Giustizia, Mazzetti: Riforma prioritaria, garantismo
Giustizia, la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Riforma prioritaria, garantismo stella polare. Porre attenzione anche a strutture e organici di tribunali”
“La normalizzazione del rapporto tra giustizia e cittadino è una necessità indifferibile del Paese e il Centrodestra lo sa bene”.
Lo afferma Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia, che spiega: “Chiunque sia proposto come ministro, Forza Italia ha nomi di prim’ordine, dovrà promuovere e implementare una riforma tanto attesa, rimettendo al centro il valore del garantismo, che è la nostra stella polare.
La riforma della giustizia è – rimarca Mazzetti – un’esigenza prioritaria per tutto il Paese, condivisa anche da ampie porzioni della magistratura”.
“Sul versante della giustizia aggiungo che occorre intervenire in via prioritaria anche sulle strutture, spesso fatiscenti, e sugli organici, molto spesso carenti, in modo da rendere la giustizia effettiva e soprattutto rapida.
Faccio l’esempio del Tribunale di Prato, che non riesce a far fronte, nonostante il massimo impegno di tutti coloro che ci lavorano, alle esigenze della terza città del Centro Italia e del suo distretto. È un aspetto di cui tener conto”, conclude Mazzetti.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
ITS, Mazzetti: Modifica epocale, scuola-lavoro uniti
ITS Academy, la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “modifica epocale: scuola-lavoro finalmente uniti”
“Avviamento alla professione in azienda con percorsi formalizzati, riconosciuti e adesso anche finanziati, nei settori che il mondo richiede di più.
Quella dell’ITS Academy è una riforma che Forza Italia e i mondi produttivi chiedevano da tempo e che il governo Draghi, attraverso il Pnrr, ha finalmente trasformato in realtà” afferma Erica Mazzetti, Deputata FI, che rimarca: “È una vittoria del Paese reale e di Forza Italia ma anche e soprattutto di Gelmini e Aprea, in prima linea per aprire la scuola al mercato del lavoro.
Io stessa ho contribuito a questa grande novità del nostro mercato del lavoro con odg approvato dalla Camera per semplificare e accelerare i passaggi tra ITS e Università professionalizzanti.
Vent’anni fa moriva per mano delle Nuove Brigate Rosse Marco Biagi, un riformista che ci aveva mostrato come cambiare in meglio il nostro mercato del lavoro: oggi abbiamo messo un tassello importante”, conclude Mazzetti.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
Riforma del 118, Gandola: i medici andranno in Procura
Riforma del 118, il consigliere metropolitano di Firenze di Forza Italia Paolo Gandola: “SCONTRO SENZA PRECEDENTI TRA I MEDICI CHE STANNO PRESENTANDO UN ESPOSTO IN PROCURA, LA REGIONE SI FERMI”
“Continua a tenere banco l’entrata in vigore della riforma del servizio di emergenza -urgenza del 118 in Toscana che andrà ad effettuare una grave de-medicalizzazione in tutta l’area metropolitana fiorentina. Se nel Chianti i Sindaci da settimane stanno contestando la decisione, nelle altre aree della Metrocittà tutto tace ma a muoversi, pronti a inviare un preciso esposto in Procura della Repubblica, sono gli stessi medici del servizio del 118. La Regione si fermi, questa riforma sarà nefasta e produrrà quasi sicuramente uno scontro senza precedenti in Tribunale”.
Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano di Forza Italia – Centrodestra per il cambiamento che rivela la bozza di esposto già predisposto che i medici del 118 sono pronti ad inviare in Procura.
“Leggendo gli atti riservati che mi sono stati girati, spiega il consigliere metropolitano, emergono fatti gravissimi. Viene riferito che nelle centrali operative Toscane 118 viene sempre più utilizzato come prassi la “consulenza telefonica del medico di centrale” che risulta essere una procedura non prevista dalla legge e contraria ai principi del Codice di Deontologia Medica, volta a costringere il medico a delegare atti medici in scenari ove il medico non sia presente o attivato.
Secondo i medici, ancora, definire una diagnosi o un fondamento diagnostico sulla scorta di riscontri clinici effettuati da non medici da parte del medico della centrale, potrebbe esporre quest’ultimo al rischio di una condotta professionale gravemente imprudente con potenziali gravosi risvolti medico legali ed assicurativi.
Viene poi ricordato il lungo elenco di farmaci che possono essere somministrati sul luogo di arrivo dell’ambulanza 118, solo ad esclusiva valutazione del medico e viene infine ricordato come la gestione di una intubazione a sequenza rapida o sedazione post-arresto cardiaco non rientri assolutamente nella sfera di competenza infermieristica in quanto i farmaci impiegati prevedono la somministrazione di solo personale medico o sotto la sua supervisione.
Insomma, osserva Gandola, l’eliminazione dei punti di emergenza territoriali nell’area metropolitana, comporterà una de-medicalizzazione selvaggia con seri rischi per la tutela della sicurezza sanitaria. Nella Piana Fiorentina e nel Chianti si sta discutendo di togliere 3 postazioni medicalizzate che saranno sostituite solo con 1 automedica, riduzioni sono previste anche nell’empolese dove saranno previste ambulanze con il solo infermiere a bordo.
Uno scenario inaccettabile. Una riforma fortemente osteggiata dagli stessi medici del 118: la Regione si fermi ora che è ancora in tempo, così si sta picconando il sistema di fatto smantellando quel soccorso avanzato che nell’area metropolitana ha sempre saputo finora operare con successo”.
Coordinamento Regionale Forza Italia Toscana
Giustizia, Bergamini: riforma fondamentale per il Paese
Giustizia, la deputata di Forza Italia e sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini: “riforma fondamentale per il Paese“
“Da anni ormai era ineludibile una riforma della giustizia che potesse garantire il necessario rinnovamento. Il testo di riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario, votato oggi alla Camera dei Deputati, recepisce diverse proposte di Forza Italia, che ha sempre sostenuto l’urgenza di un cambio di passo.
Si tratta di una legge equilibrata, frutto di un ottimo lavoro di mediazione che apre la strada ad una giustizia più giusta.
Finalmente si mette la parola fine alle porte girevoli dei magistrati in politica, non sarà più consentito che giudici e Pm si scambino i ruoli e, soprattutto, nella valutazione di professionalità dei magistrati, si terrà conto degli errori giudiziari.
Un’altra prova di maturità del Parlamento che ha fatto un passo in avanti fondamentale per far progredire il Paese”.
Lo dichiara in una nota la deputata di Forza Italia e sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini.
Catasto, Mazzetti: occorre riforma ma no aumento tasse
Catasto, la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “occorre riforma impianto tecnico ma no aumento tasse”
“Partiamo da un’evidenza: il classamento degli immobili attualmente in uso presenta diverse storture e molte zone d’ombra, come gli immobili non censiti o gli immobili abusivi o ancora quelli che non rispettano la destinazione d’uso e fra questi ultimi gli immobili di lusso che oggi non lo sono più”, dichiara Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia.
“Stanti questi fatti, una riforma dell’impianto tecnico del catasto occorre, come già fatto nel recente passato, ma non è la riforma più urgente, ce ne sono ben altre da portare a casa e in fretta e, di certo, non serve confondere ulteriormente il mercato e gli operatori dell’immobiliare, già in fibrillazione.
La casa – rimarca Mazzetti – è un caposaldo dell’Italia ed è stata fin troppo – e inutilmente – tartassata, al pari degli immobili strumentali, vittime di continui salassi. Il governo, dunque, deve impegnarsi sul fronte della tassazione impedendo ogni tipo di aumento, come lo stesso premier ha dichiarato.
Bene, dunque, una riforma che abbia l’intento di mappare meglio e per mappare ciò che prima non lo era ma rigorosamente senza nuovi balzelli, come da sempre proposto da Forza Italia e come Berlusconi ha ribadito dal palco sabato.
Per quanto riguarda gli affitti abitativi, come suggerito in più occasioni, bisogna mantenere la cedolare secca su tutti gli immobili a prescindere dalla loro destinazione d’uso, intervenendo sulla base imponibile in modo stabile”, conclude l’On. Mazzetti.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
Giustizia, Mallegni: fondamentale ma serve approfondire
Giustizia, il vice Presidente dei senatori di Forza Italia e Coordinatore regionale toscano Sen. Massimo Mallegni: “fondamentale ma serve approfondire”
“E’ importante e prioritaria la riforma di Csm e dell’ordinamento giudiziario, in quanto c’e’ l’oggettiva necessita’ che la magistratura torni ad avere un ruolo importante ma soprattutto terzo e lontano dalle logiche correntizie.
Questo per garantire ai cittadini la massima imparzialita’ dell’azione giudiziaria.
Allo stesso tempo e’ fondamentale – come riporta anche il nostro coordinatore nazionale Antonio Tajani sul Sole 24 Ore – che la questione venga affrontata con la massima attenzione”.
Lo dichiara il vice Presidente dei senatori di Forza Italia e Coordinatore regionale toscano Massimo Mallegni.
“Condividiamo l’impostazione della riforma Cartabia, ma non possiamo accettare di votare testi senza prima una presentazione e un approfondimento concreto.
Per Forza Italia – sottolinea – ci sono dei punti imprescindibili che devono essere all’interno della riforma: la separazione delle carriere, il divieto del rientro in magistratura per chi ha ricoperto cariche politiche e un sistema elettorale maggioritario per il Csm.
Seppur il tema sia importante e urgente non possiamo permetterci di trattarlo con leggerezza. L’improvvisazione non appartiene a Forza Italia: siamo, quindi, pronti a lavorare e impegnarci al massimo nel bene della comunita’ per evitare l’ennesima riforma da dare in pasto ai cittadini che sono stanchi di decisioni di posa.
Solo cosi’ le cose potranno cambiare davvero”.
Coordinamento regionale Forza Italia Toscana
Giustizia: la Riforma ha indicato la rotta
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini: “La riforma Cartabia ha segnato il passo costretta dal limite dell’inevitabile condizionamento ricevuto dalla situazione ambientale, politica e giudiziaria. Ma ha anche l’enorme merito di aver gettati i semi ed indicato la rotta“
Nell’affrontare il tema della recente riforma della giustizia penale, non si può prescindere, dal contestualizzare in un ambito più ampio la direzione assunta dal ministero di Via Arenula e dal Governo.
Fotografare lo stato della giustizia restituisce un’immagine a dir poco desolante per inefficienza e lentezza.
Un maggiore finanziamento della Giustizia non solo risponderebbe ad esigenze primarie, fortemente avvertite dai cittadini come attuazione di diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione, ma rappresenterebbe un investimento anche economicamente apprezzabile; il miglioramento del sistema giustizia potrebbe portare a un beneficio economico, in termini di minori costi, compreso tra l’1,3% e il 2,5% del Pil (equivalenti a 22-40 miliardi di euro); mentre l’allineamento delle performance giudiziarie alla media di Germania, Francia e Spagna porterebbe a un aumento dell’attrattività degli investimenti che potrebbe determinare un loro incremento fino a 170 miliardi di euro.
In questo quadro si inserisce la riforma Cartabia nella volontà di intercettare i fondi europei: la ministra ha spiegato che un’eccessiva durata del processo, «determina due disfunzioni che costituiscono violazioni di principi costituzionali ed europei: l’eccessivo numero di processi che si concludono con la prescrizione, e la violazione del fondamentale diritto alla ragionevole durata del processo per gli imputati, garantito dalla Costituzione e che ha le sue radici nell’esigenza di assicurare il rispetto effettivo della presunzione di innocenza». Ha aggiunto che i giudizi lunghi fanno un duplice danno: «frustrano la domanda di giustizia e ledono le garanzie della giustizia».
Il riordino del complesso giuridico è stato quindi indirizzato ad una serie di interventi tesi principalmente alla riduzione di un quarto dei tempi medi del processo entro i prossimi cinque anni. La durata media dei procedimenti in Italia è infatti superiore, e di molto, alla media europea.
Per raggiungere l’obiettivo, accademia, l’avvocatura associata e, in parte e per un certo periodo, la magistratura erano concordi nel proporre soluzioni mirate che le commissioni ministeriali avevano fatto in gran parte proprie. La legge delega approvata dal Parlamento non le ha recepite tutte e nella stessa si rinvengono indicazioni che destano perplessità e ci trovano meno concordi.
Occorre però tenere presente da dove si partiva e dal limite costituito dal fatto che il progetto originario è quello scriteriato dell’ex ministro Bonafede sul quale sono intervenuti modifiche ed emendamenti.
Il secondo limite consiste nella variegata e disomogenea maggioranza di governo, nella quale convivono impostazioni ideologiche distanti e persino opposte, il che ha ovviamente portato a soluzioni di compromesso. La necessità di mantenere fragili e delicati equilibri politici hanno seriamente messo a rischio e condizionato l’opera riformatrice che ha, tra l’altro, il merito di avere definitivamente cancellato il processo senza fine e archiviato una logica giustizialista e carcerocentrica.
“Tutte le mediazioni, tutte le responsabilità vanno bene “, ha tuonato il Sottosegretario Sisto, “ma mai a discapito dei legittimi diritti del cittadino”. Le forme di garanzia processuale sono intoccabili, il diritto all’impugnazione è fondamento della civiltà giuridica; “la riforma della prescrizione non comporterà alcuna impunità e certo non si può giustificare il fatto che cittadino debba rimanere per anni nella macchina infernale del processo perché la giustizia è inefficiente” ha ribadito Sisto a Radio24. Quindi l’appello non si tocca ed è impossibile il ritorno al “fine pena mai”.
“La Giustizia è lo specchio della civiltà di un Paese; risponde ad esigenze superiori che riguardano i sacrosanti ed inviolabili diritti dei cittadini. Non può e non deve diventare terreno di scontro della politica.” ha tenuto a ribadire il sottosegretario alla giustizia.
Ovviamente si dovrà essere molto attenti nella fase attuativa della riforma, per evitare norme incompatibili con i diritti della difesa e limitazioni alle impugnazioni, tanto più che la magistratura si è schierata apertamente su posizioni di contrasto.
Alcune considerazioni vanno fatte proprio sulla situazione della magistratura che definire critica risulta eufemistico.
Dall’affaire Palamara alla vicenda di Verbania, da ad ENI-Nigeria fino a Davigo ed ai suoi verbali, un susseguirsi di vicende che ne hanno caratterizzato in negativo l’immagine. Gestione delle nomine, progresso delle carriere, esercizio del potere, indebite influenze, rapporti interni, scomode ingerenze, perfino violazioni del codice; tutte vicende interne ed esterne dell’autorità giurisdizionale che hanno provocato e provocano continui colpi e contraccolpi in una progressione apparentemente senza fine.
Altro aspetto su cui concentrare l’attenzione è quello dei magistrati fuori ruolo: attraverso l’occupazione del ministero e delle commissioni parlamentari dedicate, mediante l’infiltrazione nei gangli della politica giudiziaria, la magistratura ha raggiunto e consolidato la capacità di indirizzare l’azione legislativa e di governo e quindi della politica. A questo punto appare davvero ineluttabile la riforma ordinamentale che deve portare alla separazione delle carriere e dunque alla approvazione della legge di iniziativa popolare promossa dall’Unione delle Camere Penali sulla quale dovrà concentrarsi l’impegno delle forze politiche.
La riforma Cartabia ha segnato il passo costretta dal limite dell’inevitabile condizionamento ricevuto dalla situazione ambientale, politica e giudiziaria. Ma ha anche l’enorme merito di aver gettati i semi ed indicato la rotta. Non c’è tempo da perdere. Non si deve, non si può abbandonarsi all’amara eredità di Sciascia, al pessimistico senso di delusione verso la giustizia umana. E’ nostro dovere andare avanti e lo faremo con la consueta forza e lucidità.
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana






Seniores: No alla riforma del Catasto
Seniores: rilanciamo l’integrazione politica della UE. Il responsabile nazionale dei Seniores Forza Italia Enrico Pianetta: “solo una nuova Europa rifondata, come una forza politica comune, potrà dare il giusto ruolo alle famiglie e agli individui, in particolare alle persone anziane”
Giustizia: La battaglia non è finita, anzi.
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini: “La battaglia non è finita. Anzi, non è ancora cominciata”
Non si commetta l’errore di pensare che “essendo stato Palamara radiato dalla magistratura, il rischio di scelte condizionate dalle correnti sia stato archiviato”. Il “Sistema”, se non scardinato, sopravvive e sopravvivrà a questo ed altri Palamara. Le garanzie di libertà democratica non sono ancora fuori pericolo.
Novanta magistrati hanno presentato domanda per i dieci posti di sostituto procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione messi ultimamente a concorso dal Consiglio superiore della magistratura. Come evitare che il gioco sotterraneo degli equilibri correntizi interni prevalga sul merito e stravolga il buon corso della Giustizia?
E’ necessario che la politica abbia il coraggio di ribellarsi dalla sudditanza della magistratura. Varata la (mini)riforma Cartabia, necessaria per soddisfare le richieste europee a cui era condizionata l’erogazione dei fondi Recovery, appare sempre più evidente la necessità di un cambio di passo e di una seria e ragionata riforma della giustizia, soprattutto penale.
La connivenza tra una parte della magistratura e una parte delle istituzioni ha prodotto il pesante condizionamento di almeno vent’anni della vita del Paese. Le conseguenze dell’instaurazione di un potere parallelo ed occulto che decide la direzione delle sorti della Nazione, ha mutato radicalmente le regole costituzionali di democraticità cancellando e persino ribaltando il risultato delle libere elezioni.
Un sistema eversivo che non può, non deve essere supinamente accettato da una politica, fino ad oggi costantemente “sotto schiaffo” di una area fortemente ideologizzata della magistratura, che si è autonominata garante e sentinella della democrazia italiana.
In tal veste si è trasformata nel braccio armato di una sinistra veterocomunista che non ha mai deposto le armi contro il pericolo di una sempre paventata, ma concretamente irrealizzabile, reviviscenza antiliberale fascista. E, facendosi forte di quella autoinvestitura si è insediata nei gangli fondamentali delle istituzioni.
Agli occhi di tutti è evidente la colonizzazione dell’esecutivo: troviamo magistrati fuori ruolo nei ministeri, nelle segreterie, in tutti quelle posizioni collaterali, ma fondamentali nella gestione della giustizia; anche nel parlamento siedono sugli scranni dell’emiciclo e partecipano attivamente alle commissioni. In modo tale da sovvertire l’equilibrio, saggiamente instaurato con la tripartizione dei Poteri dello Stato, prevista in Costituzione.
Se vogliamo che l’Italia sia veramente un luogo di libertà e democrazia, vanno attuate le contromisure. Dobbiamo attivare gli anticorpi e, di certo evitando di scatenare una reazione traumatica, gestire il ripristino delle garanzie.
I magistrati debbono tornare ad esercitare il loro fondamentale ed irrinunciabile ruolo di amministrazione della giustizia ed evitare indebite commistioni con la politica; le loro idee politiche devono restare circoscritte nell’ambito personale. Se non ne sono capaci, non sono idonei ad indagare o giudicare imparzialmente.
Se, invece, intendono esercitare i loro diritti costituzionalmente garantiti e scendere in campo, non debbono poi, conclusa la loro esperienza, poter tornare al loro ruolo come nulla fosse accaduto.
Le soluzioni ci sono e possono variamente essere graduate. Richiedono un’opera di equilibrio alla quale non può mancare l’indispensabile apporto della stessa magistratura. Quella magistratura che dovrà dimostrare di essere “diversamente interessata” alla gestione del Paese.
Non può essere rinviata la separazione delle carriere con la conseguente istituzione di due separati CSM. Non si può rinunciare alla responsabilità professionale del magistrato in termini di progressione della carriera.
Nel senso che i ruoli apicali della magistratura debbono essere frutto di meritocrazia e non di spartizione correntitizia. Solo quella meritocrazia – e non l’appartenenza a questa piuttosto che a quella corrente – deve quindi incidere sulla progressione della carriera.
La Magistratura ha l’obbligo di abbandonare le velleità di condizionamento della vita politico-istituzionale dell’Italia e tornare a ricoprire il legittimo ruolo di Potere dello stato nel suo delimitato ambito di amministrazione della Giustizia.
Che ne ha tanto bisogno.
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana






Giustizia: La minaccia degli emendamenti
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini: “Conte assicura a Draghi “il contributo e l’atteggiamento positivo”, ma poi sottopone a “ricatto” il Governo sotto la minaccia di sommergerlo di emendamenti”
1.631 i sub-emendamenti depositati dai partiti alla riforma Cartabia, di cui ben 917 (più della metà) sono firmati dal Movimento 5 Stelle. Altri 403 vengono da “L’alternativa c’è” (componente del Misto formata da ex pentastellati). Per un totale di 1320 dall’area grillina (se si può ancora utilizzare questa definizione).
Conte assicura a Draghi “il contributo e l’atteggiamento positivo”, ma poi sottopone a “ricatto” il Governo sotto la minaccia di sommergerlo di emendamenti.
A sostegno della posizione intervengono i PM manettari (leggi Gratteri & C.) le cui strali campeggiano sulla prima pagina de Il Fatto Quotidiano, che ormai è diventato il loro organo d’informazione. Quelli, indicati dal M5S per l’audizione alla Camera, non possono non sostenere le posizioni di questo, che poi sono identiche alle loro.
E’ evidente che il Movimento assuma sempre più i connotati di intima connessione con il “partito dei PM” nel tentativo di sostituire in quel ruolo la contiguità del PD. Ed infatti, di rincorsa, la responsabile giustizia Senatrice Rossomando, intervistata a Radio24, tenta un funambolico equilibrismo nel vano tentativo di garantire la responsabilità verso il Governo, non contraddire apertamente gli alleati (più o meno reali o potenziali) e non contestare la posizione dei magistrati.
“Tutte le mediazioni, tutte le responsabilità vanno bene”, come dice il Sottosegretario Sisto, ma mai a discapito dei legittimi diritti del cittadino. Le forme di garanzia processuale sono intoccabili, il diritto all’impugnazione è fondamento della civiltà giuridica; “la riforma della prescrizione non comporterà alcuna impunità e certo non si può giustificare il fatto che cittadino debba rimanere per anni nella macchina infernale del processo perché la giustizia è inefficiente” ha ribadito Sisto a Radio24. Quindi l’appello non si tocca ed è impossibile il ritorno al “fine pena mai”.
La Giustizia è lo specchio della civiltà di un Paese; risponde ad esigenze superiori che riguardano i sacrosanti ed inviolabili diritti dei cittadini. Non può e non deve diventare terreno di scontro della politica.
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana






Giustizia: concretezza ed utilità da Forza Italia
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini: “un’impronta decisa per riforma nell’ottica della ragionevole durata del processo e del conseguente rispetto dei precetti costituzionali”
Se da una parte plaudiamo alla manifestata volontà di concreta riforma della giustizia, dall’altra si lamenta l’ennesima occasione persa per una riorganizzazione organica del sistema giustizia. Perché il parto del recente CDM risulta frutto più dell’evidente ricerca di un punto di equilibrio fra le varie ideologie ed identità che compongono l’inconsueta, variegata e disomogenea maggioranza di governo, che di un percorso teso al raggiungimento dell’efficacia e dell’effettività.
Le proposte di Forza Italia erano più sistemiche e orientate ad una maggiore concretezza ed utilità al fine di dare l’impronta ad una decisa riforma nell’ottica della ragionevole durata del processo e del conseguente rispetto dei precetti costituzionali. Non solo, ma anche e soprattutto verso le positive ricadute nel senso della affidabilità ed attrazione di investimenti internazionali che una migliore gestione della giustizia garantiscono.
La doverosa e necessaria forzatura operata dal PM Draghi nell’ottica dell’unanimità di impegno è sicuramente dettata dalla pressante necessità di intercettare i fondi europei. Auspichiamo sinceramente che la presa di consapevolezza mostrata, non senza il tangibile segno di divisioni e contrasti interni, da tutte le forze politiche, non venga sconfessata da ambigui comportamenti in sede di votazione parlamentare. Ciò inevitabilmente provocherebbe una scollatura della coesione delle forze di maggioranza, difficilmente giustificabile e rimediabile.
Non è ammissibile che ambizioni politiche di personaggi all’inseguimento di collocazioni o di soggetti politici alla ricerca della propria identità vadano a danno del lavoro operato con la fondamentale seria, pragmatica, affidabile e responsabile collaborazione dei forzisti azzurri. Non vogliamo e non possiamo permetterci di perdere la coincidenza con questo treno che significa il rilancio delle ambizioni di ripresa del nostro Paese.
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana






Prato: raccolta firme sulla riforma del fisco di Forza Italia
Prato: raccolta firme sulla riforma del fisco con la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Niente ripresa senza stato amico. Governo Draghi è opportunità da non sprecare”
“Non ci può essere ripresa senza uno stato più amico del cittadino” afferma l’On. Erica Mazzetti a margine dell’evento di raccolta firme degli Azzurri stamani.
“La tassazione alle aziende sta raggiungendo livelli insopportabili, vista anche la crisi e le spese che devono sostenere, le tasse e i vari balzelli che gravano su tutti noi sottraggono sempre maggiori risorse. Per questo ci stiamo impegnando per una riforma ambiziosa del sistema fiscale: no tax area fino a 12.000 euro di reddito, riduzione aliquote IRPEF, anno bianco fiscale e abolizione IRAP sono solo alcune delle nostre proposte”.
Tra una firma e l’altra c’è stato modo anche di confrontarsi con i cittadini che hanno apprezzato la mobilitazione a favore di una riforma del fisco: “Forza Italia è l’anima responsabile del governo e sta lavorando, anche senza proclami, concretamente affinché questo governo di unità nazionale metta al sicuro il Paese e metta le basi per uscire dalla crisi.
Non c’è occasione migliore che questa per fare le riforme di cui abbiamo un bisogno disperato e che ci permetteranno di tornare ai livelli che, come Italia, ci competono in Europa e nel mondo.
Voglio ringraziare tutto il coordinamento cittadino e provinciale che anche oggi ha contribuito al partito” conclude Mazzetti. Seguiranno altri eventi di raccolta firme, alla quale si può contribuire anche online: https://petizioniforzaitalia.it/.
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia e Coordinatore Provinciale di Prato
Prato: incontro sulla riforma del fisco di Forza Italia
Fisco, incontro di Forza Italia domani a Prato con la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: “Doveroso abbattere le tasse e rivedere tutto il sistema”
“Dobbiamo agevolare chi crea lavoro, dobbiamo venire incontro alle famiglie: le energie del nostro territorio, da sempre dinamico e a forte vocazione industriale artigianale, non possono essere sempre divorate da uno stato farraginoso e famelico” dichiara Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia.
“La riforma del fisco è una priorità per Forza Italia ed è la rivoluzione liberale più importante che ci possa essere”. Proprio per questo, su impulso anche del Presidente Berlusconi tutta la Toscana si sta attivando e grazie al coordinatore regionale Massimo Mallegni assieme alla grande squadra che in questi giorni sta girando la regione, gli azzurri stanno raccogliendo le firme per sostenere la proposta di revisione di un sistema di tassazione.
Sul tema è in programma domani alle ore 10:30 presso il Barrique Wine Bar di Prato un incontro di tutto il coordinamento pratese che illustrerà le proposte e continuerà la raccolta firme che ricordiamo può essere fatta anche online (https://petizioniforzaitalia.it/).
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia e Coordinatore Provinciale di Prato


Giustizia: riforma prioritaria per i fondi del Recovery
Il Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia Toscana Eros Baldini: “Se vogliamo ricevere i fondi del Recovery Fund è prioritario riformare la giustizia”
Dopo tanti proclami, finiti in fumo, stavolta si fa sul serio: se non si voglio perdere i denari erogati dall’Europa le riforme “s’hanno da fare”.
La commissione ministeriale appositamente istituita ha presentato una serie di soluzioni che hanno soprattutto a che fare con la riduzione dei tempi: l’impegno è infatti indirizzato alla riduzione di un quarto dei tempi medi del processo entro i prossimi cinque anni. Come nei giudizi civili, anche nei giudizi penali la durata media dei procedimenti in Italia è infatti superiore, e di molto, alla media europea.
Durante l’incontro con i capigruppo della commissione Giustizia, la ministra Cartabia ha spiegato che un’eccessiva durata del processo, in particolare nel processo penale, «determina due disfunzioni che costituiscono violazioni di principi costituzionali ed europei: l’eccessivo numero di processi che si concludono con la prescrizione, e la violazione del fondamentale diritto alla ragionevole durata del processo per gli imputati, garantito dalla Costituzione e che ha le sue radici nell’esigenza di assicurare il rispetto effettivo della presunzione di innocenza». Cartabia ha aggiunto che i giudizi lunghi fanno un duplice danno: «frustrano la domanda di giustizia e ledono le garanzie della giustizia».
Idee chiare e precise, che però sono in balia degli equilibri politici e rischiano quindi di naufragare in soluzioni di compromesso, che la giustizia non si può permettere.
Ad esempio quando si osserva che il lavoro delle commissioni è orientato a mettere a punto le proposte di emendamento da presentare alla Camera» sul disegno di legge Bonafede, il testo base della discussione. Un testo sostanzialmente avversato da accademia, avvocatura e parte considerevole della magistratura.
Oltre alle proposte sulla prescrizione, la commissione ministeriale ne ha presentate anche altre: allargamento dei riti alternativi, riduzione della possibilità da parte dei pubblici ministeri di impugnare le sentenze in appello sia in caso di condanna che di assoluzione, introduzione di principi di maggior rigore per contestare la condanna di primo grado da parte dell’imputato, estensione dell’istituto della “tenuità del fatto” (quando, a certe condizioni, si stabilisce che il reato c’è stato, ma viene meno la punibilità di chi l’ha commesso), maggiore controllo del giudice per le indagini preliminari (Gip) sul lavoro del pubblico ministero, modifiche sul tempo limite per le indagini.
La riforma della prescrizione era contenuta nel disegno di legge anticorruzione, il cosiddetto “Spazzacorrotti”, ed era stata fortemente voluta da Bonafede e dal Movimento 5 Stelle: prevede il blocco assoluto della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di condanna che di assoluzione.
La riforma, molto discussa e criticata, era stata in parte superata dal secondo governo Conte (a guida PD-Movimento 5 Stelle-Liberi e Uguali) con una legge che, sul tema della prescrizione, conteneva un compromesso tra le forze di maggioranza chiamato “Lodo Conte Bis”, dal nome del deputato di Liberi e Uguali Federico Conte. Il “Lodo Conte Bis” prevede il blocco della prescrizione solo dopo una sentenza di condanna di primo grado, e prevede che i tempi di prescrizione siano calcolati dall’inizio del processo nel caso in cui dopo una condanna in primo grado ci sia un’assoluzione in secondo grado. In caso di due condanne, una in primo grado e una in appello, la prescrizione viene invece definitivamente bloccata.
Questo è il testo base (genericamente chiamato ddl Bonafede) che sta esaminando la commissione Giustizia della Camera e al quale i vari partiti hanno presentato i loro emendamenti: più di 700. Gli emendamenti vanno in direzioni opposte. Semplificando: c’è chi ha proposto di tornare alla Spazzacorrotti (M5S), chi vuole tornare alla prescrizione come era prima della Spazzacorrotti (Forza Italia), e chi vuole modificare il Lodo Conte bis (PD). E quindi sorge il pericolo concreto del parto di una riforma che, per accontentare tutti, rischia di scontentare tutti. In primis l’esigenza di un giusto processo, che tutti, Europa in testa, ritengono indispensabile.
In questo incerto e precario equilibrio si inserisce l’annunciato referendum proposto dal Partito Radicale: i quesiti, secondo quanto dichiarato, riguarderebbero la responsabilità civile dei magistrati, la separazione delle carriere, la custodia cautelare, un pezzo di legge Severino e l’uso dei cosiddetti “captatori informatici”, quei software che permettono di attivare a distanza il microfono dei dispositivi elettronici privati come pc e smartphone, e registrare ciò che accade intorno.
Delicato ed importantissimo risulta quindi il compito delle commissioni e della Ministro soprattutto.
La riforma della giustizia è uno degli impegni che l’Italia si è presa con l’Unione Europea per ottenere i circa 200 miliardi di euro di finanziamenti del Recovery Fund. L’obiettivo è approvare prima del prossimo autunno tre leggi delega – con le quali il Parlamento, per l’appunto, delega il governo a legiferare su una determinata questione – per la riforma del processo civile, del processo penale e del Consiglio superiore della magistratura. Altrettanto e forse anche più importante è restituire all’Italia un’architettura giuridica che la rimetta in linea con i principi costituzionali, con i dettami di giurisdizione indicati dall’Europa e con la oggettiva tutela dei diritti, che è lo specchio della civiltà di una nazione.
Avv. Eros Baldini, Responsabile Dipartimento Giustizia Forza Italia Toscana






Azzurro Donna: La riforma fiscale sostenga di più le donne
La responsabile Azzurro Donna Forza Italia Toscana Rita Pieri: “La riforma fiscale sostenga di più le donne“
La tanto attesa riforma fiscale rischia di tradursi in una inammissibile guerra di parità sociale. Questa è la preoccupazione che viene manifestata dai Coordinamenti Regionali di Azzurro Donna, movimento femminile di Forza Italia -su impulso delle Coordinatrici dell’Emilia Romagna, Erika Seta, e della Valle D’Aosta, Katia Guidi- che invitano il Governo ad una riflessione.
Sul tavolo di lavoro del Mef, si profila infatti l’ipotesi – sempre più concreta – dell’abolizione del regime forfettario (cd. Mini flax tax), ossia dell’aliquota fissa Irpef al 15% per ricavi e compensi fino a 65.000€, ed un conseguente innalzamento dell’aliquota minima al 23%. Sennonché tale istituto viene utilizzato dalla stragrande maggioranza delle giovani donne che vogliono mettersi in gioco con una attività in proprio, dalle libere professioniste alle titolari di piccole imprese, oltre che dai lavoratori autonomi agli albori delle proprie carriere.
Le donne che già sono le più penalizzate da questa crisi economica, come si evince dalle statistiche, rischiano di essere le vittime predestinate di questa riforma perché spesso la donna, che deve dividersi tra attività lavorativa e famiglia, ha, soprattutto all’inizio, un reddito non particolarmente elevato e il regime forfettario consente di proseguire e mantenere in equilibrio una attività che comunque la rende economicamente autonoma, che consente di essere parte di un meccanismo sociale e la rende appagata perché può svolgere l’attività lavorativa che desidera e per la quale, magari, ha studiato.
Una manovra simile è inaccettabile perché rischia di far saltare il banco ed affossare definitivamente un intero settore economico, già in ginocchio a causa della Pandemia. Tale scelta andrebbe ulteriormente a penalizzare un settore già in estrema difficoltà che si unirebbe a tutte le molte partite iva che hanno già chiuso o sono in procinto di chiudere. Vorrebbe dire pregiudicare anche la partenza di tutte quelle nuove attività pronte a nascere o la sopravvivenza di quelle già attive, ma che reggono grazie al regime dei minimi. Agli stessi giovani, ancora una volta, viene tolta la possibilità di mettersi in gioco e guardare ad un futuro migliore.
Un arretramento culturale di un Paese che fino a ieri ha stimolato l’investimento su se stessi ed oggi, riporta ai sogni dei genitori degli anni ‘60, il caro posto fisso al Ministero. Crediamo sia necessaria una forte presa di coscienza da parte del Governo. Pensare di recuperare introiti dal settore dei lavoratori autonomi con questa manovra, rappresenta un’ assoluta mancata visione a lungo raggio, ed il risultato sarà inevitabilmente una vera e propria sciagura delle partite iva e dei nuovi
Rita Pieri, Responsabile Azzurro Donna Forza Italia Toscana