Mugello: epilogo della vicenda Ex Ortofrutticola
Il capogruppo del centrodestra Mugello-Alto Mugello Rodolfo Ridolfi: “Riflessioni sull’epilogo della vicenda Ex Ortofrutticola del Mugello”
“Giù le mani dai marrons glaces” era stato il grido di guerra lanciato dal Sindaco renziano di Marradi, subito fatto proprio da tutte le istituzioni, dai sindacati e dai partiti ben consapevoli che senza quella produzione principale la fabbrica e soprattutto il territorio si sarebbe fortemente indebolito.
Purtroppo l’obbiettivo proclamato è stato mancato. La vertenza dell’Ortofrutticola di Marradi, si è conclusa sì con la riapertura dello Stabilimento ma mutilato della produzione e confezionamento dei marrons glaces.
Italcanditi non ha ceduto di un millimetro sul punto trasferendo completamente la produzione ed il confezionamento della produzione di punta dei marrons glaces nello stabilimento di Bergamo ed uscendo definitivamente di scena restituendo lo stabilimento impoverito all’imprenditore da cui lo aveva acquisito nell’estate del 2020: Gaetano De Feo.
Sindacati ed Istituzioni che fin dal dicembre scorso sedevano al tavolo regionale insieme a De Feo ed Italcanditi non hanno ritenuto di aprire un tavolo nazionale come proposto dal Vice Ministro Teresa Bellanova ed hanno chiuso la vicenda.
Non chiarissimo risulta il presunto coinvolgimento nella produzione dei marrons glaces a Marradi di Prada il cui interessamento era stato ventilato, come riportato sui giornali, da Regione e Sindacati.
Che l’epilogo dell’ex Ortofrutticola del Mugello non sia ottimale, e la soluzione definitiva ed affidabile, al netto della propaganda del centro sinistra, lo dimostra il fatto che il tavolo regionale rimarrà aperto al fine di monitorare l’andamento della impresa, ma soprattutto per ricercare tutte quelle opportunità e soluzioni che recuperino il tessuto produttivo di Marradi legato al Marrone.
Sia nel consiglio comunale di Marradi, che in quello della Città Metropolitana e dell’Unione dei Comuni le forze del centro destra unitariamente hanno confermato le posizioni che erano state di tutte le istituzioni durante la lotta per una soddisfacente risoluzione della crisi dell’ex ortofrutticola del Mugello ed ha avanzato proposte.
Hanno sottolineando come sia necessario, non solo monitorare costantemente la situazione della fabbrica, ma, ricercare nuove opportunità che facciano rinascere la filiera del marrone dopo la mutilazione subita chiedendo alle istituzioni di verificare se esistono margini e condizioni a riprendere contatti con l’ amministratore di Prada e/o ricercare nuovi partner interessati a produrre i Marrons glaces insediando ex novo la produzione dei marrons glaces a Marradi, anche con la nascita di una cooperativa di donne.
Occorre quella concreta soluzione ed impegno promesso dalle istituzioni capace di attenuare i gravi effetti negativi dell’impoverimento della economia locale che la perdita della produzione dei marrons glaces di Marradi ha determinato.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
Mugello: mozione sulla crisi ortofrutticola
Mozione Crisi Ortofrutticola del Mugello-Alto Mugello dei consiglieri Rodolfo Ridolfi e Mauro Ridolfi
Il Consiglio dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello
Premesso che:
i comitati provinciali dei sindacati Cisl e CGIL il 24 dicembre 2021, comunicavano al Sindaco di Marradi che la ditta Italcanditi Spa (leader italiano ed europeo nella produzione di semilavorati per l’industria dolciaria e lattiero casearia) di Pedrengo (BG), intendeva chiudere lo stabilimento di produzione di Marradi (FI), acquisita soltanto diciotto mesi prima, nell’agosto 2020, ed appartenuta fino a quel momento alla Srl Ortofrutticola del Mugello (con socio di maggioranza Gaetano De Feo della Terminio Frutta di Serino, AV);
lo stabilimento di Marradi è stato realizzato con fondi della Comunità economica europea ottenuti nel 1976 dalla Comunità Montana dell’Alto Mugello (Firenzuola, Marradi, Palazzuolo Sul Senio). I lavori di costruzione dello stabilimento iniziati nel 1981, sul terreno concesso gratuitamente dal Comune di Marradi furono conclusi nel 1984;
l’Ortofrutticola del Mugello è tra le aziende leader nel segmento di mercato dei Marrons Glacés utilizzati dai grandi marchi dolciari quali Lindt, Caffarel, Baratti, Amaretti Virginia, Majani, Vergani e nella produzione di ingredienti a base di castagne per l’industria dolciaria ed esporta i propri prodotti in oltre 30 paesi: con particolare riguardo al Giappone, Canada, Messico, Francia.
lo stabilimento di produzione è inserito in un contesto economico agricolo che vede il territorio di Marradi tra i più rinomati per la castanicoltura, tant’è che lo stabilimento di produzione dei Marrons Glacès acquistava una considerevole parte della produzione del prodotto fresco direttamente dal territorio;
nel 2020 la produzione ha risentito lievemente delle difficoltà causate dalla pandemia e nel 2021 invece si è avuta una produzione ottima;
Tenuto conto che la chiusura della lavorazione dei Marrons Glacés a Marradi comprometterebbe la già fragile condizione del tessuto economico e sociale del territorio marradese e dell’Alto Mugello poiché l’attività industriale dell’Ortofrutticola ed il relativo indotto, rappresentano la principale fonte di sostentamento della gran parte delle famiglie marradesi;
al tavolo regionale di composizione della crisi aziendale non si è raggiunta nessuna soluzione condivisa
Considerato che
nella prima riunione tra i Sindacati e la consulente del lavoro di Italcanditi S.p.a., quest’ultima avrebbe sostenuto, come riportato pubblicamente dagli stessi sindacati, che i macchinari per la produzione di Marrons Glacès, che oggi vogliono portare a Pedrengo, sarebbero obsoleti;
a quanto sempre pubblicamente affermato dai sindacati dall’agosto 2020 pur interloquendo costantemente con la proprietà mai avevano avuto sentore che l’azienda volesse chiudere lo stabilimento di di Marradi;
il clamore mediatico suscitato dalla vicenda ha indotto Italcanditi S.p.a. e il fondo di investimento riconducibile ad Andrea Bonomi, che ne detiene il 70%, a voler salvare la faccia retrocedendo dalla ipotesi di chiusura immediata dello stabilimento, senza però rinunciare al trasferimento del core business dell’azienda con sede a Marradi ovvero la produzione dei Marrons Glacès nella presentazione del nuovo piano industriale frettolosamente predisposto assieme al vecchio-nuovo proprietario Italcandidti S.p.a. sostiene che il mercato del Marrons Glacès rappresenta un mercato flat ovvero un mercato arrivato a saturazione senza prospettive.
Mentre esprime piena solidarietà a tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’Azienda Ortofrutticola del Mugello Spa impegnati in una dura battaglia per la difesa del proprio posto di lavoro
Ritiene che:
la contraddittorietà di tutto quanto sopra riportato conferma contraddittorietà di tutto quanto sopra riportato confermi la volontà di Itala volontà di Italcanditi S.p.a di eliminare un concorrente scomodo, come si usa fare nelle logiche di mercato, anche e nel settore dei nel settore dei Marron Glacès;
alla luce di quanto fin qui accaduto, per il bene e lo sviluppo dello stabilimento di Marradi, sia irrinunciabile, in una strategia di filiera e di qualità che valorizzi il made in Italy e la sua sostenibilità, un piano industriale decennale fondato sull’ l’incremento di produzione di confezioni di Marrons Glacès (interi e rottami) con prodotto IGP di Marradi;
qualsiasi Marrons Glacès realizzato con prodotto non italiano ad un costo minore per coprire la fetta di mercato occupata fino a quest’anno dal prodotto realizzato a Marradi, utilizzerebbe impropriamente un vantaggio competitivo dato dalla consolidata qualità del prodotto realizzato a Marradi, che ha il pregio di essere un prodotto artigianale fatto industrialmente.
Tale strategia danneggerebbe la stessa credibilità sul mercato del prodotto e l’immagine di qualità che il made in Italy rappresenta nel mondo.
Impegna il Presidente e la Giunta:
Ad invitare la proprietà di Italcanditi a mantenere la piena funzionalità dello stabilimento di Marradi lasciando i macchinari per la produzione di Marrons Glacès al fine di attivare due linee specifiche di prodotto: “Marron Glacès di Marradi IGP” e “Marron Glacès italiani di alta qualità”, per confezioni di un prodotto da destinare al mercato della produzione di alta qualità.
Nel caso invece di non disponibilità di Italcanditi chiedere chiedere formalmente l’apertura di un tavolo di crisi a livello nazionale al Ministro del Lavoro e al Ministro delle attività economiche.
Ad inviare senza alcuna procrastinazione questo documento al Ministro del Lavoro e al Ministro delle attività economiche, al Presidente della Regione Toscana, al Presidente della Città Metropolitana di Firenze, al Sindaco di Pedrengo, al Sindaco di Firenze, al Sindaco di Pedrengo, al Sindaco di Bergamo.
Rodolfo Ridolfi e Mauro Ridolfi, Gruppo consigliare centrodestra Mugello-Alto Mugello
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
Gramigna: Italcanditi, Made in Tuscany
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Italcanditi, Made in Tuscany”
La notizia che riguarda l’Italcanditi, controllata da un fondo d’investimento e proprietaria dell’Ortofrutticola Mugello, che intende spostare dal 30 gennaio la produzione dei marron glacé, da Marradi in Lombardia dopo 38 anni, mette nuovamente il dito nella piaga della delocalizzazione delle imprese.
La ’fabbrica dei marroni’, così definita, con oltre ottanta lavoratori, e quasi tutte donne, più altrettanti castanicoltori d’indotto, rappresenta qualità e ottima produzione del nostro Made in Italy.
La nemmeno troppo nascosta decisione di delocalizzazione a Bergamo, qualora davvero avvenisse, oltre alle ripercussioni sull’economia, danneggerebbe l’immagine stessa del paese, riconosciuto da tutti come “capitale della castagna”.
Senza lo stabilimento, Marradi sarebbe mutilato, verrebbe a mancare un elemento fondamentale della filiera, ne risentirebbero sia i lavoratori, come ovvio, ma anche il brand della castagna, nonchè le frequentatissime sagre molto frequentate ( a parte il periodo contingente) ed i pregiati marron glacé, qui prodotti e ordinati perfino dalla regina Elisabetta d’Inghilterra, oltre al turismo, e la cultura.
Marradi, sparirà per questo? Non certo come località, ma come simbolo di un prodotto di qualità, sicuramente si.
Da una parte, quindi, la tutela del marchio a firma Marradi, e la sopravvivenza di posti lavoro, dall’altra l’impresa. Da liberale, liberista, quello che mi chiedo è ” Perchè”? Quale il motivo per cui un’azienda decide di spostarsi? Questo il vero punto focale.
Inutile e dannoso scagliarsi alacremente contro chi, da imprenditore, fa le sue scelte, e questo non significa mettersi contro il mondo del lavoro, anzi.
Credo che se un’impresa delocalizza bisogna andare prima a vedere il perché lo fa. Vi sono situazioni nelle quali non esiste più speranza per un determinato prodotto in Italia e allora se l’unica sede è in Italia si cerca di guardare altrove. Si chiama fare impresa.
Ma ci sono in gioco posti di lavoro. Giusto.
E per questo occorre rivedere urgentemente cure di accompagnamento e welfare, e fare scelte nell’ambito Unione europea nella quale ci troviamo.
A chi non dispiace se vengono persi posti di lavoro? Ma non possiamo dare l’immagine di un Paese che vuole bastonare le sue aziende. Dobbiamo fornire a tutti, da una parte e dall’altra strumenti capaci, idonei e ricordare alcuni principi cardine, fondamentali.
Quali? Il posto di lavoro è un diritto, ma se l’impresa è privata, e quindi soggetta a bilanci e verifiche,e scelte maggiormente convenienti, può decidere di rivederne gli assetti, anche di sedi o numeri di addetti.
Bisogna fare attenzione al concetto di libertà d’impresa, con l’individuazione dei criteri di eticità ed eccellenza nel territorio e ” best practices”.
È un dato condiviso da molti che la forza imprenditoriale regga il nostro sistema sociale, ne caratterizza lo spirito e il bagaglio di capacità; la responsabilità d’Impresa permette che lo Stato si occupi del bene comune e dell’indirizzo politico, lasciando che le energie del lavoro accrescano lo sviluppo e il benessere della società, ma tendere al benessere della persona e della società.
Ed è in questa direzione che l’imprenditore riveste un’importanza centrale dal punto di vista sociale , perché si colloca al centro di quella rete di legami tecnici, commerciali, finanziari, culturali che caratterizzano la moderna realtà d’impresa.
L’imprenditore, è ovvio guardi al profitto, ma insieme al mondo del lavoro cerca di rendere il suo prodotto qualitativamente il migliore. Non potrà mai esistere l’uno senza l’altro. Dovere etico dell’imprenditore è di reinvestire e rischiare il proprio capitale in iniziative di nuova imprenditorialità, facendosi creatore di economia reale, esprimendo innovazione e crescita delle risorse umane, collegando lo sviluppo dell’impresa con lo sviluppo del sistema.
Il primo teorema dell’economia del benessere afferma che le condizioni ottimali di efficienza vengono realizzate tramite una geometria che perimetra un’economia del benessere, con strumenti di redistribuzione, imposte o sussidi in somma fissa (lump sum tax), un’economia concorrenziale che consente di raggiungere qualsivoglia stato sociale sulla frontiera massima dell’utilità, un welfare più inclusivo, politiche del lavoro più importanti al fine di aumentare la nostra ricchezza. Soprattutto all’estero. Chiediamoci perché siamo tra i grandi Paesi ,il meno attrattivo di tutti: giustizia civile, fisco, burocrazia, questi sono i temi di cui occuparci.
L’impresa etica, dunque, non è quell’impresa che deve comunque garantire ma, consapevole del proprio grande ruolo sociale, agisce nel rispetto di una scala di valori imprescindibili e ampiamente condivisa all’interno dell’ambiente in cui opera.
La realizzazione concreta dei principi etici è identificabile in alcune virtù nelle quali si deve riconoscere un imprenditore: la creatività, l’amore per l’impresa, la passione, l’orgoglio per i frutti prodotti, la valorizzazione delle risorse umane e l’intelligenza nelle scelte. La buona economia si realizza indubbiamente grazie ai buoni imprenditori: dove essi lavorano per l’impresa e con l’impresa, dove il manager è prima di tutto un lavoratore corresponsabile insieme agli altri lavoratori. Tali caratteristiche valoriali apportano vantaggi alla società sotto forma di benessere, crescita culturale e spirituale, educazione e senso della comunità.
Forza Italia si avvicina da sempre ad entrambi questi mondi: quello del lavoro e delle imprese.Ed alle idee dei sindacati quando lottano per questi principi.
Non si può impedire la libertà d’impresa, ricordiamocelo sempre. Piuttosto va accresciuta per creare più occupazione e ricchezza. È questa la sfida e la bandiera di Forza Italia. Sono 30 anni che si parla di delocalizzazioni. Oggi si delocalizza per altre ragioni rispetto a quelle degli anni Novanta.
Le prime erano tutte dovute al costo del lavoro, oggi si delocalizza per ragioni di opportunità, ad esempio per migliorare un prodotto. È il consumo che decide la produzione. Ci sono produzioni che sono a fine vita e se non vengono portate altrove le imprese muoiono. Ma non è questo il caso. L’azienda di Marradi è una vera eccellenza, e non si capiscono a fondo le motivazioni per doverla spostare a Bergamo, se non per accordi che si discostano non poco dalla suddetta ” etica” delle imprese.
Se è vero, come vero che la nostra sfida, quella del Made In, è quella di una sempre maggiore qualità, e bellezza conosciuta nel mondo, assieme al renderci competitivi nei confronti degli altri Paesi, resta il fatto che ciò non si ottiene con una legge ma con una serie di comportamenti, una riforma fiscale seria e una riforma degli ammortizzatori a lungo termine.
Non è possibile pretendere di evitare le chiusure e nazionalizzare tutto. L’Unione Sovietica è finita da tempo, per fortuna. E sia il mondo del lavoro, che riguarda famiglie, donne e uomini, che il mondo delle imprese, coloro che di fatto sborsano ogni giorno ingenti somme per salvaguardare la nostra economia, debbono avere sempre massimo rispetto e attenzione da parte della politica.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Italcanditi: delocalizzazione colpo mortale per Marradi
Italcanditi: La capogruppo in Consiglio Comunale di Forza Italia Raffaella Ridolfi, insieme a Paolo Gandola e Rodolfo Ridolfi: “Ora salviamo l’azienda ma occorre aprire subito un dibattito sul marketing territoriale e sul futuro della città”
“La delocalizzazione proposta da Italcanditi rappresenta il colpo mortale, in una situazione già difficile, per la nostra città, ma un amministratore ha il dovere morale, verso la propria comunità, di non rassegnarsi e mettere in campo tutto quanto è possibile, anche quello che non è mai stato provato, per non vedere il paese di Marradi diventare un paese dormitorio, o peggio, un paese fantasma.
È tempo di agire, di costruire, di rovesciare un destino che oggi sembra segnato ma che forse, dico solo forse, può essere modificato con una reazione immediata”.
Si è espressa così Raffaella Ridolfi, capogruppo di Siamo Marradi, intervenuta stamani durante il consiglio comunale convocato davanti allo stabilimento di Italcanditi a Marradi. Alla seduta erano presenti in prima fila anche Paolo Gandola, consigliere metropolitano di Forza Italia – centrodestra per il cambiamento e Rodolfo Ridolfi, capogruppo di Forza Italia all’Unione dei Comuni.
“Alla legittima scelta della proprietà, parlando in termini giuridici, ha continuato Ridolfi, si contrappone una illegittima mortificazione ed il danneggiamento di una comunità, la nostra comunità. Durante quest’anno la proprietà dello stabilimento non ha mai interloquito direttamente con l’amministrazione comunale, dimostrando di appartenere ad una categoria di predoni economici. Non avendo mai interloquito con le istituzioni, non possiamo avallare nessuna scusa o giustificazione di siffatta scelta riguardanti problemi strutturali del capannone.
Abbiamo però la necessità di iniziare a seminare per il futuro, ha ammonito Ridolfi, abbiamo bisogno di grande competenza e concretezza, passando dalla propaganda all’azione sapendo che siamo già in ritardo. Siamo chiamati tutti a mettere in campo azioni per uscire da questo pantano. È per noi necessario riaprire un dibattito sul marketing territoriale, sulla valorizzazione del marrone di Marradi, abbandonando logiche di appartenenza della filiera politica”.
Da qui le proposte rese note dalla capogruppo: convocare il consiglio comunale in seduta straordinaria davanti alla fabbrica di Italcanditi e anche davanti alla sede del comune di Bergamo, per garantire maggiore visibilità mediatica e chiedere alla Regione, alla città metropolitana, nonché all’Unione dei Comuni, di svolgere una seduta del loro consiglio nel territorio Marradese per discutere della crisi dell’ortofrutticola del Mugello e come questa vicenda sia la cartina di tornasole di una fragilità territoriale e di sistema regionale che deve essere messa tra le priorità di tutti gli ambiti istituzionali.
“Sul punto, ha assicurato Gandola, mi farò immediatamente portavoce in Città metropolitana chiedendo che una prossima seduta del Consiglio si tenga a Marradi. Certo, ha aggiunto, oggi si è sentita la mancanza della Metrocittà durante la seduta del Consiglio Comunale, dove è intervenuto unicamente il presidente della Regione. Da parte del nostro ente serve, dunque, uno sforzo maggiore, non solo oggi, durante la contingenza, per consentire un positivo sbocco della vertenza, ma anche per il futuro, verso tutta la vallata dell’alto Mugello, verso cui abbiamo il dovere di garantire maggiori servizi a partire, ad esempio, da una più adeguata tutela del territorio, delle sue infrastrutture e della sua viabilità”.
“Per parte nostra, hanno concluso Ridolfi e Gandola, è urgente dare mandato per trovare nuovi soggetti imprenditoriali pronti a rilevare il sito di Marradi ma anche per selezionare e rendere spendibili sul mercato nuove produzioni agroalimentari legate al nostro territorio. La città di Marradi è già scesa sotto i 3mila abitanti ed ora è necessaria un’immediata inversione di tendenza per garantire sviluppo e benessere a tutta la comunità”.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
Marradi: chiusura dello stabilimento Italcanditi
Marradi: La capogruppo in Consiglio Comunale di Forza Italia Raffaella Ridolfi: “Non permetteremo che l’Italcanditi sia chiusa o delocalizzata, impoverendo il nostro territorio mettendo in difficoltà tante famiglie”. Paolo Gandola: “Notizia terribile”
Siamo stati avvisati dal Sindaco di Marradi della volontà della proprietà di chiudere/trasferire “la fabbrica dei Marroni” esattamente lo stabilimento dell’ortofrutticola del Mugello che ha visto un cambio di proprietà un anno fa circa a Bergamo.
Non essendo inclini a facili entusiasmi e purtroppo avendo conosciuto altre situazioni simili, abbiamo temuto subito ahimè, fin dalla notizia del cambio di proprietà, questa evenienza, perché è nella logica delle grandi aziende nonostante le rassicurazioni che possono esser state date, in questi casi si trova sempre qualche cavillo per chiudere lo stabilimento più piccolo e concentrare la produzione in una mera logica di profitto.
Questo non ci esime dal mettere a disposizione del nostro paese tutte le forze e le risorse che possano aiutare nello scongiurare il peggio per quanto in nostra facoltà e possibilità. Abbiamo già attivato tutti i livelli del nostro partito governativi, (ministri Mara Carfagna, Renato Brunetta e Vice Ministro al MISE Pichetto Fratin) parlamentari, (senatori Massimo Mallegni e Barbara Masini) regionali (Marco Stella), metropolitani Paolo Giovannini e Paolo Gandola), e mugellani (Mauro e Rodolfo Ridolfi) chiedendo aiuto nell’interloquire con una proprietà che ad oggi sembra non si sia mai degnata di avere contatti con il territorio dal quale vuole portare via un grande insostituibile pezzo di economia e di know how.
Quella fabbrica è il frutto della lungimiranza degli amministratori della Comunità Montana e del Comune di Marradi che la realizzarono nel 1984 insieme ad imprenditori locali e non permetteremo sia chiusa o delocalizzata, impoverendo il nostro territorio mettendo in difficoltà tante famigli e, anche se trattasi in larga parte di un lavoro stagionale per tantissime donne, e già questo è un dato di grande rilevanza a, e l’indotto dei castanicoltori, senza far sentire tutta la nostra risolutezza nel volere che la “fabbrica dei marroni” rimanga a Marradi.
Raffaella Ridolfi capogruppo Forza Italia Marradi
“La notizia dell’intenzione della proprietà dell’Ortofrutticola del Mugello di chiudere lo stabilimento di Marradi per spostare la produzione a Bergamo è terribile per solo per Marradi e tutto l’alto Mugello ma per tutta l’area metropolitana fiorentina. Serve un’immediata mobilitazione dell’ente metropolitano in sostegno di tutti i castanicoltori e le maestranze dell’Italcanditi”.
Si esprime così Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia – centrodestra per il cambiamento dopo aver colloquiato stamani con Raffaella Ridolfi, capogruppo azzurro a Marradi ed aver appreso dell’intenzione dell’azienda di delocalizzare la produzione.
“Non è questo purtroppo l’unico caso già scoppiato nell’area metropolitana, una situazione già vista, ad esempio, con l’ex cementificio Testi, comprato da una grande azienda del settore e poi fatto chiudere in poco tempo. Lo stesso potrebbe avvenire a Marradi con un’azienda che tratta i marroni, prodotto protagonista del territorio Marradese, tra le gemme alimentari toscane più importanti.
Per questo, aggiunge il consigliere metropolitano, è massima la nostra attenzione sulla vertenza così come è alta la nostra preoccupazione, condivisa con tutti gli eletti azzurri sul territorio del Mugello ritenendo necessario mobilitarsi, anche e soprattutto a livello metropolitano, per evitare la chiusura dello stabilimento ed un grave impoverimento di tutto il territorio”.
Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia – centrodestra per il cambiamento
Borgo San Lorenzo, 29 dicembre 2021
Al Presidente dell’Unione dei Comuni
Oggetto: Interrogazione sulla crisi dello Stabilimento della lavorazione delle castagne a Marradi
I sottoscritti consiglieri: Rodolfo e Mauro Ridolfi
Premesso che
l’Ortofrutticola del Mugello, realizzata nel 1984 su iniziativa dell’allora Comunità Montana del Mugello Alto
Mugello è stata acquisita nell’agosto del 2020 dall’ Italcanditi di Bergamo, leader italiano ed europeo nella produzione di semilavorati per l’industria dolciaria e lattiero caseario.
che ad acquisizione avvenuta il Sindaco di Marradi dichiarava testualmente “Nuove prospettive per l’Ortofrutticola del Mugello e una nuova speranza di sviluppo per Marradi che dimostra di essere un luogo dove si può investire”, e sottolineava a fronte delle legittime preoccupazioni che anche noi avevamo manifestato, di aver avuto rassicurazioni sul futuro produttivo dell’Ortofrutticola confidando che il legame tra azienda e territorio si sarebbe consolidato ancora di più;
che il gruppo consigliare “Siamo Marradi“ in un documento del 15 luglio scorso dal titolo BILANCIO DI PROSPETTIVA Marradi 2021 2023 affermava tra l’altro “La cenerentola delle politiche di sviluppo del nostro territorio ci pare oggi l’agricoltura e tutta la filiera che si può sviluppare attorno a questa, a parte il Marrone, che speriamo non debba mai subire scelte strategiche diverse dalla proprietà dell’Ortofrutticola del Mugello
che la nuova proprietà avrebbe manifestato l’intenzione di chiudere lo Stabilimento di Marradi;
che la chiusura dello Stabilimento dell’ex ortofrutticola rappresenterebbe un colpo mortale per l’occupazione e per la già precaria situazione economica del territorio aggiungendo ad una evidente situazione di marginalità e declino dei servizi e delle infrastrutture che hanno determinato una forte crisi demografica ed un accentuato abbandono del territorio un danno irreversibile all’occupazione e alle residue speranze di ripresa
che a fronte di questa drammatica eventualità gli interroganti sono impegnati e disponibili ad una forte mobilitazione nei confronti delle istituzioni,
Interrogano il Presidente per conoscere
Se quanto riportato in premessa corrisponda a verità e del caso se non ritenga, come gli interroganti ritengono, che l’Unione, di concerto con il sindaco di Marradi e le OOSS promuova le necessarie iniziative anche di lotta per far recedere la proprietà dal proposito di chiusura