Voto toscano: sintesi del convengo del 9/10
Voto toscano: Convegno dedicato alle elezioni regionali Toscana 2020. Tra i relatori anche il Senatore di Forza Italia Massimo Mallegni.
Somigli: “Forza Italia riparta dalla sua classe dirigente formando, con una scuola politica, quella del futuro”. Bonini: “Successo elettorale passa da presenza organizzata sul territorio”. Tirabassi: “La politica deve riscoprire una visione più profonda e meno superficiale”. Dell’Orco: “La politica dell’emozionalità fa perdere il senso politico”. Mallegni: “Forza Italia deve recuperare il voto d’opinione”.
Un momento di riflessione dentro il Centrodestra e soprattutto Forza Italia. Venerdì 9 ottobre si è tenuto a Firenze un convegno dedicato all’analisi del voto nelle elezioni di Toscana 2020 che hanno visto la vittoria di Eugenio Giani sulla candidata del Centrodestra Susanna Ceccardi. Questi alcuni estratti degli interventi degli ospiti.
Lorenzo Somigli (giornalista)
“Quando si vince tutto va bene, vincono tutti” ha dichiarato Lorenzo Somigli. “È quando si perde che si dev’essere capaci di leggere le indicazioni e agire di conseguenza. Susanna Ceccardi ha ottenuto un risultato storico che pone le basi per un successivo sviluppo e al quale abbiamo contribuito convintamente. Questo momento di riflessione è però propedeutico ad affrontare al meglio le nuove sfide che attendono la Coalizione”.
Il Centrodestra a trazione sovranista vive una fase di stallo che impone riflessioni: “Ha mostrato di non saper cambiare passo, di non aggiornare la sua agenda tematica e variare i suoi codici comunicativi fermi al mondo prima del Coronavirus”.
“All’interno il dato più preoccupante è quello di Forza Italia, il vero e proprio ventre molle della coalizione” ha rimarcato. “In questa fase di ripensamento dell’offerta politica del Centrodestra, auspico che Forza Italia, il partito più in affanno nell’ultimo periodo, sia nuovamente protagonista, facendo valere innanzitutto la qualità della sua classe dirigente”.
Somigli cita poi alcuni esempi della classe dirigente azzurra: Massimo Mallegni, autore di un recupero di consensi insperato, Marco Stella, campione di preferenze a Firenze e Maurizio Marchetti indicato da oltre 3000 cittadini a Lucca. “Parliamo di persone che oltre alla capacità di prendere voti hanno un profilo professionale, che permette di essere apprezzati nella società civile. Per tornare grande Forza Italia deve investire nella sua classe dirigente attuale ma anche in quella futura formando, attraverso una scuola politica a livello toscano i suoi amministratori del domani”.
Gianni Bonini (già presidente Fondazione Craxi, Senior Fellow de Il Nodo di Gordio)
Volto storico del PSI e manager dal corposo cursus honorum, Gianni Bonini ha ricordato il suo impegno politico in prima persona con le candidature a sindaco per il Centrodestra nel comune di San Piero a Sieve. “Era il 1995 e stabilimmo un record nel Mugello. Come mai non c’è stato un miglioramento? Anziché aumentare, radicarsi, la presenza della Casa delle Libertà in Toscana è andata affievolendosi nel tempo. Ha perso presenza nella società, nelle aziende, nel mondo della cultura”.
Bonini ha egregiamente ripercorso la cronistoria del declino di Forza Italia che, come sottolinea, affonda nella grande crisi che ha eroso il ceto medio italiano. “A partire dalla grande crisi, si è assottigliata quella che da sempre era la base elettorale dei partiti di centro”. Nella sua ricostruzione indica nelle dimissioni di Berlusconi un momento decisivo per le sorti del partito: “La rottura più rilevante, più simbolica si ha nel 2011”. Il leader di Forza Italia è costretto a capitolare ma in quel momento “Berlusconi salva il salvabile, non avrebbe potuto fare diversamente. Anzi quello è stato un atto di lungimiranza”. Da quel momento, coinciso con le Primavere Arabe, inizia pure un progressivo spegnimento della presenza italiana nel Mediterraneo.
Un ulteriore colpo in termini di consenso è stato il cambio di orientamento della Chiesa che ha svuotato un serbatoio per i partiti di centro: “Si è affermata una visione latino-americana, terzomondista, che ha eroso il potere del cattolicesimo italiano e di conseguenza di coloro che ne traevano linfa vitale. Il peso dell’Episcopato italiano è venuto a ridursi. Non c’è da stupirsi della scommessa fatta dalla Chiesa con la Cina”.
L’ex presidente della Fondazione Craxi ha sottolineato poi che nel declino azzurro abbia inciso una linea “troppo imprenditoriale e poco politica”. Riavvolgendo il nastro ma con uno sguardo al domani, Bonini ha detto che “Berlusconi all’inizio del suo percorso ha avuto l’intuizione di attorniarsi di intellettuali che hanno permesso di solidificare la base di Forza Italia. Proprio per questo l’affermazione elettorale passa dalla presenza forte e radicata nel territorio. Occorre una seria selezione della classe dirigente che crei una classe di giovani pronti e istruiti”.
Leonardo Tirabassi (giornalista, già presidente del Circolo dei Liberi)
Leonardo Tirabassi, giornalista, è un osservatore colto e acuto dei fatti politici nazionali e non. Il dibattito è partito anche da alcuni spunti da lui evidenziati in una sua riflessione sul voto toscano per il Sussidiario del 23 settembre (articolo, come detto da Massimo Mallegni, apprezzato anche da Silvio Berlusconi). “Il quadro che emerge dalle ultime elezioni regionale è di un Paese profondamente diviso. Metà del Paese sta cercando di avanzare mentre altra metà sta cercando di frenare il cambiamento. Non stupisca che il PD in Emilia-Romagna mentre al Sud oramai abbia ereditato tutte le battaglie del M5S”.
Tirabassi non ha risparmiato critiche all’attuale gestione del Centrodestra: “Non c’è struttura né presenza sui territori. Al netto del Nord Italia il Centrodestra non riesce a fare sintesi”. Per quanto riguarda invece le prospettive di Forza Italia, Tirabassi ha sottolineato come una soluzione potrebbe essere una saldatura con la Lega che “almeno al Nord, ha mostrato di essere un partito”. Tirabassi ha rimarcato inoltre la “necessità di una politica più profonda la quale però sta diventando sempre più superficiale”.
Daniele Dell’Orco (giornalista e segretario di Nazione Futura)
Il giornalista Daniele Dell’Orco ha descritto perfettamente le dinamiche attuali del voto, che senza dubbio penalizzano in primis i partiti di centro a discapito di quelli più estremi. “Negli ultimi due anni siamo arrivati alla politica emozionale. I partiti si dividono tra quelli che riescono ad intercettare l’emotività dell’elettorato e quello che non ci riesce. Oggi l’elettore è riflesso dal partito mentre prima era l’elettore che rifletteva il partito. Per questo non c’è nulla di proattivo né costruttivo. Ma alla lunga può tornare? Può essere la scelta giusta” domanda il segretario del think tank Nazione Futura. “Il risultato è una cancellazione totale del senso politico”.
Dell’Orco è stato inoltre critico con l’attuale Centrodestra: “Meloni e Salvini sono gli unici che spostano l’ago. La Lega però è spaccata e c’è una parte che vorrebbe una svolta liberale. La maggioranza delle regioni di centrodestra non può essere fonte di vento se in ambito governativo il centrodestra non fa nulla. Dopo le regionali il Centrodestra doveva insistere sul creare consenso territoriale da parte dell’elettorato”.
Massimo Mallegni (Senatore Forza Italia e commissario regionale)
Mallegni ha sottolineato che adesso Forza Italia è in una fase nuova della sua storia: “Non è più possibile aspettare Berlusconi. Oggi siamo noi che dobbiamo essere interpreti della nostra storia. Una storia che viene da lontano. Forza Italia è un contenitore erede di quei contenuti politici che rinascono nel 1948 e che hanno permesso di governare con stabilità l’Italia”. In riferimento agli ultimi risultati elettorali, l’ex sindaco di Pietrasanta non ha mancato di dare una stoccata agli alleati del Centrodestra: “Troppo spesso c’è stata una gara a distruggere Forza Italia anziché a costruire le basi per un consenso duraturo”.
Nel calo di consensi a Forza Italia incide anche, sottolinea Mallegni, una modificazione profonda in seno agli elettori: “Questo è il sottoprodotto di una società che non è più disponibile a leggere e a istruirsi ed informarsi”.
Tornando a parlare di Susanna Ceccardi, il Senatore azzurro ha indicato anche il profilo del candidato ideale: “Dev’essere un amministratore di lungo corso, deve avere un lavoro, un’esperienza politica legislativa e una collocazione politica moderata. Ceccardi è stata brava indubbiamente ma non è stata in grado di convincere attraverso la sua storia e carriera”. Secondo Mallegni quindi ci sono le basi per vincere anche in Toscana, purché si scelgano dei candidati dal profilo giusto.