Quanti click vali? Riflessioni di Azzurro Donna Toscana
Quanti click vali? Riflessioni sul Cyberbullismo e dintorni di Azzurro Donna Forza Italia Toscana
Alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi a Firenze, ma poteva essere qualunque altro luogo, è doveroso soffermarsi ancora una volta a riflettere su questo efferato episodio di violenza personale e diciamo volutamente così, perché “bullismo” è un contenitore troppo variegato e il termine semanticamente quasi blando di fronte a tali azioni e non basta più a definire un “delitto” a tutti gli effetti, premeditato e organizzato nel dettaglio.
Basta fare una rapida ricerca sul web per aver conferma che i casi di bullismo e cyberbullismo, in particolare, pur non verificandosi, solo in periodo di emergenza Covid, sono chiaramente aumentati. La solitudine e l’isolamento, di questo tempo alienato, hanno esasperato le modalità di interazione, la tecnologia diffusa, smart, il continuo essere connessi ha rese più facili tali azioni criminose.
Un tempo bullizzare era un tête-à-tête, al massimo condiviso da un gruppetto di facinorosi, che poteva risolversi in scherno più o meno pesante e talvolta culminare in una scazzottata o in altri gesti assolutamente da condannare, ma che mai sarebbe diventato una Polaroid da distribuire in giro. Pur nella violenta iniquità del gesto vi era qualcosa di, passateci il termine, “umano” poiché l’autore, il bullo agiva allo scoperto e spesso veniva individuato, quasi sempre prima che le cose degenerassero e non grazie ad una ripresa fatta col cellulare ma perché gli stessi compagni ne ravvisavano la turpitudine e l’eccesso.
Oggi, poco, è il senso comune della propria e altrui dignità e, a maggior danno dei bullizzati, delle vittime, ad esasperare la situazione, c’è la possibilità di utilizzare i cosiddetti “social network”, che in questo caso sono assolutamente poco Social – laddove socialità sta per quella bella abitudine di condividere in serenità momenti della propria vita.
Questi strumenti, oggi, di uso corrente, tra i giovanissimi (già a partire dai 10 anni), sono sicuramente una iattura in termini di controllo e gestione da parte degli adulti. Dai più piccoli ai più grandi, sanno benissimo come utilizzarli e ugualmente come fare a occultare la propria identità. Riescono tranquillamente ad aggirare il problema della maggiore età o comunque dell’età minima d’iscrizione, perché, ovviamente, è facile turlupinare un modulo digitale dicendo che si ha 20 anni anche se non è vero.
Inoltre, è bene sapere, prima di criminalizzare indiscriminatamente le famiglie, che i vari sistemi operativi istallati sugli smartphone, consentono di occultare applicazioni a scelta e quindi, molto spesso, anche un genitore accorto ma poco esperto in materia potrebbe non trovare il riferimento a questo e quel “social” e vivere nell’illusione che il proprio figlio non ne faccia uso.
Certo, per combattere questa piaga sociale, sarebbe opportuno introdurre, come auspicato, da altri colleghi su questo network, strumenti legislativi molto forti, condivisi a livello di Comunità Europea, atti alla tutela del minore e della persona in genere, anche se al punto, queste buone prassi, confliggeranno inevitabilmente, con la natura stessa di questi strumenti, nati per fare marketing più o meno occulto e con la massima diffusione, laddove il terreno è più fertile: la gioventù.
Tutto questo ci vede inani spettatori, di un orrendo teatro senza esclusione di colpi e differenze di genere, perché ormai il cyberbullismo non conosce confini né di sesso né di età; ciò che conta è il postare a qualunque costo, anche in termini di vite umane, è il numero di “mi piace ottenuti”, stimolare la pletora di fan a commentare, meglio se con estrema crudeltà, i soprusi accuratamente video-documentati.
Un teatro in cui la socialità diviene pornografia dell’immagine umana, fatta nella maniera più abbietta, nascondendosi dietro un paravento, dietro un’identità che non è tale, con lo scopo di gabellare anche i, pochi, ammesso vi siano, freni culturali e inibitori, trasmessi attraverso l’educazione scolastica e familiare. Vorrei chiedere a questa gioventù, che tanto si bea. di questi effimeri risultati: “quanti click vale la vostra dignità?”.
Azzurro Donna Forza Italia Toscana
Pieri: La scuola può riaprire solo se…
La responsabile del Dipartimento Istruzione e Istituzioni scolastiche di Forza Italia Toscana Rita Pieri: “La scuola può riaprire solo se…“
La scuola torna in classe, il suo unico luogo possibile, solo con scelte politiche serie e concrete che si traducono in fatti e non con discorsi a volte sdolcinati e a volte falsamente preoccupati della “ministra”!
I fatti concreti sono i finanziamenti dei trasporti pubblici e un accordo tra il trasporto privato e quello pubblico.
Questo è quello che abbiamo chiesto in molti Comuni della Toscana, grazie ad un importante collaborazione dei Dipartimenti.
Investimenti maggiori verso le istituzioni scolastiche, invece dei pochi spiccioli previsti.
Attenzioni forti e risolutive nei confronti dei precari, smettendo una volta per tutte di considerarli strumenti elettorali!
Lo scarso interesse per il sistema scolastico che ha dimostrato questo governo denuncia una mancanza di visione per il futuro dei nostri giovani e del nostro paese.
Siamo l’unico stato in Europa che ancora non ha riaperto la scuola ai suoi studenti, ritenendoli a quanto pare colpevoli della prima e della seconda ondata.
Riapriamo le scuole e ridiamo dignità ai nostri giovani, al nostro paese, al nostro futuro.
Poniamo fine a questa scelta scellerata con finanziamenti adeguati rivolti alla scuola tutta.
Abbiamo perso l’occasione di dare autonomia alla scuola statale e libertà alla scuola paritaria.
Potevamo vedere concretizzata la libertà di scelta delle famiglie sul patto educativo preferito, poteva essere una rivoluzione felice, una rete meravigliosa tra le 40 mila scuole statali e 11 mila paritarie e invece … Sono chiuse.
Rita Pieri, Responsabile Dipartimento Istruzione e Istituzioni scolastiche Forza Italia Toscana
La storia della dignità di un italiano abbandonato dallo Stato
Pubblichiamo la storia di un italiano perbene che, come molti altri, si è trovato in seria difficoltà a causa del lockdown e delle politiche scellerate di questo Governo, buone solo per gli annunci. Aiutateci a diffonderla.
SE QUESTA È DIGNITÀ
Questa è la storia di un portiere di albergo,di 45 anni, italiano con una bambina piccola di 5 anni ed una moglie con un lavoro precario.
Questa è la storia di un italiano il cui nonno, è stato internato in un campo di concentramento nei Sudeti, perché all’ 8 settembre del 43, trovandosi in Albania si rifiutò di arrendersi ai tedeschi.
Questa è la storia di un italiano il cui bisnonno è andato a proteggere i sacri confini sull’ altopiano della Bainsizza.
Questa è la storia di un italiano che si trova in cassa integrazione dal 13 marzo e che non sa quando il suo albergo a Firenze riaprirà e come riaprirà.
Questa è la storia di un italiano che fino all’arrivo del covid, aveva una vita normale, una semplice casa con mutuo da pagare, comprata dopo anni di sacrifici, una bambina che per lui rappresenta la sola ragione di vita, una vita normale fatta di cose semplici, pochi amici ma buoni, poche uscite, nessun vizio.
Questa è la storia di un italiano qualunque, dal 13 di marzo quest’uomo vive con quello che vedete nella foto.
L’INPS, bontà sua si è degnata di pagargli la prima tranche della cassa integrazione a giugno e la seconda parte a luglio e del resto della cassa, neanche traccia.
Perché vi ho messo questa foto in allegato? Vi ho messo questa foto in allegato per farvi riflettere, per farvi fermare 5 minuti a pensare; in un mondo in cui siamo pronti a dare tutto per chi viene da un altro continente, ci dimentichiamo come paese, dei propri figli di quelli che sono nati qui, che hanno avuto nonni che hanno dato il sangue per la patria, che vorrebbero morire in questa nazione, ma che la propria nazione fa di tutto, per farli scappare dalla disperazione.
Vi chiedo di fermarvi a riflettere, Come fa un italiano senza precedenti penali, che ha pagato sempre quello che doveva pagare, a vivere da marzo solo con questi soldi? Chiedo a chi ci governa se nel vedere queste situazioni, non prova un po’ di vergogna per come hanno ridotto un intero popolo? Se non c’è lavoro, se non ci sono soldi manca la dignità e un uomo senza dignità è un uomo morto!!
E comunque quell’ italiano anche stasera mangerà insalata….la carne quella….. la darà alla sua bellissima bambina
Forza Italia – Coordinamento regionale Toscana

