Gramigna: Made in Tuscany? Un marchio di qualità
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Made in Tuscany? Un marchio di qualità. Diciamo NO, alle contraffazioni. Perchè è solo così che si possono aiutare le nostre imprese, ed anche bloccare la criminalità“
E’ di questi giorni la notizia che un maxi blitz ad opera dei militari del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, insieme con i militari delle Unità dell’Arma Territoriale e Forestale, ha portato al sequestro di oltre 4mila tonnellate di prodotti finiti e semilavorati per un valore di oltre tre milioni di euro, all’interno dello stabilimento produttivo e nel deposito della ITALIAN FOOD SPA – Gruppo Petti.
Si tratta, così dice la notizia, di passate di pomodoro contenenti concentrato di pomodoro estero, proveniente da Paesi non appartenenti all’Unione Europea, come “pomodoro 100% italiano” e “pomodoro 100% toscano”, pronte per la commercializzazione e 977 tonnellate circa di prodotto semilavorato e concentrato di pomodoro di provenienza estera (extra-UE), stipato in fusti e bidoni.
Secondo quanto emerge dalle indagini, che rispettiamo ed alle quali ci atteniamo essendo da sempre garantisti, si sarebbe ravvisata da parte di alcuni dirigenti una losca manovra per la produzione e la fraudolenta commercializzazione di conserve di pomodoro – principalmente passata di pomodoro di vario tipo e formato con il marchio della nota azienda – falsamente etichettate quale “pomodoro 100% italiano” e/o “pomodoro 100% toscano.
Se ciò venisse confermato, sarebbe un danno per il valore e la forza del nostro Made in Italy, perchè l’azione da mesi intrapresa dal Dipartimento Forza Italia, è proprio quella che va nella direzione di tutelare e valorizzare, preservare l’autenticità, la ricchezza della qualità, ma anche quella della lotta alle contraffazioni, che da una stima recente si aggirano attorno ai 30 miliardi di euro (esattamente siamo a 32 miliardi ), pari al 3,6% delle vendite totali del settore manifatturiero italiano tra nazionale e di esportazione.
Il 16,7% è costituito dall’abbigliamento, il 15,4% dai prodotti elettronici e ottici, il 13% dall’alimentare. Senza tener conto della farmaceutica, che solo a gennaio 2020 ha visto sequestrare quasi 100mila farmaci illegali e clandestini. La merce contraffatta dilaga, secondo l’Ocse, 4 persone su 10 credono di acquistare originali e spesso, se il prodotto è ben “ mascherato” potrebbe non accorgersi, neppure dopo l’acquisto, che il prodotto non è originale. I prodotti piratati , lo sappiamo, provengono principalmente da Cina, Hong Kong e Turchia. Ma anche in Italia , ahimè, esiste una produzione “locale” di falsi.
Ovvio che tutto questo abbia conseguenze gravi sia per la nostra manifattura, le nostre filiere produttive, che per i posti di lavoro, che ne risentono pesantemente. Dal lusso all’agroalimentare, i prodotti realizzati in Italia rappresentano un’eccellenza nel mercato mondiale. Da qui l’esigenza di tutelare il Made in Italy dalla contraffazione e dalle conseguenze che il falso genera per le imprese, per i consumatori e la collettività in genere, per l’economia nazionale e per la stessa immagine delle aziende produttrici.
Le ragioni di questo fenomeno in crescita sono sicuramente da ricondurre al basso prezzo, che non viene percepito come bassa qualità da chi acquista. Molto spesso è ignaro, e anche quando non lo è, lo fa per avere quella data borza griffata, o quella scarpa particolare che non potrebbe permettersi a prezzo originale. Oppure per produrre a basso costo.
Serve una seria lotta alla contraffazione del Made in Italy. E come già evidenziato dai risultati raggiunti da un’apposita Commissione Parlamentare (che ha concluso i suoi lavori nel 2018), occorre introdurre un’apposita regolamentazione in grado di fronteggiare più adeguatamente il fenomeno, attraverso adeguati strumenti tecnologici.
Ad esempio, potremmo pensare ad etichette elettroniche, o virtuali ( Realtà aumentata) in cui possibile inserire informazioni complete, ed anche la storia di quel dato prodotto. Tutto ciò, semplicemente da uno smartphone che si collega, con una semplice applicazione. basta porsi davanti al barattolo, o alla scatole, o semplicemente ad una etichetta, e si apre un mondo.
Ma se è vero che circa un italiano su due acquista prodotti falsi, allora è indispensabile agire anche attraverso una maggiore sensibilizzazione sia dei produttori, magari aiutandoli nei costi, che dei consumatori, mettendoli al corrente di questo grave reato che mina non solo l’economia, ma permette l’avanzare della malavita organizzata. Perchè le conseguenze della contraffazione dei prodotti Made in Italy non si limitano unicamente al rilevante danno economico per le imprese manifatturiere italiane, ma va ad incidere pesantemente sull’intera società.
Se non ci fosse la contraffazione, il numero di occupati crescerebbe dello 0,6%, con un incremento di produzione e di reddito annui pari a 19,4 miliardi di euro: ciò si tradurrebbe in una crescita del PIL nazionale per oltre 7 miliardi. Tutto ciò avrebbe, ovviamente, ripercussioni anche sul sistema fiscale, e permetterebbe l’aumento dei posti di lavoro.
Diciamo NO, alle contraffazioni. Diciamo NO, e sempre, a chi vende falsi e taroccati. Perchè è solo così che si possono aiutare le nostre imprese, ed anche bloccare la criminalità.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
‘Ndrangheta in Toscana: ombre pesanti su Regione
‘Ndrangheta in Toscana, la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Indagini su Capo di Gabinetto Ledo Gori lanciano ombre pesanti sulla Toscana. Mi auguro la Giustizia faccia il suo rapido corso. Serve chiarezza davanti ai toscani su questa pericolosa vicenda intrecciata con la malavita”
C’è anche il Capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, Ledo Gori, tra gli indagati nell’inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali, nella quale sono indagati anche imprenditori considerati contigui alle cosche di ‘ndrangheta, e che oggi ha portato a sei arresti. A Gori viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Questa la notizia che viene data dalle agenzie di stampa poche ore fa, che mi ha ovviamente lasciata senza parole.
Sono, come esponente di un partito storicamente garantista come Forza Italia, per consentire alla Giustizia di fare il suo corso, certo è però che determinate notizie uscite con questa forza sulla politica della nostra Regione creano forti timori e pretendono rapida chiarezza nel rispetto dei cittadini toscani e delle Istituzioni che dovrebbero rappresentarli.
Sempre nell’inchiesta risulta indagato, tra gli altri, il consigliere del Pd Andrea Pieroni, accusato sempre di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Indagato poi per abuso d’ufficio il direttore del settore ambiente e energia della Regione Toscana, Edo Bernini. Queste le altre notizie uscite oggi pomeriggio che gettano pesanti ombre da verificare sul sistema politico toscano.
Il tema dei rifiuti spesso si intreccia purtroppo con quello delle vicende della malavita. Mi auguro che si possa con i giorni chiarire anche la vicenda, che come ha spiegato la stampa, ha visto un’articolata operazione dei Carabinieri e della Dda di Firenze che con 23 arresti ha stroncato in Toscana più attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta infiltratasi nell’intera regione: dal traffico di cocaina, al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie.
In un filone dell’operazione sono stati eseguiti in Toscana, Calabria e Umbria – annunciano i quotidiani – sei arresti per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Alcuni soggetti a capo dell’Associazione conciatori di Santa Croce (Pisa) avrebbero rappresentato, spiegano gli investigatori, il fulcro decisionale di tutto il sistema indagato.
Per l’accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati ‘Keu’, altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie. Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero stati usati nella realizzazione del V lotto della Strada 429. Come si legge gli aspetti che caratterizzano questa vicenda, diventano ora dopo ora gravi e preoccupanti fino a coinvolgere anche un Primo cittadino quale la sindaca di Santa Croce Giulia Deidda.
Troppi sono gli intrecci evidenziati dalla stampa fra la malavita e le Istituzioni regionali e locali. Il sistema dello smaltimento dei rifiuti, quale membro della VIII commissione ambiente, l’ho sempre ribadito deve basarsi su regole chiare ed impianti sicuri nel rispetto della legge e dell’ambiente. Queste notizie non fanno altro che ribadire l’esigenza di controlli della Legge sempre più forti e costanti, per evitare pericolose derive criminali.
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia
Mazzetti: Gara TPL, rinviare tutto alla nuova giunta
Mazzetti: Gara TPL, rinviare tutto alla nuova giunta. La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “La Regione Toscana blocchi subito la gara e rinvii ogni decisione al 31 dicembre 2020 con una nuova giunta regionale e con uno sviluppo delle indagini che farà chiarezza definitiva”