Ucraina, Bergamini: russi non puniscano Marina Ovsyannikova
Ucraina, la deputata di Forza Italia e sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini: “autorità russe non puniscano Marina Ovsyannikova per suo diritto di espressione“
“Coraggio e desiderio di verità. Sono questi i sentimenti che albergano nei giornalisti inviati di guerra che, in prima linea, raccontano la guerra e mostrano al mondo intero i suoi crimini e gli orrori delle città bombardate e dei profughi in fuga.
Sono gli stessi impulsi che avranno spinto Marina Ovsyannikova a protestare contro l’invasione russa, nel corso del tg dell’emittente di Stato per cui lavorava. Non si hanno più sue notizie da ieri.
Come donna, come giornalista e come parlamentare vorrei portare la mia vicinanza, auspicando che, al più presto, le autorità russe comunichino la sua attuale condizione e rispondano all’appello lanciato dall’Onu, affinché non le venga inflitta nessuna punizione per aver esercitato il diritto di libertà di espressione”.
Lo dichiara in una nota la deputata di Forza Italia e sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini.
Ucraina, Bergamini: Russia abbandona Consiglio d’Europa
Ucraina, la deputata e sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento di Forza Italia Deborah Bergamini: “abbandono Russia del Consiglio d’Europa allontana risoluzione del conflitto per via negoziale“
“Sono profondamente spiaciuta dell’abbandono da parte della federazione russa del Consiglio d’Europa. Una scelta che segue la sospensione dei diritti di rappresentanza al Consiglio d’Europa annunciata dal Ministro Luigi Di Maio all’indomani dell’invasione russa in Ucraina.
Questa decisione implica inevitabilmente l’intenzione di non rispettare tutte le convenzioni di tutela dei diritti dell’uomo e dello stato di diritto stipulati in seno alla più antica istituzione parlamentare d’Europa, che tanto nei decenni ha lavorato per la pace. Attività a cui ho partecipato per oltre tredici anni in qualità di membro della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
Un pilastro della sicurezza democratica e simbolo di un multilateralismo costruttivo ed efficace che si pone come un unico spazio giuridico paneuropeo sulla tutela dei diritti fondamentali della persona. Ben lontano dal “narcisismo occidentale” con cui oggi il Ministero degli esteri russo ha bollato l’organismo per giustificarne l’uscita.
Questo atto non può far altro, invece, che allontanare il dialogo non soltanto con l’Ucraina ma con tutto l’Occidente e, purtroppo, anche a rendere più difficile la necessaria ed urgente risoluzione del conflitto attraverso la via negoziale”.
Lo dichiara la deputata di Forza Italia e sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini.
Gramigna: il made in Italy mitigherà l’effetto Putin?
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “La forza del Made in Italy sarà capace di mitigare l’effetto ” Putin”?”
La recente guerra russo-ucraina, scatenata da Putin, avrà effetti sull’economia mondiale ed in particolar modo su Europa e Italia? Ed il nostro Made in Italy, quanto risentirà di sanzioni e della caduta economica ?
L’interrogativo è legittimo. Come legittima è la riflessione sulla questione che riguarda la forte dipendenza dal gas russo, uno dei forti punti deboli dell’Unione Europea e dell’Italia, che ci porta in una spirale economica negativa, generata dai rincari dell’energia, delle materie prime e dei prodotti chimici (tra cui i fertilizzanti) su bollette ed altri prodotti (tra cui quelli alimentari), che rischia di erodere pesantemente il potere d’acquisto e di frenare fortemente la spesa delle famiglie.
Inutile dirlo, ciò è di fatto una minaccia per la crescita economica, dato che i 2/3 del PIL dal lato della domanda sono generati proprio dai consumi.
Un altro aspetto molto riguarda più specificamente alcuni settori e territori europei ed italiani che esportano prevalentemente verso la Russia.
In Toscana è forte il vivaismo, l’arredamento e il settore Moda ( intendendo con esso il calzaturiero, l’abbigliamento, la pelletteria in genere) L’allarme che viene dai settori suddetti è forte: ordini realizzati, merci pronte ma non inviate con conseguente aggravio di costi da parte delle aziende.
I prodotti italiani più importanti diretti verso la Russia, che risentono fortemente di questa situazione, con un rallentamento degli scambi, oltre ai predetti, includono anche farmaci, rubinetteria, macchine per imballaggio, vini e spumanti, caffè torrefatto, , impianti di sollevamento e trasporto, preparazioni per capelli.
Tuttavia, da analisi economiche il Made in Italy risulterebbe risentire di meno rispetto ad altri Paesi, delle sanzioni con la Russia, con la conseguente frenata degli scambi commerciali. Ciò perchè il Made in Italy riesce a differenziarsi in termini di prodotti.
Il Made in Italy, lo abbiamo detto più volte, è qualcosa di unico al mondo non soltanto per la qualità, il design, la bellezza e l’innovazione tecnologica dei suoi prodotti, ma anche per la capacità di reiventarsi e riproporsi continuamente in chiave moderna, attuale, innovativa attraverso i nostri beni tradizionali, ed il loro straordinario innato patrimonio di cultura e storia.
Per la genialità di progettare in continuazione nuovi beni e sistemi complessi all’avanguardia nei più moderni comparti tecnologici, il Made in Italy rappresenta anche qualcosa di particolare, diverso e unico per la struttura del suo sistema produttivo orientato all’export, che a differenza di altri Paesi, è stato costruito ed è basato, su numerose ma piccole “nicchie” e filiere di dimensioni medie e medio-grandi, molte delle quali leader a livello internazionale. Il bello è anche buono. Di qualità.
l’Italia, secondo uno studio effettuato dalla Fondazione Edison, vanta il secondo numero di prodotti “medio-piccoli” in surplus con l’estero (2.069 prodotti) dopo la Cina (2.699) e davanti alla Germania (2.006). Ed è terza per valore complessivo del loro attivo (134,5 miliardi di dollari) dopo la Cina (290,5 miliardi) e la Germania (176,3 miliardi). Quest’ultima ci supera in virtù di una struttura del sistema produttivo tedesco, dotato di un maggiore numero di grandi imprese operanti in grandi settori rispetto a quello italiano.
Ma è significativo notare come il valore medio del nostro surplus per i prodotti “medio-piccoli” è comunque il quarto della tabella dopo quello della Cina, i cui prodotti “medio-piccoli” sono schiacciati verso l’alto in termini di valore del surplus, la Germania e il Giappone, ma non molto distante dal valore di quest’ultimo Paese. Ciò significa che la maggior parte dei nostri prodotti “medio-piccoli” non sono poi così troppo piccoli.
Per comprendere meglio il modello produttivo dell’Italia, basti pensare che con imprese manifatturiere ed esportatrici piccole (ma non micro), medie e medio-grandi, l’Italia rappresenti un caso pressoché unico al mondo, caratterizzato da un surplus commerciale dei prodotti “medio-piccoli” (134,5 miliardi di dollari nel 2019) quasi uguale a quello dei “grandi” prodotti (137,9 miliardi).
Conseguentemente, ne viene che la quota dei prodotti “medio-piccoli” sul valore totale del surplus dei beni in attivo con l’estero nel caso dell’Italia arrivi a sfiorare il 50% , mentre è molto più basso nel caso di tutti gli altri Paesi analizzati.
Indubbiamente c’è preoccupazione, soprattutto per la merce giacente, inevasa, quindi non riscossa, ma è altrettanto vero che per anni, il dibattito in Italia si è sterilmente concentrato sul tema se “piccolo” fosse bello- utile- oppure no. Questa analisi cambia la prospettiva del problema. È bello ciò che funziona e il Made in Italy, sotto questa ottica lo è certamente.
Da aggiungere, last but not least, che questa grande differenziazione, relativa alla nostra produzione e relativo export forse non sarà così capace di proteggerci dalle conseguenze della follia di Putin, ma un pò ( forse) riuscirà a tranquillizzarci, ed a servirà a mitigarne gli effetti devastanti.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
Ucraina: ferma condanna, parlamento sia compatto
Ucraina, la deputata e sottosegretario di Stato ai rapporti con il Parlamento di Forza Italia Deborah Bergamini: “Parlamento italiano sia compatto“. Il Senatore Roberto Berardi: “ferma condanna invasione russa, Ue non perda tempo”. Azzurro Donna Prato: “Si torni presto, subito a parlare”
“ll risveglio di questa mattina è un triste ritorno al passato dell’Europa. Il Parlamento italiano in queste ore drammatiche deve mostrare tutta la sua compattezza e convinto sostegno al governo in nome dell’unità per riportare la pace in Ucraina”.
Lo scrive su Twitter la deputata di Forza Italia e sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini.
“Una guerra nel cuore dell’Europa non può essere accettata da nessuno. L’Unione europea deve mostrarsi ferma, decisa e soprattutto, compatta nel condannare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e nell’adottare misure che ristabiliscano immediatamente la pace.
È inaccettabile che la stessa Europa che si dimostra tanto compatta nel non gradire gli scostamenti di bilancio quando si tratta di dover aiutare i cittadini e le imprese dei singoli stati membri ad uscire dalla crisi economica in cui siamo, di fronte ad una minaccia ben più grave come quella di una guerra e della morte di decine di migliaia di europei, tergiversi e non sia in grado di prendere una posizione netta.
Perché allora parliamo di una semplice unione economica e monetaria e questa non è l’Europa che voglio. Se l’Unione europea, insieme con Nato, attuasse una risposta ferma e decisa nei confronti di Putin, la pace verrebbe ristabilita entro sera.
È necessario che si metta in campo tutto quello che è a nostra disposizione per fermare le mire di un irresponsabile, come si sta rivelando essere Putin, ed evitare derive già tristemente note alla storia europea”.
Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Roberto Berardi, segretario della commissione Difesa
“La guerra oggi, in occidente, ci rende più uguali. In un’epoca in cui il militare si fa per professione, la guerra richiede specializzazione e una chiamata alle armi per il popolo è un’ipotesi lontana, l’evento bellico, orribile piaga ciclica e sempiterna per l’umanità, nel 2022 ci vede tutti ugualmente vittime.
Non più solo le donne e i fanciulli ma anche gli uomini, tutti insieme, cittadini di un (certo) mondo che non vuole cambiare i metodi di interazione, aspettiamo, speriamo e preghiamo affinché nessuna bomba, nessuna pallottola, nessuna trave o maceria piombi nelle nostre vite.
Purtroppo impotenti spettatori non possiamo fare altro che rivendicare ciò che più di ogni altra cosa è privilegio dell’uomo, il dialogo. Si torni presto, subito a parlare, i muscoli li abbiamo visti ora serve di nuovo la testa”
Così, in una nota, il coordinamento provinciale di Azzurro Donna Prato