G20, Mazzetti: Successo linea Draghi
G20, la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Successo linea Draghi: primi passi avanti da concretizzare a Glasgow”
Un primo passo avanti, merito indubbio della regia e dell’organizzazione del governo a guida Draghi, per implementare una strategia globale di riduzione delle emissioni.
Il limite di aumento della temperatura è stato fissato a 1,5 gradi mentre gli impegni da parte di attori globali come Cina, India e Russia, responsabili di molte delle emissioni, sono ancora minimi ma, come è giusto che sia, ci vuole tempo e occorreranno ulteriori limature che sono certa arriveranno, altrimenti non avrà senso tutto l’impegno degli stati più virtuosi.
Dobbiamo implementare una strategia ambientale non fine a sé stessa ma che coinvolga attivamente le imprese attraverso processi produttivi responsabili e cicli di smaltimento e riuso coerenti, con sostegni e sgravi per i virtuosi. Piena condivisione, inoltre, sul sostegno ai paesi emergenti e sull’obiettivo di vaccinare almeno il 70% della popolazione globale.
È stata posta una buona base in vista di Glasgow e un tassello per rendere più tangibile una transizione ecologica destinata altrimenti a restare lettera morta. Plauso al premier Draghi e alla sua strategia multilaterale, unica risposta per temi così complessi senza ideologia ma con razionalità.
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia e membro della Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici





Abetone: Un G20 per il rilancio della montagna
Abetone, Forza Italia propone: “G20 per rilancio della montagna, che può essere inclusa nelle Olimpiadi Invernali 2026”
Un G20 per il rilancio della montagna a partire dall’Abetone ed esteso a tutto l’Appennino. È questo il cardine delle proposte concertate dal sindaco di Abetone-Cutigliano Alessandro Barachini e il candidato del Centrodestra Marcello Danti in un incontro insieme al Senatore Massimo Mallegni, Coordinatore Regionale di Forza Italia, alla Deputata Erica Mazzetti e ad Andrea Formento di Federfuni, oltre alla presenza ed i contributi di Monica Castro, responsabile dipartimento Attività produttive e Antonella Gramigna, responsabile dipartimento Made in Italy. All’incontro era presente il coordinatore provinciale Massimo Boni.
“Ieri siamo tornati sulla montagna pistoiese presentando un progetto – dettaglia l’On. Erica Mazzetti – che ho elaborato in sinergia con gli imprenditori, le categorie economiche del territorio ma anche specifiche del settore come Federfuni, che ringrazio di cuore. Ho già presentato l’idea al Ministro Mariastella Gelmini, attentissima ai territori, a maggior ragione quelli considerati erroneamente marginali, ne ho già avuto la riprova quando ho lavorato a una proposta a favore delle isole minori”.
Il rilancio della montagna passa anche dall’adeguamento dell’offerta al pubblico, nazionale e internazionale, che ha mutate esigenze e priorità: “Il turismo di massa, mordi e fuggi, che ha prodotto molti effetti negativi, è finito con il covid. Adesso – sottolinea Mazzetti – dobbiamo ripensare l’offerta complessiva e favorire le imprese che si adeguano.
Penso a un turismo più di qualità, penso a un utilizzo della montagna appenninica anche per altre funzioni, come la salute, l’ambiente e le attività imprenditoriali. A partire da un territorio unico e riconoscibile come l’Abetone, il più rappresentativo per la montagna appenninica, dovremo essere capaci di coinvolgere tutte le realtà locali, dal Centro al Sud, ognuna con le sue specificità e con scelte differenti”.
Il rilancio della montagna appenninica permetterebbe inoltre di “agganciarsi all’occasione, irripetibile, delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina, con adeguamenti strutturali e infrastrutturali. Il momento è stato difficilissimo – conclude la Deputata – ma con coraggio e concretezza ne usciremo”.
Anche Antonella Gramigna e Monica Castro, le due responsabili dipartimenti FI Toscana, assieme agli esponenti nazionali Mazzetti e Mallegni, hanno ribadito il concetto che: “per il rilancio di un territorio, specie montano, occorre attrattività e accoglienza. Oltre ad infrastrutture degne di nota. La nostra montagna è un patrimonio di bellezza, serve solo investire idee e realizzare progetti che apporterebbero grandi risultati. A partire dal G20, che metterebbe la montagna pistoiese sul podio, ed il Made In, di cui il territorio è ricco grazie a prodotti del bosco, enologici e artigianali”.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana





Made in Italy: Italian sounding G20
Made in Italy: Italian sounding G20. La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “più vero Made in Italy certificato in Europa e nel mondo, più occupazione, più Italia e più economia per il nostro paese”
Si è concluso a Firenze il G20 Agricoltura, ed il tema del Made in Italy ha tenuto banco, puntando il dito sulla qualità e la autenticità dei nostri prodotti, al fine di garantire e tutelare questo importante segmento agroalimentare attraverso una certificazione di identità, in Europa e nel mondo.
L’incontro con il Commissario Wojciechowski e con l’intera delegazione europea della Commissione Agricoltura, ha permesso di mettere a fuoco i diversi aspetti che riguardano il Made in Italy, e soprattutto la diffusione nel mondo di tanti prodotti “Fake”.
In occasione del G20 dell’agricoltura di Firenze, in Piazza Santa Croce e’ stata allestita, in tal senso, una mostra di stand a dimostrazione delle piu’ incredibili imitazioni dei veri prodotti italiani scovati nei 20 Paesi partecipanti al Summit.
La dimostrazione di quanto ormai esiste e viene detto da tempo, e cioè del cosiddetto “ italian sounding”, per il quale occorre la salvaguardia della nostra qualità famosa nel mondo, attraverso un urgente ed immediato intervento contro un fenomeno che ha decisamente un impatto devastante sull’economia nazionale, oltre, ovviamente a mascherare negativamente le nostre qualità.
Si pensi che detti prodotti hanno gia’ raggiunto valori pari a a piu’ del doppio delle esportazioni agroalimentari Made in Italy.
Coldiretti ha ben illustrato come gli argentini si siano specializzati nella produzione di formaggi che richiamano alle nostre Dop piu’ prestigiose, come il Reggianito o il Grana Pampeana, magari “innaffiati” da Marsala fasullo e Bordolino Vino Tinto, ied n Australia va forte il Perfect Italiano Parmesan, tarocco del nostro Parmigiano reggiano, da grattugiare sopra le San Remo Penne.
Ma anche in altre parti del mondo come il Brasile , che e’ una miniera di falsi che vanno dalla Mortadela al Parmesao fino al Caccio Cavalo, ai canadesi ed il Veneto Salami o il provolone e il montasio “made in acero”, fino al kit di polveri per fare il Chianti.
Un “KIT “di polveri! Da vergogna.
“Ma pure l’asse franco-tedesco – ricorda Coldiretti – e’ attivo nel campo dei tarocchi alimentari tra Spaghetti Bolognese e Torti carbonara rigorosamente transalpini e Cambozola, Zottarella e (storpiature dei nostri gorgonzola e mozzarella) germanici, cosi’ come Perisecco e Meer Secco parenti poveri del vero Prosecco. In Cina, che invade l’Italia di derivati di pomodoro, vengono predilette (paradossalmente) le passate tricolori, almeno di nome, come il Gino Tomato Paste o il Ciao Doppio Concentrato.
Non fanno eccezione paesi come il Messico, dove si fanno i Tortellonis, la Corea del Sud che mette in tavola i Chapagetti o il Sudafrica del Mascarpone, ma tra i nuovi taroccatori ci sono – aggiunge la Coldiretti – pure i russi, dove per soddisfare la fame di italianita’, dopo l’embargo sui prodotti tricolori, e’ nata una fiorente industria tra Parmesan Dolce e salame Milano”.
Si stima che nel mondo piu’ due prodotti agroalimentari tricolori su tre siano falsi, senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. Ecco che serve una politica forte e aggressiva, e duratura contro il falso Made in Italy, perché oltre a tutelare la nostra identità, il nostro valore e la nostra alta qualità, che non è slegata da tutta la filiera produttiva, si possono creare ben 300 mila posti di lavoro in Italia.
Tra le nostre ricette piu’ “tradite” possiamo veder servire la famosa caprese con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, per non parlare della pizza che viene offerta nelle versioni piu’ bizzarre, da quella hawaiana con l’ananas a quella di pollo. Non chiamatela pizza!
La produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione chiara di origine , come esportazione potrebbe essere nettamente superiore e migliore se venisse posto in atto un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale, anche contrastando l’utilizzo improprio di parole, colori, localita’, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale, nè con la nostra storia .
“Quello agricolo- ha affermato Wojciechowski- è un settore di successo, perché si basa su valori e strutture unici al mondo: piccole e media imprese, spesso a conduzione familiare, che portano avanti attività riconosciute in tutto il mondo”.
Bene. E allora più vero Made in Italy certificato in Europa e nel mondo, più occupazione, più Italia e più economia per il nostro paese.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana





Made in Italy: Italian sounding G20
Made in Italy: Italian sounding G20. La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “più vero Made in Italy certificato in Europa e nel mondo, più occupazione, più Italia e più economia per il nostro paese”
Si è concluso a Firenze il G20 Agricoltura, ed il tema del Made in Italy ha tenuto banco, puntando il dito sulla qualità e la autenticità dei nostri prodotti, al fine di garantire e tutelare questo importante segmento agroalimentare attraverso una certificazione di identità, in Europa e nel mondo.
L’incontro con il Commissario Wojciechowski e con l’intera delegazione europea della Commissione Agricoltura, ha permesso di mettere a fuoco i diversi aspetti che riguardano il Made in Italy, e soprattutto la diffusione nel mondo di tanti prodotti “Fake”.
In occasione del G20 dell’agricoltura di Firenze, in Piazza Santa Croce e’ stata allestita, in tal senso, una mostra di stand a dimostrazione delle piu’ incredibili imitazioni dei veri prodotti italiani scovati nei 20 Paesi partecipanti al Summit.
La dimostrazione di quanto ormai esiste e viene detto da tempo, e cioè del cosiddetto “ italian sounding”, per il quale occorre la salvaguardia della nostra qualità famosa nel mondo, attraverso un urgente ed immediato intervento contro un fenomeno che ha decisamente un impatto devastante sull’economia nazionale, oltre, ovviamente a mascherare negativamente le nostre qualità.
Si pensi che detti prodotti hanno gia’ raggiunto valori pari a a piu’ del doppio delle esportazioni agroalimentari Made in Italy.
Coldiretti ha ben illustrato come gli argentini si siano specializzati nella produzione di formaggi che richiamano alle nostre Dop piu’ prestigiose, come il Reggianito o il Grana Pampeana, magari “innaffiati” da Marsala fasullo e Bordolino Vino Tinto, ied n Australia va forte il Perfect Italiano Parmesan, tarocco del nostro Parmigiano reggiano, da grattugiare sopra le San Remo Penne.
Ma anche in altre parti del mondo come il Brasile , che e’ una miniera di falsi che vanno dalla Mortadela al Parmesao fino al Caccio Cavalo, ai canadesi ed il Veneto Salami o il provolone e il montasio “made in acero”, fino al kit di polveri per fare il Chianti.
Un “KIT “di polveri! Da vergogna.
“Ma pure l’asse franco-tedesco – ricorda Coldiretti – e’ attivo nel campo dei tarocchi alimentari tra Spaghetti Bolognese e Torti carbonara rigorosamente transalpini e Cambozola, Zottarella e (storpiature dei nostri gorgonzola e mozzarella) germanici, cosi’ come Perisecco e Meer Secco parenti poveri del vero Prosecco. In Cina, che invade l’Italia di derivati di pomodoro, vengono predilette (paradossalmente) le passate tricolori, almeno di nome, come il Gino Tomato Paste o il Ciao Doppio Concentrato.
Non fanno eccezione paesi come il Messico, dove si fanno i Tortellonis, la Corea del Sud che mette in tavola i Chapagetti o il Sudafrica del Mascarpone, ma tra i nuovi taroccatori ci sono – aggiunge la Coldiretti – pure i russi, dove per soddisfare la fame di italianita’, dopo l’embargo sui prodotti tricolori, e’ nata una fiorente industria tra Parmesan Dolce e salame Milano”.
Si stima che nel mondo piu’ due prodotti agroalimentari tricolori su tre siano falsi, senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. Ecco che serve una politica forte e aggressiva, e duratura contro il falso Made in Italy, perché oltre a tutelare la nostra identità, il nostro valore e la nostra alta qualità, che non è slegata da tutta la filiera produttiva, si possono creare ben 300 mila posti di lavoro in Italia.
Tra le nostre ricette piu’ “tradite” possiamo veder servire la famosa caprese con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, per non parlare della pizza che viene offerta nelle versioni piu’ bizzarre, da quella hawaiana con l’ananas a quella di pollo. Non chiamatela pizza!
La produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione chiara di origine , come esportazione potrebbe essere nettamente superiore e migliore se venisse posto in atto un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale, anche contrastando l’utilizzo improprio di parole, colori, localita’, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale, nè con la nostra storia .
“Quello agricolo- ha affermato Wojciechowski- è un settore di successo, perché si basa su valori e strutture unici al mondo: piccole e media imprese, spesso a conduzione familiare, che portano avanti attività riconosciute in tutto il mondo”.
Bene. E allora più vero Made in Italy certificato in Europa e nel mondo, più occupazione, più Italia e più economia per il nostro paese.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana





Castro: Dal G20 delle spiagge a Jesolo
La responsabile Dipartimento Attività Produttive di Forza Italia Toscana Monica Castro: “Ho partecipato con molto interesse al quarto Summit (G20) delle spiagge in Italia che si è svolto a Jesolo”
Ho partecipato con molto interesse al quarto Summit (G20) delle spiagge in Italia che si è svolto a Jesolo. Moltissimi i temi affrontati: il futuro della blue economy, il demanio, la transizione ecologica, la formazione nel turismo, la sicurezza nelle destinazioni turistiche, l’occupazione e molto altri.
Il tema che ho trovato più attuale rispetto agli altri anni a causa della pandemia che stiamo ancora vivendo è stato quello degli investimenti fondamentali per la nostra ripresa: PNRR, fondi integrati e nuova programmazione europea.
A questa discussione ha dato un grande contributo il nostro Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini che ha confermato la sua massima disponibilità ad ospitare a Roma i rappresentanti del Summit con le loro proposte.
Il turismo balneare nonostante la pandemia si è salvato, le presenze di questa estate fanno ben sperare ma il futuro sarà difficile e pieno di sfide che noi dovremo affrontare tutti insieme grazie proprio agli aiuti europei che stanno arrivando. Per il turismo infatti ci sono una “marea” di soldi, occorre però una visione diversa da parte di tutti, soprattutto degli imprenditori del settore, un approccio completamente diverso.
I fondi per le città balneare non devono essere esclusivamente legati al turismo, possono essere misti. Si possono progettare soluzioni che comprendono più settori e quindi più soldi da poter utilizzare. Occorre un monitoraggio regionale, un osservatorio nazionale, una piattaforma unica dove poter dare le informazioni di base e dove poter inserire i progetti già realizzati o quelli in fase di approvazione.
Dobbiamo saper far squadra e dialogare tra regioni. Si è aperta una fase importante anche per il turismo, abbiamo una grande opportunità da non perdere che dovrà essere sfruttata ad ogni costo, impiegando le migliori risorse umane e facendole dialogare tra loro.
I soldi ci sono e anche gli strumenti, bisogna solo avere bene in mente l’obiettivo finale è raggiungerlo passo dopo passo utilizzando i fondi di più settori. Da non sottovalutare sono finalmente gli aiuti europei per il grave problema dell’erosione. Per questo sono necessarie delle perizie tecniche più approfondite e quindi è necessario avere una squadra di professionisti all’altezza per poter studiare delle soluzioni fattibili. Le 20 città balneari si sono unite per poter incidere con le loro proposte e richieste. L’unione fa la forza.
Monica Castro, responsabile regionale delle attività produttive di Forza Italia Toscana