Cave apuane: sentenza contro l’ambientalismo ideologico
Cave Apuane, la deputata di Forza Italia e membro commissione ambiente territorio Erica Mazzetti, insieme al Sen. Massimo Mallegni: “Sentenza è duro colpo a ideologia ambientalista. Ambiente, comunità locali e sviluppo si armonizzano”
“Una sentenza che salva un settore d’eccellenza e rimarca che il lavoro e lo sviluppo non confliggono con la tutela dell’ambiente” è il commento di Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia e membro della Commissione Ambiente, e di Massimo Mallegni, Senatore e Coordinatore regionale di Forza Italia Toscana, sul rigetto da parte del Consiglio di Stato del ricorso delle associazioni ambientaliste contro le cave apuane.
“La sentenza sottolinea l’importanza delle cave per le comunità locali e quanto esse siano parte integrante del territorio, non entità esterne venute per depredarlo a discapito della collettività come certe distorsioni vorrebbero far credere.
Altro punto spesso omesso dai cosiddetti paladini dell’ambiente che invece merita evidenziare: le aziende che hanno tentato di colpire hanno compiuto molti sforzi per migliorare le proprie produzioni rendendole ancor meno impattanti”.
Ecco perché la sentenza è, secondo i parlamentari “un bel colpo a quell’ambientalismo spicciolo e ideologico di cui purtroppo le aziende, che in questo caso si sono dovute difendere, e i cittadini pagano le conseguenze”.
Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia
Massimo Mallegni, Senatore e Coordinatore regionale Forza Italia Toscana

Milone: Sicurezza sul lavoro, sentenza storica
Il Responsabile del Dipartimento Sicurezza e Immigrazione di Forza Italia Toscana Aldo Milone: “Sicurezza sul lavoro, sentenza storica della Cassazione, imprenditore cinese condannato per gravi inadempienze “
La sentenza della Cassazione, che ha condannato un imprenditore cinese perchè da 20 anni residente in Italia ancora non ha imparato la lingua italiana e la mancata conoscenza l’aveva addotta come giustificazione per aver omesso le cautele antinfortunistiche sui luoghi di lavoro perchè riportate in lingua italiana, può essere considerata storica.
Questa sentenza rappresenta un importante fondamento per i futuri procedimenti penali di questo genere e un precedente importante.
Apprendere la lingua del Paese ospitante è il primo passo di un cittadino straniero perchè possa avviare un processo di integrazione. Purtroppo a Prato, soprattutto la comunità cinese, ancora è restia ad apprendere la nostra lingua, mi riferisco soprattutto alle generazioni passate.
Troppi i 40enni e 50enni orientali, oltretutto imprenditori , a non conoscere la nostra lingua.
Questa sentenza è importante perchè deve spingere i cittadini stranieri ad apprendere la nostra lingua. Noi siamo un’anomalia, rispetto agli altri Paesi europei e non, nel cercare di mettere interpreti anche in uffici pubblici. I cittadini italiani, che si recano in altri Paesi per lavoro o altri motivi, sono costretti, e mi sembra giusto, ad apprendere la lingua del Paese ospitante altrimenti rischiano di non poter usufruire di determinati servizi.
Spero davvero che questa sentenza possa spingere anche l’apprendimento della nostra lingua e avviare un vero processo di integrazione.
Aldo Milone, Responsabile Dipartimento Sicurezza e Immigrazione Forza Italia Toscana


Mallegni: Sentenza Verdini fuori da ogni logica
Il Senatore e Commissario regionale di Forza Italia Toscana Massimo Mallegni: “Sentenza Verdini fuori da ogni logica”
“La notizia della conferma della condanna a sei anni e mezzo a Denis Verdini da parte della Corte di Cassazione nell’ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino mi impone una breve riflessione.
E’ di dominio pubblico il fatto che io e Denis non ci siamo mai, o quasi, trovati sulla stessa posizione politica.
Tuttavia ritengo questa sentenza, che rispetto, totalmente ingiusta e fuori da ogni logica.
Sono amareggiato e mi sento molto vicino a lui e alla sua famiglia.
Se questo paese non mette mano alla Giustizia non avrà mai un futuro!”
Lo dichiara il Senatore Massimo Mallegni, Commissario regionale di Forza Italia in Toscana.
Bergamini: lettera a Strasburgo sulla sentenza Berlusconi
La deputata di Forza Italia Deborah Bergamini: “scritto una lettera al Presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo, Rik Daems, per sollecitare l’attenzione dell’Assemblea rispetto agli ultimi sviluppi in merito alla sentenza Berlusconi“
“I parlamentari Bergamini, Bernini, Fazzone, Floris e Rizzotti, membri della delegazione italiana al Consiglio D’Europa, hanno scritto una lettera al Presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo, Rik Daems, per sollecitare l’attenzione dell’Assemblea rispetto agli ultimi sviluppi in merito alla sentenza della Cassazione del 2013 a carico del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi;
sviluppi che avrebbero determinato una deviazione della storia politica repubblicana, in sovvertimento della volontà popolare liberamente espressa dai cittadini.
I membri della delegazione hanno altresì annunciato la presentazione di una mozione per una risoluzione volta a individuare strumenti di controllo che impediscano qualunque forma di uso politico della giustizia nei paesi membri dell’Assemblea.”
Il testo integrale della lettera:
Signor Presidente,
Vorremmo sottoporLe una questione che a nostro parere dovrebbe richiamare tutta l’attenzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, poiché riguarda un episodio di possibile uso politico della giustizia nel nostro Paese al fine di eliminare un avversario, il che produrrebbe un gravissimo vulnus alla democrazia e ai principi ispiratori del Consiglio d’Europa, come si inverano poi nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Partiamo naturalmente dal presupposto che la magistratura sia un potere dello Stato solido e trasparente, ma non possiamo esimerci dal denunciare un caso allarmante che fa temere che a volte giudizi basati su ragioni puramente ideologiche possano mettere a rischio la credibilità e la necessaria neutralità di questa istituzione.
Come certamente saprà, nel 2013 il leader e fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è stato condannato dalla Corte di Cassazione per frode fiscale; alla condanna ha fatto seguito, per effetto di una legge applicata retroattivamente, la sua decadenza dal Senato, nel novembre del 2013, e l’interdizione dai pubblici uffici per due anni, che ha comportato l’impossibilità di candidarsi a cariche pubbliche. Su questa vicenda pende un ricorso della difesa di Berlusconi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Sono emersi in questi giorni nuovi elementi, sulla base dei quali lo stesso giudice relatore della sentenza che condannò Berlusconi definì il collegio giudicante ‘un plotone d’esecuzione’ e quella sentenza ‘già scritta e ordinata dall’alto’. Inoltre, una recente sentenza del Tribunale di Milano ha offerto una ricostruzione ben diversa della
condanna del 2013, ribaltando l’assunto su cui si basava.
Qualora risultassero confermati tali elementi, è indubbio che la sentenza della Corte di Cassazione abbia inciso notevolmente sui processi politici e democratici italiani, deviando il corso della nostra storia istituzionale e sovvertendo l’espressione della volontà popolare.
Questi sviluppi riaccendono un faro anche su altri episodi che si sono verificati nel passato: a partire dal 1992, quando scoppiò il caso “Mani Pulite”, e sino ad oggi, una parte della magistratura italiana ha, in talune occasioni, svolto un ruolo di contropotere rispetto alla politica e all’azione di esponenti di diversi partiti politici, determinando con inchieste molto pubblicizzate – ma rivelatesi poi infondate e quindi archiviate – le dimissioni di singoli Ministri (ad esempio nel caso del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, nel 2015 o della Ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nel 2016)
se non addirittura la caduta del Governo, con conseguente scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate (è il caso dell’inchiesta sull’allora Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e sulla moglie, Sandra Lonardo, che ha determinato la sfiducia al Governo Prodi nel 2008).
È una questione sulla quale l’Assemblea dovrebbe a nostro parere tenere alta l’attenzione: non per Silvio Berlusconi, non per l’Italia, ma per il pieno rispetto della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che si erge a fondamento dell’azione che svolgiamo in seno all’Assemblea.
Le preannunciamo quindi che è nostra intenzione presentare – una volta raccolte le firme necessarie – una motion for resolution al Bureau dell’Assemblea da lei presieduta per individuare dei meccanismi volti a valutare come e se la magistratura adempia ai suoi compiti in modo imparziale, verificando quali strumenti potrebbero rivelarsi utili ai fini della prevenzione di un uso politico della giustizia.
La tutela dello stato di diritto è uno dei principi cardine su cui si basa il Consiglio d’Europa, e sul rispetto del quale
siamo chiamati tutti noi a farci parte attiva.
Le saremmo pertanto grati se volesse trasmettere questa lettera ai Presidenti dei Gruppi politici ed al Bureau dell’Assemblea.
Nel ringraziarla per la sua attenzione, l’occasione ci è gradita per porgerle i nostri migliori saluti.
Deborah Bergamini- Vicepresidente della Delegazione italiana
Anna Maria Bernini
Claudio Fazzone
Emilio Floris
Maria Rizzotti
Componenti della Delegazione italiana
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