Gramigna: Il nostro Made in sparirà?
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Il nostro Made in sparirà?“
Una vera crisi “nera” di 292 mila piccole imprese.
Ad un anno ormai di Pandemia si possono iniziare a tirare le somme di quella che, possiamo definire ormai, un’economia in ginocchio. Il PIL ha subito un calo del -8,9%, l’inflazione a febbraio 2021 era del +0,1% ed è tendenzialmente in aumento.
Secondo la Banca d’Italia ci troviamo di fronte ad un alto rischio, che aumenta ogni giorno di più, di fallimenti per le aziende, che ad oggi si aggirano su numeri importanti: 2.800 entro il 2022. A queste si aggiungono quelle del made in italy, ben 3.700. Numeri molto preoccupanti, che riguardano le piccole imprese, quelle a trovarsi nella crisi più nera.
Per non parlare, poi, di tutti i settori: le piccole agenzie viaggi, che ad oggi perdono ben il 63%, al mondo dell’arte e dello spettacolo che perde più del 90%, a causa dei cinema e teatri chiusi e data l’impossibilità di avere luoghi dedicati alla musica dal vivo.
Anche le strutture alberghiere, il nostro grande e bellissimo ” made in Italy”, rientrano nella lunga lista delle 292 mila piccole imprese a rischio, perdendo ben il 47% e con un rischio, serio e reale, date le limitazioni che ancora esistono, e per le quali stiamo lottando duramente, di vedersi sfumare anche la possibilità di recuperare durante la stagione estiva. passaporti verdi e coprifuoco come possono agevolare la ripresa turistica o la ristorazione?
Le attività ricreative perdono più del 46%, ed ad oggi sono davvero poche le persone che pensano con rilassatezza alle vacanze, sia per ragioni economiche che di paura del contagio, oltre alle limitazioni di libertà di cui sopra.
Ecco che il Made in Italy vede andare in fumo anni ed anni di valore e lavoro, e rischia di perdere ben 138 miliardi di euro di commercio internazionale. Le fiere specializzate, il turismo, il commercio e l’agricoltura sono i settori dove la crisi dell’export ha inciso di più. Le famiglie, da indagini effettuate, risultano aver perso nel 2020, una quantità di reddito pari a circa 29 miliardi di euro, incidendo sui consumi per 108 miliardi. E chi, avendo reddito, non ha speso, è stato indotto al risparmio da paure e instabilità economica.
I conti correnti sono più elevati di valore con propensione al risparmio, non solo perché non c’è modo di spendere in quelle attività che ad oggi sono state penalizzate, ma come su detto, è l’incertezza del domani a serrare i ranghi.
Poi, di contro, però c’è chi non può contare con alcun risparmio, e nessun deposito in banca. Sono le famiglie che hanno significativamente diminuito il proprio reddito, hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione da mesi. Secondo la Caritas i nuovi poveri sono passati dal 31% a ben il 45% durante l’anno della pandemia. Le aziende simbolo del Made in italy dovranno fare conto anche con questo.
La capacità di spesa media è diminuita e i nuovi poveri sono aumentati. E ricordiamo che le donne hanno pagato il costo più caro, con una disoccupazione pari circa al 9%, che al confronto della media europea del 7,5% , denuncia in pieno la gravità. La disoccupazione al momento viene frenata dal blocco, anche della cassa integrazione che tocca un lavoratore su tre, senza precedenti nella storia recente, ed i lavoratori maggiormente penalizzati dalla crisi rimangono quindi i precari, categoria formata soprattutto da giovani e donne
Il Made in Italy riuscirà a recuperare? Chissà. Domanda che pone diverse riflessioni.
“Difficile ma non impossibile”, potremmo dire. ma occorrono piani e strategie a supporto e soprattutto per evitare di perdere un valore così importante che , ad oggi, è a serio rischio di svendita. Durante questa crisi alcuni settori hanno resistito, di fatto con perdite assorbili e facilmente recuperabili nel tempo, grazie a settori di mercato considerati indispensabili, come lo sono quelli legati ai settori alimentari, farmaceutici o edili. Ma le produzioni, e le vendite di alcuni prodotti come i vini, ed alcune tipologie di alimenti, come moda e arredamento, sono rimasti al palo.
Il Recovery Fund può essere quella strada giusta verso una ripresa. Il fondo, infatti, è legato a investimenti di crescita e sviluppo economico e, quindi, se usato bene, potrà essere la carta vincente per una rinascita dell’economia territoriale. D’altro lato, se questa opportunità dovesse essere infine sprecata, il fondo si trasformerà in un vero macigno difficilmente sostenibile dal debito italiano.
Ecco che, a quel punto, si potrebbe verificare uno scenario del genere: l’ingerenza economica di mercati esteri, che approfitterebbero della situazione. E perderemo tutta la nostra bellissima realtà produttiva, legata alla qualità e la bellezza del nostro Made in Italy, rendendoci così davvero tutti più poveri.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Giani si ricorda del Recovery Fund, ora tavolo comune
La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Il Governatore Giani si ricorda finalmente del Recovery Fund. Adesso convochi un Tavolo con le tutte le forze politiche e le categorie economiche Toscane per un Piano di sviluppo Regionale. La Toscana chieda utilizzo Mes Sanitario”
“Alla scadenza del tempo massimo per i progetti da presentare al Governo Conte per il Recovery fund il Presidente Giani esce dal letargo e comunica che la Toscana è in grado di mettere in campo progetti oltre che per la sanità per l’innovazione informatica e tecnologica , per transazione ecologica…insomma per tutto, ma senza chiarezza e concretezza.
Forza Italia ha le idee chiare sui progetti immediatamente eseguibili , di cui in buona parte già approvati e pronti ad essere cantierabili immediatamente, e di fare una sintesi insieme con le forze politiche ed economiche della Toscana al fine di realizzare immediatamente un piano di rilancio infrastrutturale , impiantistico , turistico commerciale.
Ha ragione il Nostro Presidente Silvio Berlusconi quando afferma sul Recovery Fund, “rappresenta la principale opportunità per far ripartire il Paese dopo la gravissima crisi del Covid”. Non gettiamo via questa occasione, per una volta impegniamo le migliori forze del nostro Territorio affinchè lavorino alla migliore proposta in breve tempo.”
“Come già da mesi chiesto al Sindaco di Prato, Matteo Biffoni senza esito positivo adesso provo con lei Presidente Giani: convochi immediatamente una videoconferenza con le parti politiche ed economiche e facciamo insieme un piano strategico di sviluppo e magari alla fine convinciamo la sua maggioranza nazionale “GialloRossa” ad accedere immediatamente al MES sanitario al fine di concedere quelle risorse per interventi di sviluppo territoriale. La Sanità è in emergenza non perdiamo tempo in discussioni frutto delle segreterie di partito. Parliamo di dare invece servizi certi ai cittadini. Adesso.”
“Se parliamo di azioni concrete e costruttive per fare uscire la Toscana da questo stallo ormai decennale da parte di Forza Italia e della sottoscritta troverete sempre una collaborazione, ma se dovete continuare a parlare ancora di fantascienza politica allora rimanete pure nel vostro medioevo infrastrutturale.”
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia
Turismo: Recovery Fund, risorse insufficienti
Il Commissario regionale di Forza Italia Toscana Sen. Massimo Mallegni, insieme al Responsabile dipartimento Turismo e Commercio Pietro Gavazzi: “Turismo: Recovery Fund, risorse insufficienti”
In questi giorni il Ministro dei Beni e dell’attività Culturali e Turismo ha dichiarato che “nel nostro settore la ripresa sarà impetuosa e veloce“.
Francamente non si capisce se è una speranza o una solida certezza, o forse un’implicita giustificazione al fatto che per cultura e turismo, nella bozza che circola, si prevedano di impiegare solo poco più 3 miliardi dei 196 del Recovery Fund.
Per la precisione sotto una generica voce che comprende: cultura e turismo, verrebbero stanziati 3,1 miliardi, ovvero l’1,6% del 196 miliardi del Recovery Fund.
Poca roba se si pensa al comparto turismo da solo vale il 13% del Pil, con 3,5 milioni di occupati e 232 miliardi di euro generati.
Ancora meno se lo mettiamo a confronto con quanto ha previsto di stanziare attraverso i fondi europei, la Germania, con 35 miliardi solo per il settore turistico.
Risulta incomprensibile, come non si riesca a percepire il valore aggiunto che questo settore potrebbe dare alla ripartenza del lavoro, dei territori e della stessa produzione industriale.
Il turismo è un attivatore straordinario di decine di filiere manifatturiere in ogni segmento dell’economia, ma questo fatto, scontato in tanti altri Paesi, ma non nel Nostro, che del turismo dovrebbe farne la propria bandiera per una vigorosa ripresa.
Una cifra assolutamente insufficiente che denota una mancanza di strategia per il potenziamento e la valorizzazione di una risorsa che da sola produce il 13% del Pil, che puntava nel post Covid al rilancio dei borghi, ma che la luce delle bozze e indiscrezioni debba pensare solo alla sopravvivenza.
Occorre la volontà e la determinazione di fare innovazione, non ci sono più scuse, sembra strano ma il Covid ha impresso una accelerazione, che ha colto e sta cogliendo tutti di sorpresa, però per fare questo le aziende turistiche devono avere l’energia per farlo.
Ci vuole una strategia per agire velocemente, per provare a vincere la corsa verso l’economia e il turismo del futuro, che parta dalle periferie per arrivare al centro.
Il piano deve essere integrato con urgenza, prevedendo interventi strutturali a sostegno della riqualificazione delle aziende dell’intero sistema-turismo.
Servono interventi di ampio respiro, per un settore che resterà in una crisi profonda, non si sa ancora per quanto tempo.
È bene ricordare le dichiarazioni del ministro Dario Franceschini che aveva detto “il sostegno alle imprese turistiche e agli operatori del settore sarà la priorità nell’utilizzo delle risorse per l’Italia del Recovery Fund”.
Cosa sarebbe successo se il turismo non fosse stato considerato priorità… ???
Massimo Mallegni, Commissario regionale Forza Italia Toscana
Pietro Gavazzi, Responsabile Dipartimento Turismo e Commercio di Forza Italia Toscana
Infrastrutture: Mozione parlamentare di Forza Italia
Mozioni in Senato ed alla Camera della deputata di Forza Italia Erica Mazzetti e del Commissario regionale toscano Sen. Massimo Mallegni: “Infrastrutture: Governo indichi opere prioritarie da finanziare con Recovery”
I gruppi parlamentari di Forza Italia hanno presentato una mozione in entrambe le Camere in merito alla realizzazione delle grandi opere nel nostro Paese: Alla Camera dei Deputati a prima firma degli On.li Erica Mazzetti e Diego Sozzani e al Senato a prima firma del Sen. Massimo Mallegni.
I parlamentari azzurri chiedono che il governo si impegni a indicare al più presto le infrastrutturali prioritarie fondamentali per stimolare la crescita economica dell’Italia, in modo da poter beneficiare dei fondi previsti dal Recovery Fund.
Tante grandi opere, con un’indicazione tempestiva da parte di Palazzo Chigi, potrebbero essere finanziate, almeno in parte, con le risorse europee a fondo perduto.
I fondi con i quali verranno approvati i progetti del Recovery Plan potranno essere, inoltre, spesi per altre importanti finalità come: l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza del territorio, la reinvenzione della offerta trasportistica nelle medie e piccole realtà urbane, la diffusa ed organica digitalizzazione dell’intero Paese, il riassetto funzionale del nostro sistema agro alimentare, il riassetto della offerta turistica e la salvaguardia dei beni culturali.
“Fondamentali saranno i tempi”, affermano Mazzetti, Sozzani e Mallegni. “Da questo punto di vista il governo è in grave ritardo, e il Paese non può permettersi il lusso di perdere questa importantissima occasione. In questi mesi, per affrontare l’emergenza Covid, stiamo facendo debito, che andrà a pesare sul futuro dei nostri figli. Nei prossimi anni, realizzando grandi opere pubbliche strategiche per l’Italia daremo una prospettiva di crescita e di sviluppo tanto al Nord quanto al Mezzogiorno.
Facciamoci trovare pronti, Forza Italia è in campo per dare il suo costruttivo contributo”, concludono i parlamentari azzurri.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
MOZIONE
premesso che:
- lo sviluppo infrastrutturale è fondamentale per la crescita del nostro Paese. Sono investimenti in grado, tra l’altro, di attivare tutta l’economia, attraverso l’industria e i servizi della filiera delle costruzioni e dell’indotto. Per questo servono risorse pubbliche e private per nuove infrastrutture e per mantenere in efficienza quelle esistenti;
- gli investimenti fissi lordi della PA in costruzioni (formati per la quasi totalità da spese per opere pubbliche, cioè infrastrutture) hanno mantenuto fino al 2009 un’incidenza sul PIL sostanzialmente vicina al 2 per cento, per gradualmente calare fino a valori di poco superiori all’1 per cento negli ultimi anni. Questo perché stiamo investendo sempre meno sia in nuove infrastrutture che in manutenzione e ristrutturazione del nostro patrimonio infrastrutturale;
- la competitività dell’Italia è strettamente legata al necessario potenziamento e alla riqualificazione del sistema infrastrutturale ferroviario viario e aeroportuale, nonché allo sviluppo delle grandi reti di trasporto, integrate con i corridoi multimodali nazionali ed europei;
- uno degli obiettivi prioritari deve essere quello di poter connettere tutto il nostro territorio all’Europa, per favorire gli scambi commerciali e colmare i troppi divari territoriali presenti nel nostro Paese;
- sotto questo aspetto sarà decisivo utilizzare al meglio le risorse del Recovery Plan, garantendo la necessaria rapidità nel loro utilizzo. Risorse che potranno essere utilizzate e che andranno a integrare i programmi di spesa già previsti dalla normativa vigente;
- sotto questo aspetto sarà importante individuare e utilizzare le suddette risorse europee distinguendo tra quelle a fondo perduto e quelle concesse come prestiti. In questo senso va messo in campo un disegno programmatico organico della infrastrutturazione del Paese che risponda anche ad una logica di utilizzo delle risorse distinguendo quelle che rientrano nel “prestito” da quelle che rientrano nei sussidi a “fondo perduto” e, al tempo stesso, non interferisca con un altro Programma quello relativo al Fondo di Coesione e Sviluppo 2021 – 2027 in corso di definizione;
- molte sono le opere infrastrutturali che, oltre a rispondere ad un “piano strategico” già condiviso dall’Unione Europea, hanno tutte le condizioni per garantire l’avanzamento reale dei lavori, oltre ad essere coerenti con il cronoprogramma definito già dalle linee guida indicate dalla UE;
- con queste caratteristiche, nel Centro Nord troviamo le opere ubicate sui seguenti corridoi comunitari, e che potrebbero beneficiare delle risorse in prestito previste dal Recovery Plan:
* Corridoio Baltico-Adriatico: a) adeguamento del valico di Tarvisio e della tratta ferroviaria Pontebbana Udine-Tarvisio; b) adeguamento porto di Ravenna;
* Corridoio Algeciras – Lione – Torino – Milano – Venezia – Trieste – Kiev: a) Tratta in territorio italiano dell’asse ferroviario AV/AC Torino-Lione; b) Asse ferroviario AV/AC Verona-Vicenza-Padova; c) Asse autostradale Pedemontana Lombarda e Pedemontana Veneta; d) Metropolitane di Torino, Milano; e) Nodo logistico interportuale di Verona, Padova; f) Nodo portuale di Trieste;
* Corridoio Genova-Rotterdam: a) Asse ferroviario AV AC Genova-Milano (Terzo Valico dei Giovi); b) Gronda autostradale di Genova; c) Impianto portuale di Genova (antimurale); d) Adeguamento dei nodi intermodali di Domo 2 e di Novara Boschetto;
* Corridoio Helsinki-La Valletta: a) completamento tunnel ferroviario del Brennero; b) Asse ferroviario Fortezza-Verona; c) Nodo ferroviario dl Firenze; d) Reti metropolitane e ferroviarie di Roma (Linea Metropolitana C e chiusura anello ferroviario); e) Asse autostradale svincolo Fiumicino-Tor de’ Cenci-Latina; Cisterna-Valmontone;
- il suddetto quadro di interventi ha un costo globale di circa 40 miliardi di euro e tutte le relative opere hanno già subito una verifica sia nella stesura delle prime reti TEN-T del 2005, sia nella stesura delle reti TEN-T del 2013. La verifica in realtà era finalizzata anche alla identificazione di un misurabile R.O.I. (Return On Investments) e, quindi, l’intera operazione, se affrontata e gestita in modo organico, può rappresentare non una operazione a “fondo perduto” ma un importante “investimento” e come tale dare origine ad un apposito Fondo comune di investimento o a tre Fondi supportati dalla quota di prestito del Recovery Plan pari a 127,4 miliardi di euro;
- per quanto riguarda le opere infrastrutturali riguardanti il Mezzogiorno, che potrebbero utilizzare le previste risorse a fondo perduto del Recovery Fund, si evidenziano le seguenti infrastrutture collegate al Corridoio Helsinki-La Valletta, nonché gli interventi nella Regione Sardegna: a) completamento del sistema metropolitano di Napoli; b) completamento del nodo interportuale di Nola Marcianise; c) completamento dell’asse ferroviario AV/AC Napoli-Bari; d) riqualificazione del nodo ferroviario di Bari; e) realizzazione dell’asse ferroviario AV/AC Battipaglia-Reggio Calabria; f) realizzazione del collegamento stabile tra 1a Sicilia ed il Continente; g) completamento dell’ asse viario106 Jonica; h) realizzazione dell’asse ferroviario AV/AC Palermo-Messina-Catania; i) realizzazione dell’asse autostradale Ragusa-Catania; l) realizzazione delle reti metropolitane di Catania e Palermo; m) realizzazione dell’asse autostradale Cagliari-Porto Torres (asse Carlo Felice);
- per i suddetti interventi nel Mezzogiorno, il cui costo globale è di 38,7 miliardi di euro, andrebbe valutato di utilizzare integralmente la quota parte degli 81,4 miliardi a fondo perduto del Recovery Fund destinati all’Italia, prevedendo eventualmente lo scorporo delle risorse per il Ponte sullo Stretto di Messina in quanto utilizzando quota parte del Fondo delle Reti TEN-T e possedendo un buon R.O.I. potrebbe rientrare nella quota dei prestiti;
- è evidente che tutte le suddette infrastrutture sono integrabili con ulteriori altri interventi essenziali per l’assetto infrastrutturale del Paese; sono ad esempio non contemplati nelle Reti TEN-T interventi come l’Asse autostradale tirrenico o come l’Asse autostradale Orte-Mestre, ecc.;
- la scelta di finanziare parte delle infrastrutture con solo una quota delle risorse a fondo perduto messe a disposizione dal Recovery Fund, utilizzando parallelamente anche parte delle risorse in prestito nell’ambito del medesimo Fondo europeo, ottimizzerebbe al massimo l’uso delle disponibilità finanziarie messe a disposizione dall’Europa, consentendo di utilizzare la parte restante delle risorse per altre importanti finalità come: l’edilizia scolastica; la messa in sicurezza del territorio; la reinvenzione della offerta trasportistica nelle medie e piccole realtà urbane; la diffusa ed organica digitalizzazione dell’intero Paese; il riassetto funzionale del nostro sistema agro alimentare; il riassetto della offerta turistica e la salvaguardia dei beni culturali;
impegna il Governo
- a individuare le opere infrastrutturali prioritarie fondamentale per la crescita del nostro Paese, quali quelle individuate in premessa anche in quanto opere rapidamente cantierabili, al fine di beneficiare di quota delle risorse previste dal Recovery Plan;
- a prevedere il finanziamento delle suddette infrastrutture con parte delle risorse a fondo perduto messe a disposizione dal Recovery Fund, e parte delle risorse in prestito nell’ambito del medesimo Fondo europeo, al fine di poter utilizzare la parte restante delle risorse per altre importanti finalità come: l’edilizia scolastica; la messa in sicurezza del territorio; la reinvenzione della offerta trasportistica nelle medie e piccole realtà urbane; la diffusa ed organica digitalizzazione dell’intero Paese; il riassetto funzionale del nostro sistema agro alimentare; il riassetto della offerta turistica e la salvaguardia dei beni culturali
Mazzetti: Maltempo, misure insufficienti
La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Maltempo, Costa vive su Marte, misure avviate sono insufficienti”
Il ministro Costa forse vive su Marte. Le poche volte che si è degnato di venire in commissione ambiente ha sorvolato sui gravi problemi sollevati, come quelli del dissesto idrogeologico e della scarsa manutenzione del territorio.
Inoltre, le misure finora avviate dal governo, sia in termini di risorse stanziate che di messa in sicurezza delle nostre infrastrutture, sia in termini di semplificazione delle procedure burocratiche al fine di consentire in tempi più rapidi l’avvio dei cantieri, sono tuttora del tutto insufficienti.
Il ministro, inoltre, forse ancora non sa che Forza Italia ha presentato da mesi una proposta di legge, a prima firma della sottoscritta, per semplificare ed agevolare il codice appalti che ancora attendiamo venga incardinata e che domani dovrà rispondere a una mia interrogazione, dove chiedo quali ulteriori iniziative non più procrastinabili si intendono adottare per velocizzare e semplificare le procedure volte alla messa in sicurezza delle nostre infrastrutture e quale quota del Recovery Fund si intende utilizzare per un serio e completo piano di manutenzione del nostro patrimonio infrastrutturale.
Invece di fare inutili chiacchiere di circostanza, il Ministro e la sua maggioranza diano risposte certe. I comuni hanno bisogno di risorse per realizzare le opere ma ancora prima per progettarle.
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia
Mazzetti: Recovery fund, da Governo poca chiarezza
La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Recovery fund, da Governo poca chiarezza su criteri scelta infrastrutture. Serve commissione bipartisan ad hoc”
“Ancora oggi non è chiaro il metodo con il quale verranno scelti gli innumerevoli progetti infrastrutturali che arriveranno dai territori e non è chiaro quale sia il tramite se attraverso le Regioni, i comuni o le province. Troppa la nebbia all’orizzonte, creata da un Governo diviso su tutto.
Quando il Governo dice di voler ridurre il divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno cosa intende fare concretamente? Se un progetto viene fatto sfruttando la sinergia pubblico/privato, che finalmente dopo decenni la sinistra “anti privati” ha compreso come utile, come avverrà? Si darà la priorità solo a chi ” arriva prima” o ci saranno parametri oggettivi per selezionare le urgenze?
Proprio per questo, ho proposto in Commissione l’istituzione di una commissione ad hoc, composta da tutte le forze politiche, affinché vengano decise le priorità, i progetti, auspicando che siano valutati in modo oggettivo e agevolando quelli che diventano moltiplicatori di sviluppo economico, come quelli dell’edilizia-costruzioni-infrastrutture, ma anche delle aziende che inglobano tutte le altre in difficoltà.
Servono parametri chiari, senza i quali non si può ripartire, e una reale visione futura”.
Lo dichiara Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia.
“Dopo l’audizione del ministro De Micheli, oggi in commissione la maggioranza ha presentato la relazione sulle linee guida, il prossimo martedì sarà dato il parere. Per questo, ho deciso di prendere contatti e fissare incontri con i rappresentanti di ogni categoria economica locale, al fine di apportare un contributo concreto al prossimo dibattito ed avere così una visione d’insieme della situazione.
Non si può perdere altro tempo. I dati dell’economia reale ci dicono di bruciare le tappe per rilanciare il Paese”, conclude.
Coordinamento Forza Italia Regione Toscana
Ponte di Messina opera necessaria, usiamo il recovery fund
La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti, a margine della manifestazione organizzata a Messina: “Ponte di Messina, parte dei fondi del recovery fund per opera necessaria e indispensabile”
Questa mattina, insieme alle colleghe Matilde Siracusano e Urania Papatheu, ho preso parte alla manifestazione organizzata a Messina dalla Rete civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno per il Ponte sullo Stretto. E’ stata una manifestazione bellissima, che ha visto la partecipazione di molti cittadini, militanti e simpatizzanti.
Noi abbiamo voluto testimoniare con la nostra presenza l’attenzione massima che da sempre Forza Italia ha nei riguardi di questa infrastruttura, opera necessaria, indispensabile, fondamentale, non solo per la Sicilia ma per tutto il territorio nazionale.
“Sbaglia chi pensa che il ponte sullo Stretto serva solo alla Sicilia e il Sud. Con questa opera non solo si colmerebbe il grave gap infrastrutturale del mezzogiorno e ma si rilancerebbe l’interno Paese, perché se riparte il Sud riparte l’Italia. Noi chiediamo al Governo che questa opera venga messa al primo posto dell’elenco delle infrastrutture da completare e realizzare: i soldi europei ci sono, parte delle risorse del Recovery Fund vengano utilizzate per questo.
Forza Italia, così come da sempre chiede, incalzerà in tutte le sedi istituzioni il governo perché si proceda rapidamente, a cominciare dalla calendarizzazione della nostra proposta di legge. Con il Ponte sullo Stretto riparte la Sicilia, il Sud e l’Italia intera, non si perdi altro tempo.
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia e componente del Dipartimento Infrastrutture

