Made In, Gramigna: quanto verrà penalizzato dalla guerra?
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Quanto la guerra penalizzerà il Made in?”
È una guerra terribile, a prescindere. ma non si può non buttare un occhio, e direi più di uno, sulla guerra che si combatte anche sui mercati.
Quella del vino, ad esempio, che sacrifica alle sanzioni le bottiglie extra lusso, con un valore superiore ai 300 euro per articolo. Il conflitto Russia-Ucraina di fatto pone una seria ipoteca sull’export italiano, anche nel mondo del Vino.
Secondo un rapporto di Nomisma Wine Monitor, nel 2021 la Russia ha importato 345 milioni di euro di vino “made in Italy”, facendo del nostro Paese il suo primo fornitore. Anche l’Ucraina ha importato vino italiano per 56 milioni di euro.
Ma la guerra in corso rischia di mettere a reale repentaglio l’economia del mondo vitivinicolo che per l’Italia vale 400 milioni di euro.
Il nostro Paese risulta essere il primo fornitore delle due principali nazioni coinvolte nel conflitto, prima persino di competitor prestigiosi come Francia e Spagna, perché da un’analisi attenta, si evidenzia che la sofferenza maggiore riguarda l’Asti spumante.
Ma la nota dolente non si ferma qui: nel nuovo pacchetto di sanzioni comminato alla Russia, appena varato dal Consiglio europeo, c’è ( ahimè) anche il vino. Sanzioni che sanciscono lo Stop alle spedizioni verso Mosca di bottiglie sopra i 300 euro per unità.
In attesa di ulteriori chiarimenti, sul termine “unità”, cioè se per valore complessivo intende la singola bottiglia oppure la cassa da 6, si tratta comunque di un provvedimento che ha nel mirino soprattutto la sospensione delle forniture di beni di lusso per gli oligarchi.
Per l’export italiano si aggiunge, quindi, una ulteriore débâcle in un periodo abbastanza già molto provato dalla pandemia.
Anche la progressiva e consistente svalutazione del rublo, che ha perso già oltre il 50% del suo valore, costringe le aziende che operano sul mercato russo a una revisione delle trattative contrattuali. Aziende Made in Italy, legate al settore arredamento, moda, ed enogastronomia, che negli ultimi anni avevano scommesso molto su questi due Paesi oggi in conflitto, si vedono diminuire entrate, a fronte di salassi per aumento gas, elettricità e materie prime.
La Coldiretti denuncia la caduta di un intero settore: “L’agroalimentare – dice l’associazione di categoria – è, fino ad ora, il settore più duramente colpito direttamente dalle sanzioni che hanno azzerato le esportazioni in Russia dei prodotti made in Italy presenti nella lista nera come salumi, formaggi e ortofrutta, senza risparmiare le specialità, dal Parmigiano Reggiano al prosciutto di Parma, per citarne solo alcune”.
Il Made in Italy, lo ripeto da tempo, è qualcosa di unico al mondo non soltanto per la qualità, il design, la bellezza e l’innovazione tecnologica dei suoi prodotti, ma anche per la capacità di reiventare e riproporre continuamente in chiave moderna innumerevoli beni tradizionali con il loro straordinario patrimonio di cultura e storia. Capacità dovuta a preparazione, qualità innovativa, formazione accurata.
È anche qualcosa di unico per la struttura peculiare del suo sistema produttivo orientato all’export, basato soltanto in minima parte su grandi settori e costruito invece su numerose “nicchie” e filiere di dimensioni medie e medio-grandi, molte delle quali leader a livello internazionale, con un attivo commerciale complessivo con l’estero in tale anno di 63 miliardi di dollari.
Per anni, il dibattito in Italia si è sterilmente concentrato sul tema se “piccolo” fosse bello oppure no. Cioè, se le piccole realtà che sono grandi per il nostro Made in di qualità non fossero paragonabili ai grandi marchi.
La attenta analisi dei mercati, e delle ripercussioni sulla nostra economia Made IN, cambia la prospettiva del problema. È bello ciò che funziona e il made in Italy nella prospettiva di differenziazione dell’ export, che le piccole imprese fanno da sempre, è certamente bello. Non basterà, forse, a proteggerle dalla follia di Putin ma certamente servirà a mitigarne un po’ gli effetti.
L’imprenditoria italiana si trova oggi, con la guerra in Ucraina, ad affrontare una crisi internazionale inaspettata, ulteriore e dannosa, che sicuramente avrà ripercussioni sul mondo dell’impresa, ma di fronte a questa ennesima sfida, le aziende vogliono lanciare un messaggio di solidarietà e speranza, ma anche richiesta di sostegno e attenzione dal mondo politico, soprattutto ribadendo che per loro ” la pace è più importante dell’economia, e che sono pronte ad affrontare le conseguenze che le sanzioni alla Russia avranno sia dal punto di vista delle esportazioni che da quello dell’approvvigionamento delle materie prime e l’accesso all’energia. “
Un bel messaggio che, ancora una volta, porta l’Italia nel mondo con la sua principale peculiarità: l’Intelligenza e la qualità delle persone.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Euricities, Mallegni: Forza Italia in piazza contro guerra
Ucraina, il vice Presidente dei senatori di Forza Italia e Coordinatore regionale toscano Sen. Massimo Mallegni: “Euricities iniziativa importante, Forza Italia in piazza contro guerra. Parteciperemo indipendentemente da chi l’ha organizzata e dagli scopi dell’organizzatore”
“Forza Italia Toscana parteciperà a questa importante manifestazione, indipendentemente da chi l’ha organizzata e dagli scopi dell’organizzatore…”.
Massimo Mallegni, senatore azzurro e coordinatore regionale del partito di Silvio Berlusconi in Toscana, assicura la presenza di Forza Italia a ‘Eurocities’, la kermesse in programma domani in piazza Santa Croce a Firenze promossa dal sindaco Dario Nardella, che vedrà riuniti quasi tutti i leader della ex coalizione giallorossa al fianco di sindacati, movimenti, associazioni laiche e cattoliche per dire no alla guerra di Putin.
Non conta il colore politico, in questo momento, precisa l’esponente forzista che spiega all’Adnkronos: ”Noi abbiamo una linea chiara contro la guerra. Io sono partito tre giorni fa per una missione Osce in Ucraina, che sta per terminare e non so se domani riuscirò a essere in piazza Santa Croce”.
Forza Italia, rimarca Mallegni, “ha chiarito subito la sua posizione alternativa alla guerra. La guerra è il contrario della diplomazia e della pace e noi siamo per la diplomazia e per la pace”.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
Ucraina, Berardi: Ue alzi voce per evitare escalation
Ucraina, il segretario della Commissione Difesa e commissario provinciale di Forza Italia Grosseto Roberto Berardi: “Ue alzi voce per evitare escalation”
La situazione Ucraina diventa ogni giorno più difficile. È inutile negare che tirano pericolosissimi venti di guerra che bisogna trovare il modo di placare e anche in fretta.
E se da un lato lo storico scontro USA – Russia sembra essersi riacutizzato dall’altro l’Europa, anche geograficamente al centro dei due blocchi non può non intervenire in maniera celere e decisa. L’alleanza Atlantica resta solida ma questo non può significare assistere passivamente agli eventi.
È necessario usare tutti gli strumenti per evitare l’escalation militare: dialogo, confronto, relazioni bilaterali, diplomazia e soprattutto unità di intenti da parte del blocco europeo. L’Europa deve dimostrare di avere una voce unica e autorevole, solo così potremo evitare il peggio.
Sen. Roberto Berardi, segretario Commissione Difesa e Commissario provinciale Forza Italia Grosseto
Firenze, Stella: Airbnb, Ridicola guerra di Nardella
Firenze, Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana Marco Stella: “Ridicola guerra Nardella ad Airbnb. Amplia offerta turistica ed è fonte di reddito per fiorentini. Evidentemente dopo alleanza Pd-M5S sindaco ha sposato modello decrescita felice”
“La guerra che il sindaco di Firenze, Dario Nardella sta muovendo agli Airbnb è sbagliata sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello economico, in quanto la locazione breve porta tanti soldi nelle casse comunali ed è fonte di reddito importante per numerose famiglie fiorentine, a maggior ragione adesso che la città risente in maniera drammatica della crisi legata al Covid 19. Quando la pandemia sarà passata, contiamo nella ripresa del turismo, che è la colonna portante dell’economia cittadina”.
Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.
“Francamente non capisco questa battaglia donchisciottesca di Nardella contro i mulini a vento – osserva Stella -. Gli ultimi dati pre-Covid evidenziavano come su Airbnb fossero sulla piattaforma 9.897 immobili a Firenze (di cui 5.537 nel centro storico), a fronte di 514.456 immobili residenziali esistenti nel capoluogo toscano: l’1,9%. Di cosa stiamo parlando?
Tra l’altro, negli ultimi anni, proprio Airbnb ha favorito la crescita delle presenze turistiche a Firenze, portando denaro e benessere a tutto l’indotto, senza penalizzare le tradizionali locazioni alberghiere. Forse il sindaco di Firenze, con l’alleanza strutturale Pd-M5S ha sposato la linea economica della decrescita felice, tanto cara ai grillini”.
“Tra l’altro – ricorda Stella – l’imposta di soggiorno ha portato nelle casse comunali nel 2018 ben 42.335.381 euro, di cui il gettito derivato dalle locazioni turistiche dopo l’accordo ‘collect and remit’ ammonta (Airbnb più la gestione diretta) a 7.641.924 euro.
Quanto alla questione dello spopolamento del centro storico, dare la colpa al turismo è semplicemente ridicolo: i fiorentini scappano dal centro perché chi ha amministrato questa città negli ultimi 30 anni (e cioè la sinistra) ha trasformato il centro in una Disneyland del Rinascimento, senza servizi, senza parcheggi, sottoposto a regole vessatorie e restrittive, che farebbero scappare chiunque”.
Marco Stella, capogruppo Forza Italia al Consiglio regionale toscano