Bergamini: lettera a Strasburgo sulla sentenza Berlusconi
La deputata di Forza Italia Deborah Bergamini: “scritto una lettera al Presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo, Rik Daems, per sollecitare l’attenzione dell’Assemblea rispetto agli ultimi sviluppi in merito alla sentenza Berlusconi“
“I parlamentari Bergamini, Bernini, Fazzone, Floris e Rizzotti, membri della delegazione italiana al Consiglio D’Europa, hanno scritto una lettera al Presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo, Rik Daems, per sollecitare l’attenzione dell’Assemblea rispetto agli ultimi sviluppi in merito alla sentenza della Cassazione del 2013 a carico del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi;
sviluppi che avrebbero determinato una deviazione della storia politica repubblicana, in sovvertimento della volontà popolare liberamente espressa dai cittadini.
I membri della delegazione hanno altresì annunciato la presentazione di una mozione per una risoluzione volta a individuare strumenti di controllo che impediscano qualunque forma di uso politico della giustizia nei paesi membri dell’Assemblea.”
Il testo integrale della lettera:
Signor Presidente,
Vorremmo sottoporLe una questione che a nostro parere dovrebbe richiamare tutta l’attenzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, poiché riguarda un episodio di possibile uso politico della giustizia nel nostro Paese al fine di eliminare un avversario, il che produrrebbe un gravissimo vulnus alla democrazia e ai principi ispiratori del Consiglio d’Europa, come si inverano poi nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Partiamo naturalmente dal presupposto che la magistratura sia un potere dello Stato solido e trasparente, ma non possiamo esimerci dal denunciare un caso allarmante che fa temere che a volte giudizi basati su ragioni puramente ideologiche possano mettere a rischio la credibilità e la necessaria neutralità di questa istituzione.
Come certamente saprà, nel 2013 il leader e fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è stato condannato dalla Corte di Cassazione per frode fiscale; alla condanna ha fatto seguito, per effetto di una legge applicata retroattivamente, la sua decadenza dal Senato, nel novembre del 2013, e l’interdizione dai pubblici uffici per due anni, che ha comportato l’impossibilità di candidarsi a cariche pubbliche. Su questa vicenda pende un ricorso della difesa di Berlusconi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Sono emersi in questi giorni nuovi elementi, sulla base dei quali lo stesso giudice relatore della sentenza che condannò Berlusconi definì il collegio giudicante ‘un plotone d’esecuzione’ e quella sentenza ‘già scritta e ordinata dall’alto’. Inoltre, una recente sentenza del Tribunale di Milano ha offerto una ricostruzione ben diversa della
condanna del 2013, ribaltando l’assunto su cui si basava.
Qualora risultassero confermati tali elementi, è indubbio che la sentenza della Corte di Cassazione abbia inciso notevolmente sui processi politici e democratici italiani, deviando il corso della nostra storia istituzionale e sovvertendo l’espressione della volontà popolare.
Questi sviluppi riaccendono un faro anche su altri episodi che si sono verificati nel passato: a partire dal 1992, quando scoppiò il caso “Mani Pulite”, e sino ad oggi, una parte della magistratura italiana ha, in talune occasioni, svolto un ruolo di contropotere rispetto alla politica e all’azione di esponenti di diversi partiti politici, determinando con inchieste molto pubblicizzate – ma rivelatesi poi infondate e quindi archiviate – le dimissioni di singoli Ministri (ad esempio nel caso del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, nel 2015 o della Ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nel 2016)
se non addirittura la caduta del Governo, con conseguente scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate (è il caso dell’inchiesta sull’allora Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e sulla moglie, Sandra Lonardo, che ha determinato la sfiducia al Governo Prodi nel 2008).
È una questione sulla quale l’Assemblea dovrebbe a nostro parere tenere alta l’attenzione: non per Silvio Berlusconi, non per l’Italia, ma per il pieno rispetto della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che si erge a fondamento dell’azione che svolgiamo in seno all’Assemblea.
Le preannunciamo quindi che è nostra intenzione presentare – una volta raccolte le firme necessarie – una motion for resolution al Bureau dell’Assemblea da lei presieduta per individuare dei meccanismi volti a valutare come e se la magistratura adempia ai suoi compiti in modo imparziale, verificando quali strumenti potrebbero rivelarsi utili ai fini della prevenzione di un uso politico della giustizia.
La tutela dello stato di diritto è uno dei principi cardine su cui si basa il Consiglio d’Europa, e sul rispetto del quale
siamo chiamati tutti noi a farci parte attiva.
Le saremmo pertanto grati se volesse trasmettere questa lettera ai Presidenti dei Gruppi politici ed al Bureau dell’Assemblea.
Nel ringraziarla per la sua attenzione, l’occasione ci è gradita per porgerle i nostri migliori saluti.
Deborah Bergamini- Vicepresidente della Delegazione italiana
Anna Maria Bernini
Claudio Fazzone
Emilio Floris
Maria Rizzotti
Componenti della Delegazione italiana
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