in Europa. Nel lungo periodo bisogna puntare ad una liquidità paragonabile a quella dei Treasury statunitensi.
Il Fondo per la costruzione della Casa Comune dovrebbe offrire la possibilità agli Stati membri di uno scambio tra le proprie obbligazioni nazionali esistenti e i titoli di debito europei. Questo graduale processo verso una politica fiscale comune, avrà anche l’effetto di rendere più efficace la politica monetaria.
Serve più responsabilità politica e meno burocrazia.
• La BCE deve continuare nella politica di acquisto dei titoli di Stato oltre il termine stabilito per il 31 marzo prossimo.
Visti i livelli di debito pubblico causati dalla pandemia sia nell’Eurozona (dall’85,5% del PIL nel 2019 al 102,4% nel 2021) che nell’ UE27 (dal 79,1% del PIL nel 2019 a 94,4 % nel 2021), va evitata una rapida interruzione dei piani di acquisto di titoli di stato da parte della BCE.
Non possiamo permetterci una crisi dei debiti sovrani in questo frangente della storia.
Per questo, nonostante l’inflazione, la BCE deve continuare nell’acquisto di titoli di stato garantendo liquidità all’economia reale.
Nel frattempo, è necessaria una riforma della BCE che, come la FED, dovrebbe svolgere il ruolo di prestatore di ultima istanza assicurando il debito pubblico, al fine di convincere i mercati sulla solvibilità dei governi e quindi disinnescando la speculazione.
Oggi tale funzione è in parte assicurata dalle operazioni definitive monetarie (OMT), che però sono condizionate da una previa attivazione del MES. Questo ostacolerebbe la sostenibilità del debito a lungo termine e accentuerebbe la crisi. Soprattutto in questo momento di grave incertezza. Per questo serve modificare in tempi rapidi l’art. 123 del TFUE.
• La Clausola di Salvaguardia Generale del Patto di Stabilità e Crescita non può essere disattivata dal 1 gennaio del 2023, ma deve essere estesa almeno per un altro anno fino al 2024.
Nel frattempo, vanno modificate le regole del Patto di Stabilità e Crescita.
Un rapido ritorno alla riattivazione del Patto di Stabilità e Crescita, con la conseguente osservazione degli attuali parametri da parte degli Stati membri, implicherebbe un taglio di spesa pubblica che con i suoi effetti pro-ciclici risulterebbe catastrofico per l’economia.
È necessario orientarsi verso un sistema incentrato su variabili facilmente osservabili e sotto il pieno controllo dei decisori politici con una regola generale di spesa.
L’eventuale riduzione del debito pubblico deve avvenire in modo prudente e sempre salvaguardando la crescita, gli investimenti e la tenuta sociale.
Dobbiamo però porre l’accento sul concetto di “debito buono” come già espresso da Mario Draghi più volte.
Pertanto, riteniamo che l’idea di una golden rule che escluda la spesa in investimenti dagli obiettivi restrittivi di deficit debba essere presa seriamente in considerazione.
• Nuovo piano di emissioni di titoli di stato/obbligazioni della CDP a lunga scadenza, basati sulla fiducia, indicizzati all’inflazione ed esenti da imposte per attrarre i circa 1.700 miliardi di euro di risparmi privati degli italiani che non sono investiti e vanno protetti dall’inflazione.
Il Ministero dell’Economia e CdP con l’aiuto di ABI, dovrebbero predisporre un apposito piano di emissione a lunga scadenza in grado di attrarre i risparmi degli italiani non ancora investiti.
L’inflazione sta bruciando questi risparmi che vanno protetti.
Per questo una nuova emissione a lunga scadenza dovrebbe garantire le seguenti condizioni di vantaggio:
a) emissione a 30 anni, b) tutti i tioli emessi dovranno essere indicizzati all’inflazione, c) i titoli emessi dovranno essere esenti da qualsiasi tipo d’imposta.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana

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