La proposta di Piano Vaccinale strategico di Forza Italia
Vi presentiamo una sintesi del Piano Vaccinale Strategico elaborato dai dipartimenti di Forza Italia e presentato oggi in una conferenza stampa
PREMESSA
- Principio fondamentale: dobbiamo risolvere al più presto l’emergenza sanitaria per poter concentrare le nostre forze sulla crisi economica, con un’unica arma per ora a disposizione: la vaccinazione.
- Vaccino non può essere considerato una panacea: in questo primo anno potrà mitigare i contagi e contenere la proliferazione del virus, ma deve essere accompagnato da misure strategiche di contorno che permettano di velocizzare al massimo la campagna vaccinale. Un vaccino efficace contro il Sars-CoV-2, oggi, potrebbe diventare inutile di fronte ad una mutazione consistente del virus.
- Pertanto, il decisore politico, non potendo sostituirsi agli scienziati, ha un’unica possibilità, adottare una strategia che permetta di mitigare nel breve periodo, strutturare nel medio periodo e contenere il virus nel lungo periodo.
- Ministro o un Sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che abbia una delega alla prevenzione e cura della COVD-19, rafforzando parallelamente il ruolo di Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e Istituto Superiore di Sanità.
VACCINI IN USO IN ITALIA: EFFICACIA E POTENZIALITA’
PFIZER – BIONTECH
MODERNA
ASTRAZENECA
A BREVE VACCINO JANSSEN
Si passa dal 94 % di efficacia nei soggetti maggiori di 16 anni per il vaccino Pfizer e 18 anni per il vaccino Moderna, ad una efficacia del 62,1% (che arriva fino all’82 % se la seconda dose viene somministrata alla 12esima settimana di distanza dalla prima) e garantisce una copertura “del 100%” contro malattia grave e rischio di ospedalizzazione per il vaccino AstraZeneca per soggetti a partire dai 18 anni e se ne sconsiglia l’uso per gli ultrasessantacinquenni (in forza di una circolare del Ministero della Salute del 22.02.2021)
SORVEGLIANZA E STRATEGIA VACCINALE
- Primo intervento da mettere in campo è un maggiore sequenziamento del virus per sorvegliare ed individuare immediatamente eventuali mutazioni, in modo da intervenire tempestivamente con adeguate risposte vaccinali.
- Il sistema di sequenziamento deve però necessariamente essere messo in stretta interconnessione con gli altri paesi europei.
- Recentemente è stato lanciato dall’AIFA il Consorzio Italiano per la genotipizzazione dei ceppi di Sars-CoV-2, che dovrebbe occuparsi proprio di questa maggiore sequenziamento ma è necessario ed urgente coordinare queste iniziative in una unica rete nazionale, formata da AIFA – ISS – Ministero della Salute, fortemente connessa con le reti europee ed internazionali anche per stimare adeguatamente la capacità neutralizzante dei vaccini sulle nuove varianti virali emergenti e valutarne l’impatto sull’efficacia dei vaccini in uso.
- Varrebbe la pena pensare di avvalersi di test rapidi, a questo proposito si stanno sperimentando test che in sole due ore permettono di identificare le tre varianti del virus Sars-CoV-2 in circolazione in Italia che potrebbero essere disponibili già a fine febbraio.
- Secondo il nostro piano, andrebbero individuate prioritariamente le categorie che nel breve periodo è inutile vaccinare: le prime evidenze scientifiche ci dicono, ad esempio, che i soggetti che hanno contratto il virus e sono guariti dalla malattia hanno un’immunità alla stessa per circa 6 mesi, alcuni soggetti che sono venuti in contatto con la COVID-19 hanno un profilo sierologico che li definisce immuni nel breve periodo. Il Consiglio Superiore di Sanità sta, a questo proposito esaminando la possibilità di somministrare una sola dose ai soggetti già contagiati. (Nel sistema israeliano sono stati esclusi tutti i soggetti guariti di COVID-19.)
- Pertanto, un primo elemento sostanziale all’apertura della campagna vaccinale, può essere quella di utilizzare il dato anamnestico “pregressa infezione da COVID si/no”
COMUNICAZIONE
- La straordinaria campagna di vaccinazione è un episodio unico nella storia del Paese: mentre la popolazione è da tempo consueta in tema di vaccinazioni ordinarie di bambini, adolescenti ed anziani, non v’è una tradizione di vaccinazione dell’intera popolazione adulta.
- Si impone quindi, a fianco all’imponente sforzo di vaccinazione un altrettanto imponente sforzo di comunicazione con campagne mirate alle diverse categorie di popolazioni: sanitari, insegnanti, adolescenti, anziani etcc. Che non sia episodica, ma accompagni costantemente le azioni vaccinali.
FORMAZIONE
- Analoghi motivi impongono un grande sforzo di aggiornamento e formazione, sia dei protagonisti dell’azione vaccinale (medici, farmacisti, infermieri, sanitari, società scientifiche ) che degli stakeholders (giornalisti, insegnanti, personale dei servizi, forze dell’ordine etcc).
- Le tecnologie di Formazione a Distanza oggi consentono di raggiungere alti numeri di utenti con adeguati moduli interattivi : già ISS ha approntato ed attivato alcuni di questi moduli, ma sarà necessario un vero salto di scala di dimensioni che garantiscano il necessario salto culturale.
SISTEMI INFORMATIVI
- La vaccinazione anti Covid necessita di adeguati flussi informativi che concorrano alla creazione dei diario sanitario dell’individuo ed anche confluiscano, nelle forme protette, ai flussi ordinari della strategia individuale.
- E’ il caso di una unica anagrafe vaccinale nazionale che confluisca nel fascicolo sanitario elettronico: un diario elettronico che accompagna il cittadino in ogni suo episodio di salute e faciliti enormemente sia le strategie di prevenzione che quelle di cura, un’unica piattaforma nazionale che veda la democratica confluenza dei dati di tutti i cittadini, rendendo la sua applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
PIATTAFORMA DIGITALE E APP
- Gli appartenenti alle categorie prioritarie dovranno essere singolarmente contattati e registrati per fissare l’appuntamento vaccinale.
- Il tutto supportato da una piattaforma digitale delle vaccinazioni (Eni e Poste si erano
- Una metodologia utilizzata in Israele, ad esempio, è quella di contattare le persone che devono essere vaccinate tramite sms, whatsapp e messaggi audio, con informazioni semplici ma efficaci, attendendo la conferma dell’appuntamento.
- Il giorno precedente il sistema ricontatta l’utente per evitare no show.
- Esaurita la fase delle categorie prioritarie di cui all’elenco precedente, ogni cittadino, anche chi ha già contratto la malattia ed è guarito (oltre 2 milioni di cittadini), potrà accedere attraverso l’app o attraverso un numero unico a livello nazionale, autonomamente alla richiesta di vaccinazione volontaria gratuita e sarà indirizzato al punto vaccinale più vicino disponibile con prenotazione dedicata.
MONITORAGGIO COSTANTE
- A livello nazionale e regionale va istituita una task force di monitoraggio quotidiano per intervenire e migliorare, attraverso azioni di supporto e di supplenza, quelle realtà territoriale che risultassero particolarmente in difficoltà: una sorta di SOS vaccini-pronto intervento nazionale.
- Va anche monitorato con apposito studio un piano di valutazione della immunizzazione reale attraverso studi statistico epidemiologici mirati coinvolgendo l’Istat ed anche le emoteche regionali.
CAMPAGNA DI INFORMAZIONE
- Solo una campagna autorevole ed affidabile di formazione del personale sanitario e di informazione corretta può tendere a ridurre la percentuale di cittadini incerti, dubbiosi ed avversi alle vaccinazioni.
NESSUNA OBBLIGATORIETÀ, MA DIRITTO DEL CITTADINO A NON ESSERE CONTAGIATO
- Pensare che il vaccino sia un prerequisito per esercitare una professione sanitaria è il minimo indispensabile per poter garantire in condizioni di trasparenza ad ogni cittadino di essere curato e seguito da personale immunizzato.
- Va sostenuta una informazione consapevole anche per rendere meno lunga e complessa l’attività della raccolta del consenso informato che può diventare una occasione di trasparenza, di conoscenza e di semplificazione.
UN PASSAPORTO UGUALE IN TUTTA EUROPA PER RICOMINCIARE…
- Modello unico di passaporto vaccinale magari condiviso in sede Ue per garantire sempre di più la salute dei nostri concittadini ed insieme le attività d’impresa e l’economia.
- Tale strumento necessita, però, di una maggiore organizzazione della strategia vaccinale, in quanto a fronte della volontà di vaccinarsi, ciò non è possibile per tutti nel breve periodo, pertanto, potrebbe comportare fenomeni di discriminazione difficilmente giustificabili.
PRIMO PROBLEMA OCCORRONO PIÙ VACCINI
- Per tempo l’Italia e l’Europa avrebbero dovuto, accanto all’acquisto di così ingenti quantità di vaccini, negoziare le licenze per la produzione sul nostro territorio e comunque accompagnare gli investimenti delle aziende farmaceutiche al fine di prevedere impianti produttivi, anche in appalto, nel nostro Paese
- Avere un Ministro o un Sottosegretario dedicato renderebbe più agevole l’interlocuzione a livello Europeo ed extra europeo, anche per incentivare lo sblocco delle licenze.
PIÙ RISORSE PER LA RICERCA MEDICA
Dagli anticorpi monoclonali alle terapie geniche
- Il 4 febbraio, la Commissione tecnico scientifica dell’AIFA ha, finalmente, espresso parere favorevole all’uso di due anticorpi monoclonali con alcune limitazioni al loro utilizzo in linea con quelle del Canada e della Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti: potranno essere somministrati, in fase precoce, a una categoria limitata di pazienti ad alto rischio di evoluzione della malattia COVID-19. I farmaci approvati sono quelli prodotti da Regeneron e da Eli Lilly. I monoclonali sono ritenuti dalla comunità scientifica una grande speranza contro la pandemia di COVID-19, si parla di una speranza di guarigione pari al 70% e sembra riescano ad immunizzare il paziente per almeno 6 mesi.
- Il 6 febbraio, il Ministro della Salute ha firmato un’ordinanza che autorizza l’utilizzo degli anticorpi monoclonali in via straordinaria.
- • Al momento, sono molteplici i laboratori di ricerca italiani che stanno perfezionando gli studi sugli anticorpi monoclonali e molte aziende stanno sviluppando anticorpi validi per le varianti Sudamericana, Sudafricana e Inglese.
POTENZIAMENTO RETI TERRITORIALI E CURE DOMICILIARI
- La pandemia ci ha insegnato che è assolutamente necessario potenziare le cure domiciliari e implementare il sistema delle USCA, implementando la presa in carico dei pazienti già a livello territoriale, limitando gli accessi al pronto soccorso laddove non ce ne sia un effettivo bisogno.
- In tal senso, sarebbe utile che l’AIFA stilasse un piano di cura per le terapie domiciliari, costantemente aggiornato con le novità della ricerca scientifica.
LA LOGISTICA QUESTA SCONOSCIUTA
- La logistica va fatta dagli specialisti di questo settore a cominciare da quelle grandi aziende che nel mondo ogni giorno muovono miliardi di pezzi.
- Pensare di sostituirsi o peggio sovrapporsi significa complicare e ritardare i processi industriali di filiera.
LA PROPOSTA DI FORZA ITALIA
Abbiamo pensato di suddividere il piano in due momenti: la fase dell’emergenza che coprirà il 2021 e la fase di stabilizzazione che inizierà dal 2022 e porterà la vaccinazione anti COVID-19 nella normale routine vaccinale, integrandola nel SSN.
FASE D’EMERGENZA
Obiettivo ottimale: Vaccinare il 90% della popolazione sopra i 18 anni; circa 50 milioni di persone per due dosi entro il 2021;
Obiettivo possibile: Vaccinare l’ 80% della popolazione sopra i 18 anni entro il 2021.
Scenario Epidemiologico
Il Piano nazionale attuale
La successiva tabella 1a aggiornata al 2 gennaio 2021 e pubblicata il 28 gennaio, la quale non fa menzione del rallentamento delle forniture di Pfizer e Moderna, anzi considera un aumento delle stesse, un aumento della fornitura di Moderna e non considera la novità del vaccino AstraZeneca per il quale l’AIFA raccomanda l’uso su soggetti dai 18 ai 65 anni, dichiarandone un’efficacia del 59,5% – 62,1% contro il 90/94% dei vaccini ad mRNA:
La tabella 1b che segue è stata aggiornata l’8 febbraio 2021 e considera gli aggiornamenti contrattuali con Pfizer/Biontech, lo slittamento del vaccino Curevac, ma soprattutto un dimezzamento nella fornitura di Johnson & Johnson, presumibilmente dovuta al fatto che basti un inoculo per avere l’immunità.
Una logica che appare del tutto incongruente con la necessità di avere quanto prima una copertura vaccinale adeguata, soprattutto considerando le inevitabili difficoltà di produzione e approvvigionamento, che sono all’ordine del giorno, considerando i ritardi nelle consegne e le difficoltà di produzione.
Definizione della popolazione da vaccinare
- La nostra proposta consiste nell’adottare una strategia a doppio binario:
1) Vaccini Pfizer e Moderna nei 300 punti vaccinali per popolazione anziana, soggetti fragili e disabili;
2) Vaccini AstraZeneca negli studi dei Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta per i genitori dei pazienti che ne facciano richiesta e nelle farmacie che aderiranno alla campagna, seguendo una strategia fondata sulla prescrizione del medico che in tale sede fa anche la valutazione anamnestica sul paziente.
- Con l’aumento esponenziale di dosi da parte delle Case Farmaceutiche, si potrebbe pensare di estendere la profilassi vaccinale anche ai medici di medicina del lavoro che potrebbero agevolmente vaccinare le maestranze direttamente nelle aziende dotate di appositi spazi dedicati e attrezzati e inserire i dati nella piattaforma dell’anagrafe vaccinale e Confindustria si è dichiarata disponibile a mettere a disposizione le proprie industrie per vaccinare.
- Nel piano che il Ministero ha portato alla Conferenza Stato- Regioni è stata accolta in parte questa strategia, lasciando però all’arbitrio delle Regioni le modalità applicative della stessa e non adeguando la formazione dei soggetti che dovranno sopperire alla vaccinazione.
- Tale sistema, accompagnato dalla implementazione di un adeguato meccanismo di prenotazione delle categorie che via via saranno chiamate a vaccinarsi, basato su app gratuite e di semplice utilizzo e un numero verde dedicato che permetta anche a soggetti non avvezzi all’utilizzo degli smartphone di prenotare, potrebbe portare ad un notevole aumento di soggetti immuni, nel breve periodo, rendendo possibile l’apertura di interi settori economici.
- Va, inoltre, potenziato il sistema delle USCA e delle auto mediche per permettere un intervento tempestivo in caso di reazioni avverse nei centri vaccinali.
- A coronamento del sistema, occorre implementare il Fascicolo Sanitario Elettronico e il Dossier farmaceutico, integrandolo con l’anagrafe vaccinale, così come già emerso nel tavolo di lavoro istituito presso il Ministero della Salute, in modo da consentire un corretto flusso di dati tra operatori sanitari, rendere efficiente il sistema e fare in modo che venga adottato da tutte le Regioni italiane in maniera uniforme.
- A tutto questo bisogna aggiungere una efficace rete di telesorveglianza e un efficiente sistema di farmacovigilanza per rendere il sistema completamente monitorato.
- A nostro avviso, di importanza cruciale, come evidenziato anche da Cittadinanzattiva, è la trasparenza nelle liste di priorità.
Chi deve vaccinarsi prima: uno schema semplice e valido ovunque che eviti le disfunzioni e le furberie delle prime somministrazioni
- Operatori sanitari, ospiti e personale delle Rsa e addetti alle strutture, ultra ottantenni, diversamente abili, familiari, caregiver ed insegnanti di sostegno (7 milioni).
- Forze di polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria) e protezione civile, nazionale e regionale (500 mila).
- Insegnanti, personale scolastico, persone con comorbilità, fragilità e malattie rare, ultra sessantenni, volontari della solidarietà e della assistenza (17 milioni).
- Mono morbilità, lavoratori di servizi essenziali, ospiti e lavoratori delle comunità, dei centri di accoglienza e delle carceri (6 milioni).
- Tale schema deve essere necessariamente implementato e aggiornato dando alle Regioni un cronogramma preciso.
- E’ infatti sotto gli occhi di tutti che le Regioni stanno facendo 21 campagne vaccinali completamente diverse a 21 velocità diverse.
- Un’elencazione precisa avrebbe evitato disparità e generato un’organizzazione migliore.
500 mila vaccinazioni al giorno: è possibile!
Sarà necessario coinvolgere in un grande sistema organizzativo tutti gli enti ed i soggetti in grado di mettere in campo un team vaccinale a partire dalla rete già collaudata dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei punti vaccinali pubblici.
- Sanità militare con circa 80 postazioni fisse e mobili (ponendo 2 vaccinatori per 12 ore al giorno, avremo 48 vaccinazioni per ognuno – per un totale di 3.840 vaccinazioni al giorno*)
- Ospedali pubblici circa 500 (ponendo 3 vaccinatori per 12 ore al giorno, avremo 72 vaccinazioni per ogni struttura – per un totale di 36.000 vaccinazioni al giorno*)
- Ospedali privati accreditati circa 500 (ponendo 2 vaccinatori per 12 ore al giorno, avremo 48 vaccinazioni per ogni struttura – per un totale di 24.000*)
- Laboratori accreditati circa 4000 (ponendo 1 vaccinatore per 12 ore al giorno, avremo 24 vaccinazioni per ogni struttura – per un totale di 96.000*)
- Strutture sanitarie private circa 200 (ponendo 1 vaccinatore per 12 ore al giorno, avremo 24 vaccinazioni per ogni struttura – per un totale di 4.800*)
- Distretti sanitari e poliambulatori pubblici circa 1300 (ponendo 1 vaccinatore per 12 ore al giorno, avremo 24 vaccinazioni per ogni struttura – per un totale di 31.200*)
- Medici di medicina generale, circa 44.000 (ponendo 5 vaccinazioni al giorno – per un totale di 220.000*)
- Pediatri di libera scelta, circa 9300 (ponendo 5 vaccinazioni al giorno – per un totale di 46.500*)
- Farmacie circa 18.000 (ponendo 5 vaccinazioni al giorno – per un totale di 90.000*)
- Centri trasfusionali circa 250 (ponendo 5 vaccinazioni al giorno – per un totale di 1.250*)
- Medici del lavoro circa 1800 (ponendo che possano vaccinare la metà e facessero 2 vaccinazioni al giorno avremo 1800 vaccinazioni*)
- Strutture fisse per vaccinazioni: spazi coperti, accoglienti e dedicati (quali fiere, palazzetti dello sport) facilmente raggiungibili con mezzi pubblici o privati, uno ogni 50mila abitanti circa 1000 (ponendo 3 vaccinatori per struttura – 12 ore al giorno – avremo 72 vaccinazioni al giorno per struttura per un totale di 72.000*)
- Unità mobili di somministrazione per raggiungere i luoghi più remoti: 500 unità mobili (5 vaccinazioni al giorno per un totale di 2500 vaccinazioni giornaliere*) Totale 629.890.
*tutte le stime sono prudenziali.
(Per sostenere i mille punti vaccinali fissi e le 500 unità mobili occorrerà contrattualizzare 15.000 operatori sanitari).
Per ogni vaccinazione bisogna considerare almeno 30 minuti includendo la registrazione e l’attesa. Bisogna naturalmente considerare che, se si verifica una complicazione, tutto si rallenta.
Un’evoluzione applicativa del piano è nella tabella seguente
- La tabella 2 successiva mostra le forze in campo, ampiamente sufficienti ad una ampia copertura della popolazione (80%) entro il primo Agosto 2021.
- Le ipotesi fatte in tabella prevedono operatività sei giorni a settimana per 12 ore dei servizi pubblici, mentre la quota assegnata a farmacie e medici di famiglia tiene conto del corrente orario di lavoro. La terza colonna offre stima della proporzione di entità che accettano l’impegno vaccinale.
- La relativamente modesta quota di vaccinazioni/die dei servizi vaccinali tiene conto delle normali attività di vaccinazione routinaria come da calendario nazionale (circa 6 milioni di vaccinazioni oltre a circa 13 milioni per l’influenza)
- Si impone quindi una riflessione sulla opportunità di mantenere il programma primule, limitandolo al secondo trimestre 2021, destinando invece le previste risorse umane e finanziarie al potenziamento delle sedi vaccinali vocazionalmente destinate alla prevenzione che potrebbero con ulteriore modesto sforzo assorbire le dosi attribuite al sistema primule.
Disponibilità delle dosi
- Appare del tutto incomprensibile non comprare subito le dosi a disposizione, in attesa che arrivino altri vaccini.
- La nostra strategia deve basarsi sul vaccinare oggi tutte le persone possibili, con tutti i vaccini a disposizione.
Strutture pubbliche e private per migliorare la performance ed implementare i numeri
- Vanno previste premialità per le strutture pubbliche e private in ragione del numero di vaccinazioni garantite, orientando così i modelli organizzativi verso le efficienze di scala.
FASE DI STABILIZZAZIONE
Stima di un piano vaccinale 2021 Covid 19
- Dal 2022 il vaccino anti COVID dovrebbe/potrebbe entrare nella normale routine dei servizi del SSN e convenzionati.
- Potrebbe essere necessario un richiamo a sanitari e over 65, ma anche una vaccinazione efficace per ragazzi e donne in gravidanza.
- Quindi una domanda di almeno cinquanta milioni di dosi aggiuntive.
- Da come si sta profilando la situazione per la lotta alla COVID potrebbe diventare un evento da ripetere tutti gli anni ed è per questo che potrebbe esser opportuno rendere prescrivibile nel Servizio Sanitario Nazionale anche il vaccino antinfluenzale, già a partire dalla campagna vaccinale 2021/2022.