Vino dealcolato: una pericolosa deriva
Vino dealcolato, la Responsabile dipartimento Agricoltura di Forza Italia Toscana Donatella Santinelli: “Pericolosa deriva Europea sull’agroalimentare: la dealcolazione del vino come nuova pratica enologica”
L’Europa, oggi, ci sorprende in negativo, pochi giorni fa il via libera al commercio di larve delle tarme della farina come alimento, nonché il tentativo di inserire nelle etichette dei vini un messaggio di allarme per la salute, al pari delle sigarette; adesso la proposta di dealcolazione parziale e totale dei vini anche dei Doc, Docg e IGT come nuova pratica enologica.
Stiamo assistendo a una pericolosa deriva europea sull’agroalimentare.
Dall’ultimo Trilogo – Commissione, Consiglio e Parlamento Ue sull’Ocm Vino, è arrivata questa proposta sulla possibilità di produrre vini senza alcool, addirittura di aggiungere acqua al vino, seppur negli ultimi giorni smentita da fonte diretta dal Parlamento Europeo.
Per il momento niente è deciso, l’ultimo Trilogo ci sarà il 23, 25 e 26 maggio, e non è escluso che ve ne sia un altro a giugno, prima della conclusione definitiva dell’accordo Inter istituzionale Parlamento- Commissione-Consiglio sull’OCM vino.
Secondo tale proposta, un domani potremmo trovare sul mercato (senza che la filiera produttiva abbia effettuato alcuna scelta in tal senso) un prodotto denominato “vino”, ad esempio un vino DOC o DOCG o IGT, come il Nobile di Montepulciano o il Chianti Classico, con una gradazione alcolica di 2% vol.
È vero che per le DOC e le IGT nella bozza del testo si parla solo di dealcolazione parziale, ma ciò non è in alcun modo sufficiente per tutelare i vini di qualità.
Non è accettabile che si chiami vino un prodotto per la vendita in cui viene “legalizzata” una pratica che oggi costituisce il reato di “frode in commercio”.
Tali prodotti non avrebbero nulla a che vedere con i vini della nostra tradizione e della tradizione europea più in generale, e non dovrebbero in alcun modo riportare nella loro etichetta la parola vino.
Sarebbe un danno enorme ad un settore che rappresenta un fatturato di 11 miliardi di euro nell’export agroalimentare nazionale di cui è la principale voce.
Esiste ed è approvata la pratica enologica di abbassare la quantità di alcool in vini con un eccessiva gradazione alcolica che arriva a 14°/15 ° ma si parla di una de alcolizzazione di 1° niente di più.
Un coro di no a questa proposta viene dal mondo politico e del vino. Non tutti però sono contrari a tale proposta ma al contrario la ritengono un’opportunità commerciale interessante come il Conte Lucio Tasca d’Almerita, e da Loris Casonato, che, ha brevettato la prima bevanda analcolica al mondo ricavata dal vino Glera, anche se quest’ultimo, fa dei distinguo affermando che il vino si fa con l’uva e che la tradizione e il prodotto vino devono essere rispettati ed è importante non snaturare un sistema produttivo vitivinicolo che è vanto del Made in Italy”.
Donatella Santinelli, Responsabile Dipartimento Agricoltura Forza Italia Toscana



Gramigna: Vino DOP annacquato? No grazie
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna prende posizione a tutela dei nostri produttori di vino
Più che altro serve capire da dove nasce questa proposta, ancora in discussione (e menomale, aggiungo!) che riguarda il campo della commercializzazione e dell’etichettatura dei prodotti agricoli .
Pare che dietro la spinta di alcuni paesi, nel nuovo CMO sia emersa la possibilità di includere alcune norme, che permetterebbero, di fatto così, l’ammissione delle etichette DOP e IGP, anche ai vini cosiddetti “dealcolati”, cioè quelli privati dell’alcol durante il processo di produzione. Ciò può avvenire in vari modi, fra i quali quello di aumentare la quantità di acqua rispetto ai vini tradizionali.
Dopo il via libera alle pietanze a base di insetti, ecco che l’Ue intende togliere la qualità del nostro vino, famoso nel Mondo, per il tanto lavoro che c’è dietro, ricerca e dedizione continua, oltre che ingenti investimenti da parte delle imprese agricole, introducendo anche il vino “analcolico” nelle etichette DOP e IGP.
La motivazione sembra essere quella di rendere più percorribile e sostenibile la nostra dieta, oltre al fatto che l’alcool fa male.
L’epoca storica che stiamo vivendo è purtroppo anche caratterizzata da una grave crisi economica.
Questa decisione, se verrà davvero portata fino in fondo, potrà danneggiare ulteriormente le produzioni del nostro #Madeintuscany e #MadeinItaly.
La nostra Regione è la Toscana e il nostro Paese è l’ Italia.
Abbiamo il dovere e il diritto di tutelare le grandi e pregiate case vinicole, e i tanti piccoli produttori, connotati da grande serietà e passione.
Un inganno per i consumatori, ed un danno per le nostre imprese agricole che si vedranno costrette a snaturare così un prodotto che di “ vino” non avrà praticamente più niente.
L’agroalimentare italiano è uno dei comparti trainanti della nostra economia, già duramente provata da questo ultimo anno e dalla minor esportazione, e per il quale siamo invidiati e copiati in tutto il mondo.
Il rischio non è solo di avere, come lo sarebbe, un prodotto di pessima qualità, ma anche di favorire “contraffazioni e diffusione del fake wine”.
Tema di cui ho avuto modo di parlare anche nell’ incontro con esperti e politici in Argentina, che guardano alla sostenibilità ed alla qualità del nostro Made in Italy.
Il nostro compito politico adesso, è di contrastare fortemente questa decisione, e di puntare più su educazione alimentare e stili di vita, corretti. L’unica via, contro gli abusi, in generale.
Non è togliendo qualità al vino che si impedirà ai giovani o i meno, di bere, ma è diffondendo le buone pratiche e la nocività degli eccessi, che si può migliorare le condizioni di vita.
Il Dipartimento Made in Italy Forza Italia Toscana, seguirà attentamente la questione e chiede direttamente ai rappresentanti UE di intervenire.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana