Made in Italy colpito dalla “variante imprese”
La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: “Made in Italy colpito dalla “variante imprese”, occorre tutelare la nostra identità“
“Variante Imprese”. Potremmo definirlo così il nuovo e pericoloso virus modificato. Si, perchè al fianco del Covid, sta dilagando un virus ben peggiore, che riguarda tutte le imprese. E la peggior cosa, è che il vaccino per questo tipo di patologia non esiste. O meglio, non lo si vuole trovare. Si continua a penalizzare il settore delle imprese, come fossero la causa dell’aumento dei contagi.
Da una stima sommaria, si parla di milioni di danni di mancato incasso, ad un anno esatto di pandemia.
L’azienda Italia tira le somme. Il Prodotto interno lordo nel 2020 è diminuito dell’8,8%, dice l’Istat. Sono circa 160 miliardi di euro in meno rispetto al 2019. Vuol dire che ognuno di noi ha «perso» 2.600 euro di Pil. Se tutto va bene nel 2021 la ricchezza nazionale risalirà del 3-4%. La più ottimista è Standard & Poor’s: +5,3%. In ogni caso non basta per tornare dove eravamo prima. Ci saremo forse nel 2023.
Tutto il mondo ha perso vite umane e Pil, ma c’è chi ha preso la botta in una situazione di forza e chi paga debolezze antiche. La ricchezza della Germania, pandemia compresa, negli ultimi 25 anni è cresciuta comunque del 30%, il nostro incremento dal 1995 ad oggi è zero. E dopo il Covid rischiano di fallire 6.500 aziende in più.
Ciò che emerge, è che le imprese familiari si sono rivelate più solide e stabili rispetto a quelle non familiari. Infatti, pur avendo riscontrato per oltre il 60% dei casi un calo della domanda, con riflesso naturale sui fatturati e sui redditi 2020, si pone in luce l’aspetto positivo di un esercizio a livello familiare, a differenza di Imprese più larghe.
E’ evidente che in questo ultimo anno vi siano state ripercussioni riguardo le PMI . Il rallentamento del commercio mondiale, di fatto, insiste anche sul Made in Italy, con previsioni di riduzione delle vendite per l’anno in corso sui principali mercati di sbocco quali Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna che da soli fanno circa il 40% del nostro export.
Uno dei settori, in Toscana, maggiormente colpiti è quello aretino dell’oreficeria. Uno dei primi in Italia, e rappresenta uno degli importanti cuori economico industriali della nostra Regione.
Le produzioni agricole, enologiche, e alimentari sono proseguite nonostante la pandemia, anche perchè la terra non si arresta, e va continuamente curata perchè possa continuare a dare i suoi frutti. Ma tutta questa produzione “Made in Italy”, che fine avrà se non avverrà la vendita, specie estera?
E, inoltre, tutto il “Made In” che riguarda l’impresa del turismo, della ristorazione e tutti i correlati, che danno ha subito e subirà con il perdurare di queste strettissime misure? Enormi i danni. E se si pensa che sia possibile partire per isole lontane, spostarsi tra regioni per arrivare negli aereoporti, con un semplice tampone, perchè non pensare a nuove strategie atte a penalizzare meno le nostre attività ricettive, già con le gambe spezzate, invece di favorire il guadagno di quelle estere?
Questa è la domanda che pongo, alla luce delle nuove colorazioni che di fatto ci continuano a negare la circolazione, anche nelle seconde case, che però vanno mantenute e per le quali devono venir pagate le tasse.
La tutela della Salute pubblica è da sempre nelle corde di Forza Italia ed è al primo posto, parimenti alla salute economica del paese, perchè senza essa, ne va di mezzo pure quella mentale e fisica. E torno a dire: Se non c’è Impresa, non c’è lavoro. Perchè a fronte di pochi milioni di dipendenti “sicuri” e pensionati (e non so per quanto) c’è una marea di altri lavoratori, dalle P.Iva al mondo imprenditoriale, a quello degli esercenti, artigiani e potrei continuare, che presto, così continuando, chiuderanno rendendo il nostro Paese un luogo di desolazione e preda dei più loschi affaristi stranieri.
Già oggi, le migliori professionalità della ristorazione e del settore alberghiero, hanno trovato nuova occupazione in settori diversi da quello di loro pertinenza, rendendo così di minor pregio questo ambito, uno dei maggiormente colpiti.
Il Made in Italy è il nostro oro prezioso. La nostra identità, la nostra forza nel mondo. I decreti a sostegno delle perdite non possono certo essere la panacea del male che questo settore, come altri, ha subito. Serve riaprire prima possibile, serve ridare ossigeno a chi non vuole sussidi, ma chiede solo di poter lavorare al pari delle stesse aziende estere.
L’Italia è sempre stata considerata attrattiva e accogliente. Non facciamola diventare fanalino di coda del mondo. Non lo meritiamo, come cittadini, non lo meritano le centinaia di migliaia di aziende che hanno speso, investito e dato tanto nel nostro tessuto economico e culturale., Adesso serve un urgente cambio di passo. Adesso, non domani. Perchè domani è tardi.
Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana