Siena, agricoltura in affanno
Il vice coordinatore provinciale di Forza Italia Siena Stefano Buracchi, insieme a David Fiorentini: “il settore agricoltura è in affanno. Arrivino in fretta gli aiuti promessi”
“Sono arrivati da pagare come ogni mese i contributi dei dipendenti del settore agricolo. Nel primo lockdown lo Stato aveva consentito alle imprese di rateizzarli; durante questa seconda fase della pandemia invece, la scadenza del 16 novembre è arrivata inesorabile, senza possibilità di proroga.
Una circolare INPS, peraltro poco chiara, dice che sono sospesi, il Decreto Ristori specifica che si può parlare di sospensione solo dei contributi di coloro che al 3 di Novembre erano in Zona Rossa, il Ristori Bis non ne parla per niente… Commercialisti, CIA e UPA brancolano nel buio più totale! Non sanno a chi dare retta.
Nel frattempo, il mondo dell’agricoltura è nuovamente fermo. Le vendite, che si basano molto sul turismo, hanno subito un crollo sostanziale, gli agriturismi, che non vedono un turista da ottobre, chissà per quanto altro tempo rimarranno vuoti.
Gli imprenditori del settore vivono con pochissimo “ossigeno” che servirà a mala pena per non far loro staccare le utenze, dato che le bollette continuano ad arrivare! Forza Italia chiede con forza che arrivino al più presto gli aiuti promessi alle partite IVA, inseriti negli ultimi provvedimenti del governo, che nessuno ha ancora visto…
L’agricoltura ha già pagato abbastanza!”
Stefano Buracchi, vice Coordinatore provinciale Forza Italia Siena
David Fiorentini, responsabile provinciale comunicazione Forza Italia Siena
Fiorentini: Il modello De Mossi
Il responsabile della comunicazione provinciale di Forza Italia Giovani Siena David Fiorentini: “Il modello De Mossi”
Susanna non ce l’ha fatta, purtroppo si è fermata al 40,5%: un risultato dignitoso, ma ancora troppo lontano dal suo avversario.
Nel Comune di Siena, a guida centrodestra, non ha nemmeno raggiunto la soglia del 40%, limitandosi al 37,37%. Un dato significativo se paragonato ai recenti sondaggi di gradimento che davano invece il Sindaco Luigi De Mossi al 50% e alle scorse europee in cui la coalizione di centrodestra si attestava al 38,5%.
Significa chiaramente una sola cosa: a Siena, come in altri Comuni toscani, esiste un elettorato moderato, aperto alle idee del centrodestra, ma non sempre disposto a fare la croce su un partito politico. È questo il grave errore compiuto dal centrodestra a trazione leghista, non accorgersi o ancora peggio non voler comprendere, dopo la sconfitta della Borgonzoni, che un candidato troppo di parte non vince. Lo ha capito invece la sinistra, che ha prontamente riciclato l’immagine di Giani per presentarlo come il candidato equilibrato e appetibile persino ad alcuni elettori di centrodestra.
Il centrodestra però non è estraneo a questo ragionamento, anzi, negli ultimi anni è stato proprio il suo cavallo di battaglia! Le roccaforti rosse di Grosseto, Arezzo, Perugia, Pisa, Siena sono tutte crollate di fronte una forte e competente lista civica, supportata solo in seconda battuta dai partiti. Per questo, è il Modello De Mossi la via da seguire, soprattutto in zone così sensibili, in cui ci vuole poco a essere etichettato come “gazzilloro” ed essere subito scartato.
L’unica nota positiva di questa tornata elettorale che mi sento di sottolineare è la crescita, seppur limitata, di Forza Italia. Il “Fulmine Mallegni” ha sortito il suo effetto: un mese ad altissima intensità, costantemente pancia a terra, a macinare chilometri per incontrare più cittadini, dirigenti, organizzazioni e maestranze possibili. Il Commissario Massimo Mallegni è riuscito ad accendere un piccolo lume nel buio generale in cui imperversava il partito, nella speranza che adesso si possa aprire una stagione di congressi per ricostituire la classe dirigente e far rinascere Forza Italia.
Solo con un ampio partito moderato, conservatore, liberale e liberista si potrà creare una coalizione così forte per sdoganare la sinistra. Speriamo anche Fratelli d’Italia, adesso primo partito della coalizione a Siena, comprenda l’ingordigia leghista e non commetta il loro stesso errore nel 2023.
Adesso ci sono tre anni per rimettere insieme i cocci, riorganizzarsi e prepararsi al meglio per le prossime elezioni, con un solo piano in mente: il Modello Luigi De Mossi.